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Netflix gioca duro contro chi pirata i suoi servizi

Gabriele Atzeni di Gabriele Atzeni
18 Gennaio 2016
in News
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Il mondo di chi pirata lo streaming è spesso facile, ma non quando un colosso decide che sia il momento fatale. Da qualche tempo, numerosi server ripropongono i titoli del catalogo online NetFlix in maniera completa ed incensurata, vale a dire aggirando completamente il limite degli abbonamenti (parliamo di SmartFlix), geolocalizzazione e quant’altro. NetFlix s’è quindi arrabbiata, e ha deciso di incrementare le sue misure geoblocking, studiate appositamente per eliminare il problema VPN e proxy.

Così infatti ha dichiarato la piattaforma multimediale, che ha attuato un cracking nei confronti di abbonati che utilizzano le reti VPN, proxy e servizi di sblocco per mascherare le loro posizioni. 

Alcuni membri usano proxy e unblocker per accedere a titoli disponibili fuori dal loro territorio. Per indirizzare il problema, adottiamo misure simili o uguali a quelle delle altre ditte. Questa tecnologia continua a evolversi e noi ci evolviamo con essa. Questo vuol dire che, nelle prossime settimane, chi si serve di proxy e unblocker potrà unicamente accedere ai contenuti del suo paese di residenza”, scrive Fullagar, dichiarandolo ad Ars Technica.

Per fortuna, Netflix è ora disponibile quasi in tutto il mondo. Ma come noi italiani sappiamo bene, sopratutto grazie all’avvento recente di Netflix, non ogni spettacolo è disponibile in tutto il mondo. Infatti, paese che vai, licenze che trovi:  dall’Italia non dovrebbe essere possibile vedere House of Cards in quanto in mano a Sky, ma nel resto del mondo Netflix domina.

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I servizi di proxy sono molto popolari tra gli utenti di Netflix, in particolare quelli al di fuori degli Stati Uniti, in quanto consentono l’accesso a video che Netflix ha concesso in licenza per altri paesi, ma non solo. A volte, la motivazione è quella di accedere ai contenuti multimediali che Netflix non ha concesso in alcuni paesi a causa della mancanza di domanda (per esempio, un emigrato coreano in UK può decidere di guardare spettacoli dal suo paese d’origine, che non sono stati concessi in licenza per il pubblico inglese per via di una ovvia mancanza di domanda); ma più comunemente, la versione americana di Netflix, grazie al suo mercato più ampio, ha una selezione significativamente migliore dei titoli in lingua inglese rispetto ad altre regioni.

L’intento della società di streaming sarebbe quello di estendere l’acquisizione delle licenze di trasmissione in tutto il globo, cercando così al contempo di contrastare l’utilizzo di strumenti in grado di permettere la visione di NetFlix in Paesi che ancora non posso usufruire del suo servizio. Netflix infatti, come dichiarato, deve “continuare a rispettare e far rispettare le licenze dei contenuti per posizione geografica. Non vediamo l’ora di offrire tutti i nostri contenuti ovunque in modo che i consumatori siano in grado di godere di tutti i servizi Netflix, senza l’utilizzo di un proxy. Questo è l’obiettivo che continueremo a perseguire.”

L’utilizzo di server proxy e VPN sarà quindi considerato da NetFlix una vera e propria infrazione delle regole che andrà a scontrarsi, molto probabilmente, con la Commissione di Bruxelles, nota per essere solitamente una garante zelante per quanto riguarda le tutele degli utenti.

Tags: Ars TechnicageoblockingnetflixcproxysmartflixUkvietativpn
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Gabriele Atzeni

Gabriele Atzeni

Sin da bambino appassionato di elettronica e PC, ha smontato il suo primo PC nel 1990 per poi litigare coi vari gestori di negozi di spare parts perchè non avevano il pezzo che diceva lui, dimostrandosi precocemente precisino e rompiscatole. Sportivo, amante delle freddure e se avete bisogno di supporto morale è la persona giusta. Nel supporto immorale poi, non teme confronti.

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