Sul fronte delle performance, ci si può aspettare da Threadripper 3rd Gen lo stesso incremento prestazionale che abbiamo ritrovato nel passaggio dalla seconda alla terza generazione di CPU Ryzen (ricordiamo, QUI, la nostra review), complice il nuovo processo produttivo ed una forte reingegnerizzazione dell’architettura.
Il primo ad essere rimpiazzato è il socket, che con un riordino dei pin ed una ridistribuzione sia di pin logichi che di alimentazione, diventa sTRX4: il numero di pin è invariato a 4094, e meccanicamente le CPU di 1° e 2° generazione potrann essere inserite, ma la scheda madre non riconoscerà la CPU. Un sacrificio, questo, necessario all’enorme aumento di bandwidth che connette CPU e chipset, che passa da 4 linee PCIe 3.0 ad 8 linee PCIe 4.0.
Insieme ad un socket completamente rivisto, maggior attenzione è stata dedicata alle sezioni di alimentazione, visto che i nuovi processori, oltre ad avere TDP più alti, presentano un maggior numero di core (il doppio, nel caso del top di gamma). Pertanto, nel caso si volesse effettuare anche il minimo overclock ci sarà bisogno di MOSFETs in grado di reggere il carico.
Nella review di oggi, infatti, utilizzeremo una delle schede madri più potenti in circolazione, la ASUS Zenith II Extreme, gentilmente inviataci da AMD insieme al processore.
Avremo modo di parlare di questa scheda madre in una recensione dedicata, ma vi anticipiamo che si tratta di una motherboard di fascia ultra-enthusiast, con una sezione VRM composta da ben 16 fasi da 70 A, con la capacità di erogare più di 1.5 kW di potenza.
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