Quando i risultati sono più scrausi del previsto, si tende a scopiazzare spesso. non si sa come sia potuto accadere per una società come Apple, che è sempre stata in testa alle innovazioni tecnologiche, ma è successo. analizziamo assieme le questioni che stanno, da pochi giorni, togliendo prestigio al marchio della mela morsicata.
Iniziamo dalla fotocamera del nuovo iPhone 6S, che ci ha lasciato parecchio delusi. L’iPhone infatti, se un vanto dobbiamo trovargli, ha sempre fatto foto davvero eccezionali (direte voi, e ci mancherebbe, con quello che lo si paga) ma pare che l’ultimo sia davvero sotto la media. DxOMark, sito che da qualche anno è diventato un punto di riferimento quando si tratta di capire quanto vale uno smartphone come fotocamera, ha decretato con un misero 82 il punteggio del nuovo modello: vale a dire che, il nuovo iPhone fa foto peggiori dell’iPhone 6 normale, ed è ben sotto un gran numero di smartphone Android: attualmente stà parecchio sotto Samsung Galaxy S6 Edge, Google Nexus 6P, LG G4, Samsung Note 4, Motorola Moto X Style, Sony Xperia Z3+, iPhone 6 Plus e iPhone 6.
Il nuovo sensore è da 12 megaPixel, e sappiamo che non sono i MP che fanno la bellezza della fotocamera, ma la qualità del sensore e l’ottimizzazione del processore alla base: DxOMark ha affermato che il nuovo iPhone non ha grossi problemi di sorta, infatti ha una buona esposizione, un autofocus veloce e un buon bilanciamento del bianco, ma tutto a patto che ci sia una buona luce.
Se invece siete in contesti dove la luce non è abbastanza, la qualità della foto cala vertiginosamente con rallentamenti nel focus micidiali e un gran rumore nella foto. La nuova camera rimane parecchio sotto altri smartphone, e dato che la qualità delle foto è determinante nella scelta di un telefono, Apple ha preso davvero una bastonata stavolta.
Ma se vogliamo parlare di stangate, la peggiore è quella per violazione di brevetti: Apple dovrà pagare 864,2 milioni di dollari perchè, a quanto sembra, i suoi processori non sono farina del proprio sacco. La giuria del Wisconsin che si è occupata del processo ha riconosciuto Apple colpevole d’infrazione di brevetto con i propri processori, in quanto l’idea pare fosse già venuta alla University of Wisconsin Alumni Research Foundation (WARF), che ha depositato il brevetto No. 5,781,75 dal 1998.
Secondo WARF (e anche secondo la giuria) Apple avrebbe usato il brevetto per la creazione dei Soc A7, A8 e A8X, sopratutto parlando del miglioramento dell’efficienza energetica e delle prestazioni dei processori usando un processo noto come “data speculation”, ossia di un’unità della CPU che cerca di prevedere l’esito di un’operazione, in modo da velocizzare il calcolo delle informazioni. È ovvio che durante la predizione, più l’unità che se ne occupa è precisa e meno cicli di clock verranno bruciati. Pare che Apple abbia volontariamente utilizzato il brevetto (anche se ancora da stabilire) in quanto, dopo richiami della WARF sulle tecnologie usate e dopo proposte per acquisire il brevetto, Apple non abbia accettato e abbia continuato ad utilizzare le tecnologie per A9 e A9X di iPhone 6s, iPhone 6s Plus e iPad Pro. Per ora la WARF ha chiesto un risarcimento di 862,4 milioni di dollari ma, se fosse stabilita l’intenzionalità della violazione, la somma da pagare potrebbe essere ben maggiore.
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