I conti da pagare si fanno sempre più salati, via per il mercato PC consumer in netta discesa, e che il mercato Enterprise vede l’arrivo di rivali da non prendere sottogamba (ARM, NVIDIA, Qualcomm,Huawei, ecc) o il ritorno di vecchie conoscenze (IBM, AMD, ecc). E anche per via di alcuni investimenti non proprio azzeccati (DEC-Strong ARM, Itanium, McAfee, Atom SoFIA, ecc). Forse per via delle ingenti uscite, la casa di Santa Clara ha deciso di fare ricorso per annullare la multa da oltre 1,2 mld di dollari dall’Unione Europea nel 2014 per pratiche scorrette nei confronti della rivale AMD (tra il 2002 ed il 2005, quando gli Athlon 64 bastonavano le soluzioni Intel, quest’ultima ricattò gli OEM e gli ODM per boicottare le CPU della rivale che, ricordiamo, ha segnato il declino di AMD). Nel 2009 la Commissione determinò che Intel aveva messo in campo una serie di manovre volte a soffocare sul nascere la concorrenza della principale rivale. La casa di Santa Clara usò a proprio vantaggio una serie di sconti ai produttori di computer e catene distributive, assumendo anche altre misure volte a impedire o ritardare l’arrivo sul mercato di computer basati su hardware concorrente. Intel avrebbe fatto prezzi di favore a Dell dal dicembre 2002 a quello 2005 per impedire l’uso di CPU AMD nei suoi PC. Inoltre, Media Saturn Holding (MSH), casa madre di MediaWorld, venne pagata dall’ottobre 2002 al dicembre 2007 per vendere esclusivamente PC basati su CPU Intel.
Insomma, se i conti fanno fatica a tornare le cose cambiano: se si hanno in cassa 5€ e dovete darne 2 a qualcuno, un po’ vi rode; immaginate di dover dare via oltre un miliardo.
Da Bloomberg riportiamo: “The EU’s antitrust regulator in its decision said Intel had obstructed competition by giving rebates to computer makers from 2002 until 2005 on the condition that they buy at least 95 percent of chips for personal computers from Intel. Intel then imposed “restrictive conditions” for the remaining 5 percent, supplied by AMD, which struggled to overcome its rival’s hold on the market for PC processors, the EU said […] The EU also ordered Intel to stop using illegal rebates to thwart competitors, an instruction that Intel complained was unclear”.
Ricordiamo che Intel nel 2009 ha accettato di pagare ad AMD 1,25 mld di dollari di risarcimento per queste pratiche scorrette, prima che la US Trade Federal Commission emettesse la propria sentenza, e questo per evitare un risarcimento molto più salato. AMD accettò malvolentieri a causa della situazione finanziaria in cui versava, altrimenti avrebbe probabilmente rifiutato (come fece all’epoca di Jerry Sanders, quasi 20 anni prima). La UE, comunque, essendo al di fuori della giurisdizione statunitense ha continuano imperterrita per la propria strada.
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