Ormai è abitudine chiudere tutte le app ancora presenti in blackground sul proprio smartphone, ma è davvero essenziale farlo?
Tuttavia questa operazione di “apparente” pulizia digitale è inutile, anzi, piuttosto che migliorare il consumo di energia lo peggiora, il tutto confermato dalle aziende come Apple e Google.
Il VP of Engineering for Android, Hiroshi Lockheimer, ha conferme autorevole che mirano a cambiare credenze fittizie create in quest’ultima decade di sviluppo digitale. Per spiegarne il motivo bisogna andare più nel dettaglio e analizzare il funzionamento del multitasking, le applicazioni possono infatti trovarsi essenzialmente in 5 ‘stati’, sia su iOS sia su Android: il primo è il non funzionamento, quando non è ancora stata chiamata in causa.
Segue la modalità attiva, ovvero quando stiamo usando l’App e l’abbiamo presente sullo schermo, seguita dall’inattività, ovvero una fase di transizione quando è ancora presente sul display ma non ci sono operazioni dirette legate. Poi c’è il background, quando l’applicazione è ancora in corso ma non si mostra direttamente, lavora diciamo ‘dietro le quinte’, portandoci notifiche come mail e messaggi. Infine abbiamo la modalità sospesa, ovvero quando l’App è in background e non sta effettuando alcuna operazione, ‘seduta’ sui suoi blocchi di memoria occupata.
Da quanto ne sappiamo i nuovi Android e iOS sono sistemi talmente aggiornati ed evoluti che ormai chiudono automaticamente le applicazione , allocando memoria dove serve.
In poche parole, smettetela di installare swipe o app purificatori , non aiuteranno mai a migliorare o salvare la batteria.
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