Stiamo diventando tutti cornuti. E per una volta, non dovrete guardare male il vostro compagno, ma il vostro smartphone.
Sebbene l’ISTAT ci dica che il cellulare sia il principale nesso tra infedeltà e relazioni, non è di questo tipo di corna che vogliamo parlare oggi, bensì di vere e proprie spine ossee corniformi (corna, speroni ossei, tutti i nomi sono giusti), che l’essere umano sta sviluppando sempre più, da quando il miglior amico dell’uomo è diventato il cellulare anzichè il buon vecchio fido.
La ricerca ha dimostrato come l’utilizzo più intenso sia corrispondente ad un agglomerato osseo maggiore.
Niente radiazioni
Se la preoccupazione fossero le “buone vecchie radiazioni” emesse dallo smartphone, stavolta il problema è più una questione di postura: questi speroni ossei sono provocati dall’inclinazione in avanti della testa, che sposta il peso dalla colonna vertebrale ai muscoli nella parte posteriore della testa. Il peso maldistribuito ed innaturale, sta causando la crescita ossea nei tendini e nei legamenti di connessione. Gli scienziati dicono che il trasferimento di peso che causa l’accumulo è comparativo a come la pelle si ispessisce per formare un callo in risposta alla pressione o all’abrasione. I ricercatori hanno affermato che la loro scoperta segna la prima documentazione di un adattamento fisiologico o scheletrico alla penetrazione della tecnologia avanzata nella vita di tutti i giorni.
Non solo corna
Il problema vero, è che oltre alla crescita delle “corna”, se così vogliamo simapticamente continuare a chiamarle, sembrerebbe che la crescita ossea non sia l’unico disturbo emerso a causa dell’uso diffuso di smartphone e tecnologia. Gli esperti di salute hanno anche parlato di vere e proprie sindromi, di “text neck” e “texting thumb”. Quest’ultimo è simile alla sindrome del tunnel carpale, un tipo di lesione da stress ripetitivo. Gli stimoli ossei che i ricercatori hanno rilevato sono grandi, e misurano tra tre e cinque millimetri di lunghezza. Gli studiosi dicono che il corno non sia un pericolo in sé e per sé, ma la formazione è un segno che la testa e il collo non siano nella giusta configurazione per tempi lunghi e protratti nel tempo. Questa struttura in passato si è manifestata solo sulle persone anziane che hanno sofferto un prolungato sforzo che ha influito sulla loro postura. I ricercatori suggeriscono che la crescita ossea può ora essere vista nel 41% dei giovani di età compresa tra 18 e 30 anni. Lo studio iniziato 3 anni fa, infatti, pubblicato nel Journal of Anatomy nel 2016, ha arruolato un campione di 218 raggi X, di soggetti di età compresa tra 18 e 30, per suggerire che la crescita ossea potrebbe essere osservata nel 41% dei soggetti e solo nella prima manche dei test.
Un altro articolo correlato in seconda fase, pubblicato su Clinical Biomechanics nella primavera del 2018, esponeva un caso di studio che coinvolgeva quattro adolescenti per sostenere che le corna non fossero causate da fattori genetici o infiammazioni, puntando invece al carico meccanico sui muscoli del cranio e del collo.
E il documento dei rapporti scientifici, pubblicato il mese prima, ingrandito per prendere in considerazione un campione di 1.200 raggi X di soggetti nel Queensland, di età compresa tra 18 e 86 anni ha fatto emergere il dato che le dimensioni della crescita ossea fossero sì presenti nel 33% della popolazione , ma diminuissero con l’età. Così hanno cercato un fattore e delle circostanze negli ultimi 10 o 20 anni che avessero cambiato il modo in cui i giovani tengono i loro corpi. L’arrivo degli smartphone.
Discussione su post