La piattaforma di punta di AMD 990FX ha occupato il mercato per la bellezza di sei anni, ma il fatto che sia riuscita a rimanere così tanto tempo in gioco lascia intendere quanto fosse lungimirante già nel 2011. Aveva tantissime linee PCIe (per il tempo) così da rendere l’aggiunta di controller di terze parti semplice, un vasto supporto a RAM di svariate frequenze e un prezzo particolarmente vantaggioso. Ovviamente, alcune revisioni minori come l’aggiornamento a PCIe 3.0 son state aggiunte nel corso del tempo, ma bene o male l’intero ecosistema 990FX ha superato la prova del tempo.
Con Ryzen, arriva un nuovo socket AM4 insieme ad una lineup di chipset aggiornata con delle soluzioni davvero interessanti. Più importante, questi nuovi processori prendono spunto dalle APU dell’azienda, e integrano gran parte delle funzionalità I/O direttamente sul die, agendo quasi da SoC (System-On-Chip).
Anche se non continuerete a leggere oltre, ricordate questa piccola informazione: la piattaforma AM4 è studiata per servire da base sia alle CPU Ryzen che alle prossime APU Raven Ridge. per questo, molte schede madri compatibili integreranno output video nel loro design. AMD inoltre si aspetta che questa piattaforma in particolare venga utilizzata fino al 2020, posto che le tecnologie di prossima generazione come PCIe 4.0 e DDR5 non necessitino un cambio fisico di pin dei processori stessi.
Ogni processore Ryzen 7 dispone di 16 linee PCIe native dedicate al comparto grafico. Su una scheda madre X370 di fascia superiore possono essere configurate sia in una soluzione a singola scheda video con 16x linee dedicate o con una ripartizione su due GPU con 8x linee ciascuna. Questo approccio è esattamente lo stesso utilizzato da Intel sulla piattaforma mainstream serie Z, ma può anche essere considerato come un passo indietro rispetto al 990FX che aveva la capacità di tenere due schede video con 16x linee dedicate sciascuna, al pari della serie Enthusiast Intel serie X.
Questo layout di linee PCIe è in realtà un po’ strano, considerando che AMD ha sempre evidenziato il fatto che venga mantenuto il supporto a 3 o più schede video. NVIDIA nel frattempo si è allontanata dai setup a 3 e 4 schede, decidendo di concentrarsi invece sul supporto di configurazioni a singola e doppia GPU. Alcuni partners potrebbero lanciare schede madri più avanzate con moltiplicatori e bridge PLX ma potrebbe volerci un po’ di tempo.
Ci sono tantissime altre funzionalità qui: AMD ha incluso infatti 4 addizionali linee PCIe esclusivamente dedicate per drive NVMe ad alta velocità o soluzioni di storage SATA e garantendo che essi comunichino direttamente col processore tramite un bus dedicato. Quattro porte USB 3.1 Gen1 (le USB 3.0, insomma) sono inoltre incluse e ciò saranno essenziali nelle schede basate su chipset X300, ma ve ne parleremo nello specifico qualche riga più giù.
Mentre nel processore è presente abbastanza connettività per il fabbisogno minimo, il chipset X370 è il vero e proprio parco giochi quando si parla di questa piattaforma in particolare. Esso è connesso al processore o all’APU tramite un quartetto di linee PCIe per una comunicazione veloce, e include 8 linee PCIe per scopi generici e 2 porte USB 3.1 Gen2 native, insieme a 6 porte USB 3.1 Gen1 e 6 porte USB 2.0. Il supporto a porte USB 3.1 Gen2 nativo è un elemento chiave in quanto non è necessario così aggiungere controller di terze parti, mantenendo quindi i costi ridotti.
Sul fronte delle memorie di massa, c’è un paio di porte SATA Express che è possibile “convertire” in 4 porte SATA 3 standard se il produttore non vuole utilizzare uno standard che, di fatto, è nato morto. Infine, AMD ha aggiunto anche 4 porte SATA 3 native.
Sebbene gran parte di questa pagina sia stata dedicata al chipset di fascia alta X370, ci saranno anche altre opzioni per schede madri che andranno a posizionarsi tutte al di sotto, per features e fascia di prezzo. Ad esempio, il chipset B350 offre funzionalità simili se paragonato all’X370, offrendo comunque il supporto all’overclock. Ciò che viene persa è una parte delle porte SATA e di quelle USB 3.1 Gen1, insieme alla possibilità di partizionare le linee PCIe, rendendo obbligatorio l’utilizzo di una sola GPU.
Il chipset A320 è orientato agli utenti che vogliono creare un sistema budget, e la ragione è semplice: il chipset infatti riceve un enorme taglio sul fronte della connettività, ed è facile aspettarselo da un chipset indirizzato ai mercati emergenti.
A mio avviso l’aggiunta più interessante a questa lineup proviene dal fondo del grafico, dove sono presenti i due “chipset” dedicati alle schede Small Form Factor. Questa è la prima volta in cui vengono dedicati chipset appositamente per piattaforme mATX e ITX e le modalità tramite le quali AMD ha raggiunto tale scopo sono particolarmente interessanti. Visto che le CPU Ryzen 3, 5 e 7 presentano tutte funzionalità I/O base al loro interno (porte USB 3.1 Gen1 e 4 linee PCIe dedicate alla bandwidth per il reparto storage) e che i sistemi mini ITX di solito non richiedono molte unità di storage, AMD ha deciso di revisionare il design dei suoi “chipset”.
Questa revisione è estrema, in realtà, ed è la spiegazione per cui ho scritto “chipset” e non chipset finora, quando parlavo di X300 e A300: su queste schede madri il chipset è totalmente assente, e le 4 linee PCIe di solito utilizzate per comunicare con esso vengono indirizzate direttamente a controller di terze parti per connettività aggiunta. Qui è dove entra in gioco anche il nuovo codec di Realtek ALC1220, che troviamo anche su schede madri Z270, capace di fornire un’esperienza sonora di tutto rispetto in una soluzione dallo spazio ridotto come può essere un sistema ITX.