Che Google fosse Skynet, come nel film Terminator, in molti ci avevano già pensato. Da cosa nasce l’ipotesi fantascientifica? Dal fatto che, a maggio 2017, i ricercatori di Google Brain annunciavano la creazione di AutoML, un’intelligenza artificiale (AI)pensante, e in grado di dare vita lei stessa altre AI.
Ed è esattamente quello che è successo, infatti, AutoML ha costruito di recente una nuova AI che fosse più efficiente di quelle con compiti analoghi, create dai programmatori umani. La nuova IA, chiamata NASNet, aveva il compito di riconoscere gli elementi chiave all’interno di un video (umani, aquiloni, alberi, auto, semafori, insomma quello che il nostro cervello fa senza che ce ne accorgiamo) e AutoML in seguito avrebbe dovuto valutare la performance di NASNet per migliorare la sua stessa creazione, ripetendo il processo migliaia e migliaia di volte. Nonostante il principio alla base sia semplice (un algoritmo impara con una routine basata su ricompensa e punizione, venendo esposto a grandi quantità di dati) il processo richiede molto tempo e risorse.
Quando NASnet fu testata su grandi contenitori informatici di immagini (ImageNet Image Classification), ottenne risultati migliori di tutti gli altri sistemi informatici di riconoscimento visivo, con un’accuratezza dell’82.7% nel riconoscere le immagini, 1.2% più efficiente rispetto ad ogni altro sistema mai testato. AutoML, quindi, è stata più brava dei migliori programmatori nel creare un software di riconoscimento immagini.
Questo fenomeno di creazione, solleva anche degli interrogativi su sicurezza e privacy: cosa accadrebbe se il genitore dotasse la creazione di caratteristiche non gradite? E se fosse impiegato in sistemi automatici di video-sorveglianza, prima che una legislazione specifica sull’argomento sia disponibile? La società in questo caso non sarebbe pronta all’avanzamento tecnologico garantito dalla AI.
DeepMind, una compagnia di Google, ha invece annunciato la creazione di un gruppo per esaminare le implicazioni etiche e morali dell’AI.
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