Tra lavoro, comunicazione, marketing, formazione e tempo libero, si estende il fenomeno della gamification. Uno dei trend più diffusi e frequenti degli ultimi anni, un’impostazione che permette di aumentare i livelli di produttività, di cambiare l’esperienza ludica, di comunicare in maniera diversa, di spronare allo studio.
Ma in cosa consiste la gamification? Questa parola inglese, usata per la prima volta da Jessie Schell, consiste nella trasposizione elementi ludici in settori, momenti, ambienti non ludici. E tra i vari segmenti ad aver sfruttato e soprattutto ad aver sperimentato le potenzialità di questo fenomeno c’è il gambling, il gioco d’azzardo pubblico e legale. Come riporta questo sito, la gamification in questo ambito è una strategia che mira ad aggiungere elementi interattivi ad un titolo, aumentando il coinvolgimento e i tassi di interesse. Questi elementi possono essere sfide e missioni, ma anche classifiche, premi, incentivi, oppure bonus, ricompense, premi. In questo modo si aumenta l’engagement degli utenti e si raggiunge l’obiettivo della fidelizzazione: ovvero l’utente diventa cliente fedele, appassionato e legato a quel marchio. Il meccanismo dei livelli e dei traguardi, tipico dei processi di gamification, incentiva gli utenti a continuare a giocare, con la speranza di guadagnare più punti e progredire verso livelli più alti. “Questo crea un ciclo di rinforzo positivo che incentiva gli utenti a ritornare periodicamente sulle piattaforme di gioco o casinò online che ospitano queste slot”, spiega Silvia Urso, redattore esperta della redazione di Giochidislots.com.
Ma dal mondo del gioco, la gamification si diffonde anche a quello del lavoro. Qui viene usata sia per stimolare la produttività dei dipendenti sia in fase di selezione, per il lavoro delle risorse umane. Lo ha spiegato in questa intervista Lara Oliveti, CEO di Melazeta, azienda di tecnologia digitale di Modena: “La gamification offre la possibilità di testare un candidato anche da un punto di vista ‘pratico’ e non solo teorico, come avviene in un qualsiasi colloquio di lavoro”. Un altro ambito aziendale in cui la gamification è utile è quello dell’onboarding: attraverso simulazioni e giochi gli utenti possono assumere il ruolo di manager provando a risolvere situazioni problematiche. “È un gioco che stimola e verifica le competenze trasversali di un individuo e la sua capacità di risolvere i problemi” continua ancora Lara Oliveti.
Tassello intermedio tra il lavoro e il gioco, non può essere il momento della formazione e dello studio. Qui la gamification è usatissima, come dimostra l’ultima edizione di CyberTrials, programma di formazione del Cybersecurity National Lab. Un progetto nato nel 2022 proprio con l’obiettivo di formare giovani esperte in sicurezza informatica, di età compresa tra i 14 e i 19 anni. Il corso si articola proprio tra studio e gamification, grazie ad esperienze di gioco immersive pensate per acquisire le necessarie competenze per operare in sicurezza in rete e affrontare i rischi del web.
Un gioco da ragazze, in questo caso. Un gioco per tutti, grazie ai segreti della gamification. Una strategia il cui successo non conosce barriere.
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