venerdì 29 Marzo 2024
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Di certo non si può dire che Spotify non sia coraggiosa per le sue mosse: fu la prima piattaforma musicale a supportare un profilo completamente gratuito e poi ad estenderlo all’ascolto tramite smartphone sia pure con alcune (importanti) limitazioni.

Dopo la burrascosa vicenda degli account craccati sugli smartphone, oggi l’azienda torna a parlare di utenti Free e decide non solo di mantenere in vita la propria versione libera, ma di aggiungervi alcune interessanti funzionalità che le fanno fare un passo avanti verso le versione a pagamento.

Come ormai sappiamo tutti, Spotify offre due servizi diversi in base all’esigenza dell’utente: Free e Premium. Mentre il secondo, a pagamento, consente l’accesso a tutto il database di brani e funzionalità, il primo è gratuito, supportato da annunci pubblicitari e permette funzionalità diverse a seconda dell’ascolto via PC (o tablet) o smartphone. Nel primo caso grossi limiti non ce ne sono e l’unica differenza sono gli spot pubblicitari, mentre via smartphone gli utenti sono limitati all’ascolto casuale di brani all’interno degli album o delle playlist selezionate, con un numero limitato di skip nell’unità di tempo.

Pur non potendosi permettere una riduzione dei propri utenti paganti, Spotify ha deciso di migliorare il servizio di chi usufruisce di Spotify Free. Disponibile nelle prossime settimane sia per iOS che per Android, il nuovo Free permetterà diverse nuove funzioni ma soprattutto le Playlist on-demand, che segnano davvero un avvicinamento alla versione a pagamento. Di cosa si tratta è presto detto: 15 playlist on-demand realizzate da Spotify e personalizzate sui gusti dell’utente non avranno più gli attuali limiti di ascolto; potranno cioè essere ascoltate senza limiti, scegliendo il brano, andando avanti e indietro e saltando le canzoni senza alcun paletto, esattamente come nella versione Premium. Considerando che le playlist cambiano continuamente, il nuovo Spotify Free è dunque una gran bella cosa per chi ama la musica.

Mossa che sicuramente viene fatta per “combattere” il dominio YouTube sotto questo aspetto: non dimentichiamo che oggi una fetta importante di utenti, soprattutto i più giovani, usa la piattaforma video di Google come principale sorgente musicale proprio per via dei limiti di Spotify Free. Inoltre questa nuova funzionalità permetterà a molti utenti di abbandonare (si spera) la via dell’hack su smartphone e passare direttamente ad un profilo vero e proprio ma soprattutto “pulito”, specialmente se si tratta della versione iOS.

Tra le altre novità c’è l’aumento di livello della personalizzazione: in fase di registrazione gli utenti indicano i propri artisti preferiti e, grazie alle informazioni raccolte, Spotify crea playlist che si adattano ai gusti musicali di ognuno. In più sarà possibile creare playlist personalizzate (cosa oggi esclusiva della versione Premium), usare meno dati tramite la funzione “risparmio dati” e raccontare a Spotify quali brani e artisti sono in linea con i propri gusti musicali tramite il classico schema del “mi piace” o “nascondi”.
Insomma, cosa vogliamo di più da Spotify? Anche un Lucano?

 

Francesco Bruno

Francesco Bruno

Appassionato di informatica dall'età di 14 anni. Da allora ha assimilato, con costanza, conoscenze ed esperienze riguardante l'hardware e l'overclock di essi. Passione che negli ultimi anni si fonde con la Computer Grafica (CG3D) e con l'impiego di alcuni dei più noti programmi del settore gli hanno permesso di studiare in visualizzazione architettonica fotorealistica. Fa parte della "famiglia" di ReHWolution fin dalla nascita, coprendo attualmente il ruolo di vice amministratore.

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