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Come sparisce una startup Eth col messaggio “Pene”

Gabriele Atzeni di Gabriele Atzeni
8 Marzo 2018
in News
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Home News
276
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Tutto bene: hai la grana, investi in una società di Ethereum per nuovi gettoni di criptocoins, e dopo qualche giorno spariscono col “Bottino” lasciando nel loro sito la scritta “Pene”. Sembra clickbait, semra inventato, ma è quello che è realmente successo con la startup Ethereum chiamata Prodeum, che pare scomparsa dal web a fine gennaio dopo aver raccolto un “malloppo” di ben 11 dollari da un crowdsale. E poi ha lasciato sulla sua homepage: “penis”.

Prodeum è almeno la seconda startup di Ethereum che scompare dopo aver raccolto del denaro in un Initial Coin Offerings (ICO),  come Confido che però riuscì a sgranocchiarsi ben 374.000 dollari.

L’intento di Prodeum, secondo una versione cache della sua pagina web , era tracciare la filiera delle verdure utilizzando la Blockchain, un libro mastro decentralizzato nel cuore di Ethereum e altre criptovalute come Bitcoin.

Pic from Motherboard

Ancora nel mistero però, la scelta della scritta “Penis” sulla home, in quanto avendo raccolto solo 11$, non è stato certo un colpaccio da poter dire “Vi abbiamo fregato”, anche se la società inizialmente aveva intenzione di raccogliere 5.400 Ether, ovvero $ 6,5 milioni. Il sospetto che fosse un troll c’era, ma il sito Prodeum era abbastanza elaborato da suggerire una vera cura e impegno nel progetto.

Tutte le tracce di Prodeum, sono state cancellate da internet e la sua homepage ora reindirizza a un account Twitter anonimo. Darius Rugevicius, Vytautas Kaseta e Mario Pazos erano tutti elencati come membri del team o consulenti sulla pagina di raccolta fondi di TokenDesk per Prodeum. Mentre i falsi fondatori sono un tratto comune tra le startup di criptovalute discutibili , Rugevicius, Kaseta e Pazos lavorano tutti con startup blockchain. Tutti e tre hanno espresso preoccupazione al Business Insider, dicendo che la truffa di Prodeum potrebbe avere un impatto negativo sulla loro reputazione.

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Gabriele Atzeni

Gabriele Atzeni

Sin da bambino appassionato di elettronica e PC, ha smontato il suo primo PC nel 1990 per poi litigare coi vari gestori di negozi di spare parts perchè non avevano il pezzo che diceva lui, dimostrandosi precocemente precisino e rompiscatole. Sportivo, amante delle freddure e se avete bisogno di supporto morale è la persona giusta. Nel supporto immorale poi, non teme confronti.

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