L’America ha scelto la rete uguale per tutti. Internet era arrivata a un bivio: restare “neutrale” come l’abbiamo conosciuta finora oppure diventare una rete a due velocità. Con 3 voti favorevoli su 5, la FCC ha seguito la linea tracciata da Barack Obama nel suo discorso del 10 novembre scegliendo la “net neutrality”.
Grazie all’appoggio dei 2 commissari democratici si è potuto approvare il nuovo pacchetto di regole con cui “blindare” la rete uguale per tutti inserendo la fornitura di banda larga nella categoria dei servizi di telecomunicazione, considerati di pubblico interesse.
Quindi l’FCC interviene ora per garantire una rete aperta e competitiva: i provider non potranno discriminare il traffico dei contenuti online con “doppie velocità”, filtri, corsie veloci o rallentamenti arbitrari.
La decisione non piace alle telecom come Comcast, AT&T e Verizon, e non è affatto da escludere che diano battaglia in tribunale.
Ma il fronte a favore della neutralità è ampio, a sua difesa si sono schierate grandi figure del web come il padre di internet Tim Berners-Lee e il papà dei Creative Commons Lawrence Lessig. “La libertà selvaggia è un’illusione. Perché Internet rimanga davvero aperto e consenta la concorrenza è necessaria un’azione di governo” oltre che i colossi della Silicon Valley come Netflix, Youtube o Apple, il cui cofondatore Steve Wozniak ha subito definito il voto dell’FCC “una vittoria”.
Certo le ambiguità non mancano: ad esempio Google, che da qualche tempo opera anche come telecom gestendo fibra ottica, aveva espresso qualche perplessità, ma a poche ore dal voto il presidente dell’authority ha rivisto il testo considerando gli ultimi suggerimenti arrivati da Big G.
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