Corriamo sempre alla ricerca di privacy e sicurezza, non vogliamo farci taggare nelle foto facebook, cerchiamo di non apparire troppo su google, c’è perfino chi non salva backup e foto su iCloud o Google Drive perchè Apple o Big G potrebbero spiarlo. Insomma, non staremo qui a raccontarvi tutte le cose che abbiamo sentito in nome della privacy, alcune delle quali sono davvero assurde. Ma la domanda sorge spontanea: siamo davvero “fuori dal web”?
La risposta l’ha fornita Egor Tsvetkov, un fotografo russo che ha condotto una sorta di esperimento sociale proprio a tale scopo, chiamato “Your Face is Big Data”, durato sei settimane.
Il progetto è giustamente intitolato, e tutto sommato era semplice. In primo luogo, ha scattato foto a circa 100 persone sconosciuite in metropolitana, affermando “La gente non ha reagito in alcun modo anche se era ovvio che li stessi fotografando”, ha detto Egor. Poi è arrivato il passo principale: ha iniziato ad usare le sue foto in un app chiamata FindFace, per vedere se fosse in grado di identificare le persone che aveva fotografato, dato che l’app è collagata al principale sito di social media della Russia VKontakte.
“L’idea di questo progetto mi è venuta quando ho sentito parlare dell’app FindFace, ho capito subito che volevo mostrare alla gente come questa cosa potrebbe funzionare”.
Insomma, per farvela breve: l’applicazione ha fatto molto bene il suo lavoro in oltre il 70% dei casi. Nel 70 per cento dei casi infatti, era facilmente in grado di identificare le persone che aveva fotografato. Spesso, c’è stata una notevole differenza tra il reale aspetto di una persona e l’immagine che aveva proiettato sul profilo del social network: un giovane timido e triste potrebbe sembrare una persona assai piena di vita e l’anima della festa e un amante di sport estremi sulla sua pagina VKontakte. Secondo Stanislav Kozlovsky, un assistente professore presso la sezione psicofisiologia del Dipartimento di Psicologia dell’Università Statale di Mosca, la differenza tra le due immagini non è sorprendente. “Su un social network, le persone tendono a presentarsi come vorrebbero apparire agli occhi degli altri, che è spesso in contrasto con il modo in cui sembrano davvero nella vita quotidiana. Dal punto di vista della psicologia, questo è abbastanza comprensibile”.
L’esperimento è comunque riuscito: Egor è stato in grado di conoscere molte informazioni su persone che non aveva mai incontrato prima: “My project is a clear illustration of the future that awaits us if we continue to disclose as much about ourselves on the internet as we do now.”
Si può vedere il progetto completo, comprese tutte le foto, qui .
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