Gaming
Il tempo per giocare non basta mai, ma le brevi ed intense sessioni di gioco affrontate con questo mouse sono state fatte su tre giochi: League of Legends, Rust e Apex Legends. No, niente Cyberpunk 2077: siamo ancora in attesa che il gioco sia più fluido e stabile, testare schede grafiche o qualsiasi tipo di dispositivo finirebbe con il repentino CATAPULTAMENTO di suddetto dispositivo, causa rage prodotta dai bug che rompono il gioco (e anche qualcos’altro).
Ai livelli più alti di gioco competitivo di League of Legends, la cosa davvero importante è il movimento: mai restare fermi, spostarsi velocemente e continuamente, positioning, sono tutte cose essenziali alla riuscita della laning phase e successivamente nelle team fight in LoL. Lungi da me essere di rank alto, visto che sono un semplice Gold V, ma in modalità come URF e ARAM, spesso più frenetiche delle partite competitive (quest’ultime più ragionate e strategiche), i principi di spostamento rapido e continuo e positioning sono ancora più accentuati. Con questo gioco, il Viper Ultimate si è comportato egregiamente, grazie anche al peso leggero che ha contribuito a non stancare il polso e la mano nei movimenti continuati nel tempo.
La reattività è ai massimi livelli, e non mi è sembrato nemmeno per un attimo di utilizzare un mouse wireless (cosa che, col senno di poi, non si sarebbe potuta dire per l’altro mouse wireless che abbiamo testato un paio d’anni fa, il Razer Lancehead Wireless), sia per il peso che per l’assenza di qualsivoglia latenza aggiuntiva nell’invio dei comandi al nostro campione. Visto che il gioco gira a framerate elevatissimi anche sull’elettronica di un tostapane, infatti, è facilissimo notare “ritardi” causati da altri elementi sulla catena che va dal click del mouse all’effettiva esecuzione di un movimento od una skill del nostro champion. Verificate quindi, almeno con League of Legends, le dichiarazioni del produttore sulla tecnologia Razer Hyperspeed.
Altro gioco con cui spendo gran parte del mio tempo libero (e delle notti) è Rust, titolo survival di Facepunch che ha visto il suo lancio nell’ormai lontanissimo Dicembre del 2013 (con la versione 1.0 lanciata nel 2018) che ha ricevuto un enorme influsso di giocatori grazie ad eventi in collaborazione con grandi streamers (Shroud, xQc, Pokimane per citarne alcuni) e veterani del gioco (Welyn, Blooprint, Stevie, o Ser Winter, quest’ultimo oggetto di tante discussioni) sui server di OfflineTV, un gruppo di creators con base a Los Angeles.
Sebbene gran parte del processo iniziale del gameplay di Rust sia la raccolta di risorse, la costruzione di una base e l’acquisizione di tools per velocizzare le due operazioni precedentemente citate, il “late game” si basa quasi esclusivamente su situazioni PvE ad altissimo svantaggio numerico o PvP, dove si combatte per il loot o si “razziano” (con offline od online raid) le basi avversarie. Basti pensare ad esempio ai monumenti (luoghi speciali presenti sulla mappa) dove avviene lo spawn di nemici PvE particolarmente tosti (come ad esempio il carro leggero M2 Bradley in Launch Site, o le ondate di scienziati corazzati sulla piattaforma petrolifera grande), ed il controllo del rinculo delle armi assume un’importanza ben più decisiva rispetto ad altre fasi di gioco; oppure, quasi si affrontano altri giocatori (sia nelle basi che all’aperto), saper controllare la curva di rinculo dell’Assault Rifle (il caro vecchio AK-47) o l’M249 è essenziale per sopraffare gli avversari.
Ecco, in questo caso, anche a lunghe distanze il mouse ha mantenuto una precisione unica, specie con l’M249 (che di contro ha una curva di rinculo che vi costringe a spingere il mouse verso il basso a velocità costante) che richiede precisione per lunghi periodi di tempo visto il caricatore da ben 100 colpi. Se nelle altre fasi di gioco precisione e latenze ridotte sono praticamente inutili, in situazioni del genere il mouse ha dato il meglio di sé, facendomi vincere più gunfight del solito.
Ammetto di aver via via abbandonato il sentiero del giocatore competitive di Apex Legends, ma nelle poche ma intense occasioni in cui ho utilizzato il Viper Ultimate nelle lande desolate di Kings Canyon e World’s Edge non ho avuto che soddisfazioni: ogni arma ha la sua curva di tracking per combattere il rinculo, e indovinate un po’? La mia arma preferita, lo Spitfire, tende a dare di matto quando sparate. Per fortuna, il peso leggero (necessario in giochi come Apex) ha permesso sessioni di gioco più prolungate del solito, e ha consentito movimenti rapidi e precisi grazie al sensore che (seppur utilizzato in un range tra i 600 e i 1600 DPI) ha dato il meglio di sé.
Ancora una volta, visti gli alti framerate, è facile “sentire” se ci sono ritardi di input, ma non ne abbiamo notato nessuno nelle 3 settimane di utilizzo.
Sia chiaro: testare mouse è difficile (serve tanta strumentazione per farlo in maniera scientifica) e incredibilmente soggettivo, visto che la forma e la dimensione della mano e lo stile di grip cambia fortemente da individuo ad individuo, senza contare il resto del “setup”, come mousepad, altezza a cui ci si siede e altri fattori simili.
Produttività e daily use
Non c’è molto da dire sul fronte del daily use: il mouse è comodo per chi usa palm grip (non so se gli altri stili troveranno il Viper Ultimate altrettanto confortevole), anche se la forma ambidestra sacrifica il comfort per i destrimani in funzione della possibilità di far usare il mouse anche ai giocatori mancini. Venendo poi da un mouse dalla forma a “conchiglia” (l’XTRFY M4, altro mouse ultraleggero), utilizzare il Viper Ultimate dal design simmetrico ha richiesto qualche giorno “extra” per adattarmi alla forma diversa.
Venendo al dunque, ho utilizzato il mouse per editare le foto che trovate in questa recensione con Adobe Photoshop CC 2021, programma pressoché universale per la correzione delle immagini digitali. Potete quindi constatare la precisione con cui eventuali minuscoli granelli di polvere sfuggiti al pennello per pulire i prodotti siano invisibili, così come le correzioni allo sfondo e lo scontornamento di alcune immagini dall’incredibile accuratezza.
Il mouse non presenta alcun problema di ergonomia o drop-out della connessione, ed i 4 tasti laterali (due per lato) possono essere riconfigurati per eseguire, all’occorrenza, Macro preimpostate tramite l’apposita interfaccia su Synapse, sostituendo le funzioni “Avanti” e “Indietro” nelle pagine web o di Windows Explorer che i tasti presentano nella configurazione standard.
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