Di seguito le specifiche tecniche della scheda madre oggi recensita. Per ulteriori informazioni e per scaricare i driver più aggiornati, vi invitiamo ad andare sul sito ufficiale di ASRock:
La ASRock X299 Taichi XE è una mainboard “gemella” della X299 Professional Gaming i9 XE, e pertanto le specifiche, a parte un paio di dettagli, sono identiche.
La scheda è basata sul chipset X299 (che analizzeremo in dettaglio nella prossima pagina), PCH che è alla base della piattaforma con supporto alle CPU Intel Core X-Series, che includono un i5-7640X, gli i7 7740X (4C8T), 7800X (6C12T), 7820X (8C16T) e gli i9 7900X (10C/20T), 7920X (12C24T), 7940X (14C/28T), 7960X (16C32T) e 7980XE (18C/36T).
Visto che ogni serie di CPU (i5 76xx, i7 77xx e 78xx, i9 79xx) ha un diverso numero di PCIe, vi rimandiamo al manuale della scheda madre per capire quali slot e quali soluzioni di storage sono utilizzabili con ogni CPU, ma, ipotizzando l’utilizzo di una CPU i9 dotata di 44 linee PCIe, avremo accesso a 3 slot PCIe 16x meccanici e 3 slot Ultra M.2 da 32 Gbps, con la connettività composta da svariate porte SATA, USB, due porte Gigabit Intel, e qui la prima differenza: è assente il controller Aquantia AQC107 da 10 Gbps, che però per quanto innovativo, aumenta inevitabilmente il costo finale della mainboard.
A bordo troviamo poi WiFi AC e le features addizionali che consistono in illuminazione RGB sotto al dissipatore PCH, chip audio Realtek ALC1220 con SNR di 120 dB(A), un BCLK Engine che consente di avere un range più ampio ed un tuning più “fine” per le regolazioni del Base Clock e la funzione BIOS Flashback, già presente su soluzioni concorrenti da alcuni anni, che consente l’aggiornamento o la “riparazione” del BIOS nel caso qualcosa andasse storto, senza il bisogno di installare nient’altro che l’alimentatore, annullando quindi la necessità di utilizzare CPU e RAM per aggiornare il BIOS.
Ciò torna particolarmente utile quando vengono rilasciate nuove generazioni di processori, dove il supporto è garantito solo tramite aggiornamento BIOS.
Così come la Gaming i9 XE, ovviamente, la Taichi XE supporta fino a 128 GB di DDR4 con frequenza massima di ben 4400 MHz, anche se la vostra esperienza potrebbe variare a seconda della CPU e delle memorie utilizzate, in quanto bisogna fare affidamento alla “Silicon Lottery”.
Alla fortuna, insomma.
Le differenze sostanziali col modello “non XE” vanno riscontrate in poche ma cruciali differenze: innanzitutto, vediamo la scomparsa della cover I/O e sezione audio, lasciando il PCB scoperto, anche se ciò non comporta nulla in termini prestazionali (la cover è in plastica, e quindi non offre nessun tipo di schermatura o sistema di dissipazione aggiuntivo; vediamo poi il dissipatore della sezione VRM ingigantirsi in tutti i sensi: altezza, superficie dissipante e persino numero, con un secondo blocco in alluminio proprio in corrispondenza della sezione I/O, collegato al primo tramite una heatpipe che non compromette nulla in termini di compatibilità.
Ultima ma non meno importante differenza è la presenza di due connettori EPS da 8 pin invece di una configurazione a connettore singolo da 8 pin, permettendo una power delivery più pulita e più robusta dove serve, ovvero con le CPU i9 “HCC” (High Core Count), che sarebbero quelle con più di 12 cores (dal 7940X al 7980XE).
Fattore cruciale: la sezione di alimentazione è identica: si tratta sempre della stessa configurazione 12+1 fasi, Intersil ISL99227, in configurazione 6+1 (ogni coppia di fasi utilizza un doubler PWM, in modo da essere gestite da un controller ISL69138 che, di norma, può gestire appunto 6+1 fasi e non 12), più che capaci di erogare, sulla carta, fino a 720 A (che si traducono in circa 1000 W, o anche più, in overclock su CPU XE). Tale sezione di alimentazione è condivisa da questa scheda, la Taichi “liscia”, la i9 XE e la i9 “liscia”.
Infine, mancano i tasti di accensione e reset a bordo, per differenziare ulteriormente la Taichi XE dalla Gaming i9 XE di ASRock, cosa per nulla importante se non avete il sistema montato “a banchetto” come noi.
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