Dopo la delibera sulla libertà di utilizzo del modem, gli operatori telefonici hanno cercato di tamponare la perdita con rimodulazione sulle proprie offerte residenziale, con aumenti sempre più significativi verso i propri clienti.
L’ultimo, in ordine cronologico ascendente, riguarda l’operatore Vodafone, il quale tramite il suo servizio afferma che “A partire dalla prima fattura emessa dopo il 7 luglio 2019, il costo di alcune offerte di rete fissa aumenterà di 2,99 euro al mese, consentendoci di continuare a investire sulla rete per offrire ai nostri clienti la massima qualità dei nostri servizi.”
Inoltre il portale web afferma che “Tutti i clienti interessati riceveranno la comunicazione di tale modifica in fattura e, se non la accetteranno, potranno recedere dal contratto o passare ad altro operatore mantenendo il loro numero senza penali né costi di disattivazione fino all’ultimo giorno di validità delle precedenti condizioni, indicato nella stessa comunicazione, specificando come causale del recesso “modifica delle condizioni contrattuali“.
Vodafone offre come è giusto l’opportunità di recedere, ma c’è un “però”. Infatti coloro che “hanno un’offerta che include smartphone, tablet, Mobile Wi-Fi, Vodafone TV o che prevede un costo di attivazione a rate, potranno scegliere se pagare le eventuali rate residue del costo di attivazione e/o del/i dispositivo/i associato/i a tale offerta in un’unica soluzione o con la stessa cadenza e con lo stesso metodo di pagamento precedentemente indicati, comunicandolo nella richiesta di recesso.”
Insomma, penali o meno, come sempre c’è l’inganno, ed è l’utente a rimetterci qualunque sia la scelta effettuata, poiché il passaggio da un operatore all’altro richiede comunque un costo di attivazione (anche a rate e per 48 mesi).
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