3DMark Fire Strike e Time Spy
In concomitanza con il lancio di Windows 8, Futuremark ha lanciato il nuovo 3DMark, chiamato appunto 3DMark, senza alcun numero riconoscitivo, a segnare la forte integrazione che ha con qualsiasi sistema, da Android a Windows a iOS a OSX, dando per la prima volta la possibilità di paragonare le prestazioni su smartphone e PC fisso in maniera schematizzata e professionale. Il benchmark dispone di svariati test, di cui utilizziamo i più intensivi per mettere alla prova le schede video.
Tra questi, il più impegnativo è il Fire Strike, che spinge la tessellazione a livelli davvero elevati, e che “vanta” due versioni ancora più spinte: Extreme (con scene pre-renderizzate a 2560×1440) ed Ultra (scene pre-renderizzate a 3840×2160, ovvero 4K). Purtroppo, a nostra disposizione
Recentemente, invece, è stato introdotto il benchmark Time Spy, che testa le prestazioni delle GPU sfruttando le nuove API Microsoft DirectX 12, con scene pre-renderizzate a 2560×1440:
È chiaro che i benchmark di casa 3DMark non siano ampiamente ottimizzati per la nuovissima architettura AMD, e infatti i risultati ottenuti con CPU score simili a quanto ottenuto da Intel non si riflettono in un punteggio finale altrettanto simile. In DX12, tuttavia, il minor overhead CPU permette di assottigliare e quasi annullare le differenze prestazionali, mostrando come, ancora una volta, AMD cerchi di creare soluzioni hardware rivolte più al futuro che al presente.
Ashes of the Singularity
Ashes of the Singularity è quello che Stardock (la software house creatrice del gioco) definisce come un gioco strategico di warfare planetario, e con le sue mappe enormi e le migliaia di unità a schermo durante i combattimenti full-scale, non si può far altro che dare ragione all’azienda.
Ciò che viene spesso associato ad Ashes è l’incredibile onere che applica ai sistemi grafici (e non solo, il gioco è famelico di core e GHz), tramite l’utilizzo di DirectX 11 e 12. Il preset Crazy è in grado di mettere in ginocchio qualsiasi GPU in commercio già alla risoluzione Full HD. Il gioco si avvale del supporto alle tecnologie AMD, prendendo spunto dal motore grafico Nitrous utilizzato in uno dei primi benchmark per Mantle, Star Swarm:
In Ashes of the Singularity, nel benchmark CPU focused, con un preset Crazy, i risultati sono molto deludenti, ma c’è forse una spiegazione molto semplice: proprio in questi giorni l’azienda ha lanciato una patch che ha aumentato le prestazioni nel titolo di Stardock tra il 15% e il 30%; è lecito aspettarsi, quindi, che l’ottimizzazione non sia finita e che nelle prossime settimane ulteriori patch riducano (o si spera azzerino) l’enorme divario prestazionale tra le due piattaforme concorrenti.
Grand Theft Auto V
Grand Theft Auto. Una saga che affonda le sue radici nel sangue e nella violenza in visuale dall’alto e 2 dimensioni, e che nell’ultima iterazione, attesa per ben 8 lunghissimi anni dagli utenti PC. Nel 2015, dopo ben 8 anni di attesa (per gli utenti PC), GTA V ha visto la luce sugli schermi dei computer di tutti i videogiocatori, distruggendo record su record in vendite e profitti.
Un approccio totalmente diverso, quello per la storia: tre personaggi controllabili, ognuno più folle dell’altro, tra mafia, sparatorie, esplosioni e rapine spettacolari. Il gioco è ottimizzato per schede video NVIDIA, presentando il supporto a tutti i GameWorks dell’azienda eccezion fatta per gli Hairworks. Ad alte risoluzioni, il gioco è un vero e proprio campo di battaglia dove testare le schede video più potenti. Altro dettaglio importante, che ci ha fatto scegliere GTA V come bench nel roster di benchmark che utilizziamo, è la gravosità che il titolo di Rockstar ha sui processori, risultando particolarmente “agile” su configurazioni fino a 8 core, scalando il carico in modo efficiente su tutti i thread presenti:
Risultati altalenanti in questi benchmark che si focalizzano più sulla grafica che sul carico CPU: in questi, il Ryzen 7 1800X non riesce (ancora?) ad esprimere il suo pieno potenziale, vuoi una scarsa ottimizzazione dei due titoli e dei due benchmark utilizzati, vuoi IPC in single thread leggermente inferiori rispetto ad Intel, che prevale fortemente in ogni risultato finale. C’è da evidenziare, comunque, che con il benchmark Time Spy, DirectX12, il processore fa segnare un punteggio praticamente pari a quello di Intel, segno che con l’aumentare dei titoli che si avvalgono di queste API vedremo un utilizzo migliore delle risorse di cui dispone la lineup Ryzen 7.