Al di là dell’antiquato processo produttivo utilizzato per la loro produzione, la precedente generazione di CPU AMD non ha ricevuto nessun beneficio dai progressi tecnologici implementati nelle successive generazioni di APU. Ricordate, l’allora top di gamma FX-9590 usava una microarchitettura Piledriver vecchia un lustro. Intanto, sia Steamroller che Excavator sono stati lanciati senza alcuna controparte nella serie FX.
Come potete ben immaginare, ciò ha portato Zen ad incorporare un innumerevole quantità di miglioramenti sul fronte dell’efficienza elettrica. O, rifrasando, AMD non cerca di ridurre al minimo i consumi e basta: l’azienda cerca in realtà di ottenere le massime prestazioni mentre minimizza i consumi.
Per ottenere tali obiettivi, le sopracitate tecnologie di clock gating (riduzione del clock a seconda del carico e delle temperature) e adaptive power sono state combinate in tre nomenclature che fanno tutte fede alla tecnologia SenseMI: Pure Power, Precision Boost e XFR.
Proprio come le vecchie iniziative come AMD PowerTune e Enduro, Pure Power monitora le operazioni dei core in tempo reale con centinaia di sensori che rilevano temperature, frequenze e voltaggi. Esso poi ottimizza la reattività del silicio per incrementare l’efficienza in qualsiasi P-State e al contempo permettendo al chip di tornare in idle a velocità di gran lunga superiori.
Mentre l’algoritmo di Pure Power gestisce e monitora adattivamente le varie funzioni dei core, esso lavora fianco a fianco con il Precision Boost per massimizzare le frequenze operative. La parte “Precision” dell’equazione è dovuta all’abilità dell’algoritmo di Boost di ottenere fine-tuning di 25 MHz alla volta, in modo da spremere fino all’ultima goccia le prestazioni della CPU. In aggiunta, ogni core può essere overclockato (o messo a riposo) individualmente a seconda della situazione.
Questi minuti incrementi da 25 MHz lavorano in parallelo con i sopracitati sensori che estraggono dati da ogni core ogni millisecondo. Anche il voltaggio può essere aggiustato al volo in step da 0.6 mV per una granularità ancora superiore. Il risultato finale è un design della CPU che può rispondere in modo estremamente rapido a cambi di carico e le cui frequenze lavorano come quelle di una moderna GPU. Si nota infatti come AMD stia traendo spunto dalle proprie architetture GPU per creare CPU sempre più efficienti.
Arrivati a questo punto dovrebbe essere ovvio che ogni CPU basata su Zen presenterà un range di frequenze che va dal Base Clock al Precision Boost Clock. Tuttavia, AMD non si è fermata qui e ha implementato qualcosa come un’ode agli utenti enthusiast con l’XFR. Il cosiddetto eXtended Frequency Range aumenta così le frequenze in base alla temperatura dei core e quindi premierà soluzioni di raffreddamento superiori tramite l’aumento della frequenza di un singolo core al di sopra del limite massimo del Precision Boost. Questa, è una distinzione molto importante: l’XFR è pensato per workload a singolo thread.
L’XFR è incluso su tutte le CPU Ryzen, ma in maniera diversa. I processori con la “X” avranno un XFR di 100 MHz, mentre tutte le CPU non-X avranno un XFR che aumenterà la frequenza di 50 MHz sotto le giuste condizioni.