Quanti messaggi avete scritto alla vostra celebrità preferita? 1, 10, 100? E avete mai ricevuto risposta? Probabilmente no, ancor meno se foste in possesso del suo numero telefonico anzi, probabilmente sareste a corte per un ordine restrittivo di 50 metri.
Del resto, provate ad immaginare quanti messaggi possa ricevere ogni giorno: migliaia, almeno, ma solo una manciata otterranno risposta. Le ragioni alla base possono essere le più varie: poco tempo, poca voglia, l’abitudine a ricevere tutte quelle attenzioni sino al provarne quasi fastidio, e la totale mancanza di stimoli nell’intraprendere una conversazione con chiunque. Senza contare le polemiche del “perchè ha risposto a lui e non a me?”. E alla domanda virgolettata ci si potrebbe sentir rispondere “bè, perché lui ha pagato”.
Proprio in questo consiste l’applicazione TipTalk.
L’idea è nata da una conversazione tra il co-fondatore Owen DeVries e una star di instagram non identificata, dove gli racconta delle centinaia migliaia di messaggi che riceve ogni giorno e della mancanza di voglia di rispondere. Sino alla domanda “a quanti risponderebbe se fosse pagata per farlo?” che riceve un veniale ma eloquente “ci passerei tutto il mio tempo libero”.
ComeCosì, insieme a Zach Melamed e AJ Hamm, DeVries trasforma il sogno in app. Il funzionamento è molto semplice: ci si iscrive, si crea un profilo, si acquistano crediti, si sceglie una star, le si scrive e si aspetta. La risposta è garantita negli ambiti più disparati, dai saluti ai consigli ai racconti di vita. Il prezzo? Lo decide la star. I personaggi meno noti chiedono circa 20 dollari per un messaggio, 50 per una foto e 100 per un video. Al personaggio famoso va il 50%, Apple trattiene la sua tassa del 30% e il restante 20% è il guadagno di TipTalk. I fan vengono rimborsati nel caso non ottengano un riscontro entro 48 ore.
Insomma, un fluido ed enorme mercato che converte in soldi ciò che di più naturale dovrebbe esserci, ma come biasimarli?
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