Il centro operativo che doveva farsi a Charlotte non si farà per il momento, e la decisione arriva dai vertici di PayPal per combattere una legge particolare, che metterebbe in discussione i gusti sessuali di molti cittadini.
Si parla della legge House Bill 2, il cui testo è stato riconosciuto discriminatorio dalle comunità Lgbt, rimaste inascoltate dal governatore della Carolina del Nord: la HB 2, infatti, parla di protezione verso la dignità dei cittadini ma, nel contempo, crea discriminazioni contro le comunità LGBT. In che modo? la legge regola alcuni comportamenti abituali, obbligando ad utilizzare bagni o spogliatoi pubblici che corrispondano al sesso riportato sui certificati di nascita: il che sappiamo essere un vero problema per i transgender. E così, i democratici sono usciti dal Senato in segno di protesta.
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L’espansione annunciata da PayPal a metà marzo quindi è stata bloccata, mettendo in forse oltre 400 posti di lavoro e un investimento immediato di 3,6 milioni di dollari: “la decisione riflette i valori più profondi di PayPal e la forte convinzione che ogni persona abbia il diritto ad essere trattata in modo egualitario, con dignità e con rispetto. Questi principi di giustizia, inclusione ed uguaglianza […] ci costringono a prendere provvedimenti per contrastare la discriminazione”. come ha detto Dan Schulman, presidente e ceo di PayPal su un post nel blog di PayPal.
Così, la battaglia è stata abbracciata da oltre ottanta big come Tim Cook per Apple, Mark Zuckerberg per Facebook, Jack Dorsey per Twitter indirizzata proprio al governatore McCrory per abrogare la legge. E così Google ha fatto sapere che non investirà in società dello stato in questione, e anche la NBA, ha messo un punto interrogativo sulla partita All-Star del 2017 a Charlotte.
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