Utilizzare Adblock è vietato. O no? La risposta parrebbe scontata, tuttavia difficilmente si è mai posto il dubbio sulla possibilità di usare o meno adblock sul proprio browser.
Da alcuni giorni è però arrivata un’ulteriore conferma a questo “dubbio quesito”: la corte suprema della Germania si è infatti espressa a favore di Eyeo, la firma che possiede AdBlock Plus ponendo fine, almeno per il momento, ad una lunga causa portata avanti da Axel Springer, la più grande casa editrice digitale in Europa.
La notizia è stata diffusa durante la fine delle settimana scorsa da reuters e solo nelle ultime ore sta iniziando ad avere eco internazionale visto che la decisione ribalta una sentenza che precedentemente aveva detto l’opposto.
Comunque sia, il problema non è tanto sull’utilizzo o meno di adblock da parte dei privati (quanti di noi evitiamo i break pubblicitari nei programmi televisivi? Tutti! n.d.r.), ma la possibilità da parte di alcuni inserzionisti di poter pagare adblock al fine di poter mostrate comunque le proprie pubblicità a patto che queste non siano invadenti. Una pratica, quella di pagare per apparire, che viene ritenuta illegale da parte di Springer e che è stata, al centro di questa causa legale.
Chiedere soldi per poter passare il blocco di adblock da parte di Eyeo per alcuni viene associato ad una sorta di ricatto o, in termini legali, ad una pratica anticoncorrenziale e che violerebbe le leggi sulla competizione.
Ricordiamo che da questo mese è entrato in atto il nuovo sistema denominato Better ADS spinto da Google e moltissimi partner, che cerca di rendere l’uso della pubblicità su web più fruibile, meno invasivo e controllato. Gli aggiornamenti di Chrome recenti che bloccano l’audio dei video autoplay e la diminuzione delle pubblicità impattanti sono sicuramente un ottimo inizio. La strada è ancora lunghissima comunque e se da un lato alcuni editori hanno già rinunciato ad importanti introiti per favorire la leggibilità e qualità di interazione, altri sono ancora fermi a 3/4 anni fa.
Un problema che è figlio di scelte sbagliate fatte dagli editori stessi (e non solo) che tra gli anni 2010 e 2015 circa, hanno letteralmente invaso le pagine internet di qualunque tipo di pubblicità. Le conseguenze arrivano adesso e adblock fu inizialmente pensato per impedire ai banner con attivazione di servizi a pagamento, di essere visualizzati. La sua crescita esponenziale è la conseguenza di scelte sbagliate da parte di tutto il settore dell’ADV online e la sua enorme diffusione può essere considerata anche una legittima difesa.
Siamo arrivati in una generazione dove diverse attività lavorative sono passati al digitale, nel web; è importante far capire a tutti gli utenti che la pubblicità è la principale fonte di guadagno delle compagnie stesse che mettono dei servizi a disposizioni di tutti, a patto però che venga applicata nella giusta forma e in misura adeguata e, sicuramente, tale concetto deve essere applicato da Google stessa, dagli editori e dagli stessi fondatori di Eyeo.
Germany’s highest court just confirmed that ad blocking is a users right! Yes!! pic.twitter.com/NPa58FfWPh
— Adblock Plus (@AdblockPlus) April 19, 2018
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