Nel paese dove il numero di Fanboy di prodotti è molto superiore alla media mondiale e dove chiunque compra prodotti senza aver la minima cognizione di ciò che stia acquistando, si può affermare che la tecnologia piaccia, ma che in pochi riescano davvero a capire cos’abbiano in mano.
Grazie al report dei Tech Habits, una ricerca che Samsung conduce ogni anno presso i consumatori di tutta Europa, arrivano dati molto interessanti (e preoccupanti) sul livello di tecnologia in Italia nelle nostre menti e nelle nostre case.
Se dobbiamo iniziare bene, la buona notizia è l’aumento della tecnologia nelle nostre case: oltre la metà degli utenti utilizzapiù prodotti hi-tech rispetto a 2 anni fa, parliamo di un 59%, superiore di 7 punti percentuali alla media continentale, e il 40% degli italiani si dice interessato alle nuove tecnologie, specie a quei prodotti mobili percepiti non alla stregua di semplici smartphone, bensì come centri multimediali per l’organizzazione della propria vita.
Se dobbiamo invece venire al peggio, il dato più corposo è quello che ci indica che gli user medi, di tecnologia ne capiscano poco: l’88% dichiara di aver almeno una volta finto di conoscere un termine hi-tech sul quale in realtà non aveva la più pallida idea. Il 32% degli italiani suggerisce che il problema sia la terminologia non sufficientemente user-friendly (percentuale che in Europa scende al 23%).E per questo, Samsung ha elencato le parole il cui significato effettivo è meno conosciuto dall’utenza: Cloud occupa la prima posizione (e non ci sorprende per nulla) in tutto il continente, mentre il secondo posto appartiene a emoji in Italia; così pure “Internet of Things”, “Fibra ottica” e “Android”. In europa invece, al massimo hanno problemi con la parola “streaming”.
Concludendo con altre percentuali, il 36% degli Italiani ammette di possedere un dispositivo tecnologico troppo avanzato per le proprie capacità d’utilizzo (43% il dato continentale), mentre il 7% sostiene di sentirsi in ritardo sul progresso attuale (11% in Europa).
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