La compagnia punta a far crescere i ricavi legati alla cessione delle migliaia di informazioni che transitano sulla sua piattaforma ogni giorno. Lo rivela il data strategy chief dell’azienda Chris Moody.
A circa 10 anni dalla nascita, la piattaforma di microblogging, fondata da Jack Dorsey e Biz Stone prova ad alzare i propri guadagni. Messe da parte le polemiche su volgarità e insolenze che ne minano il successo, la società californiana pensa ai suoi conti, in rosso per 125 milioni di dollari nel quarto trimestre e per battere cassa, punta tutto sul valore dei contributi prodotti dai suoi 288 milioni di utenti.
Un flusso continuo di immagini e parole: appena 140 caratteri, dietro cui si celano informazioni che fanno gola ai cosiddetti data miner, i minatori di dati, a servizio delle agenzie pubblicitarie sempre più interessate a capire nel dettaglio le abitudini dei consumatori.
Sono già trilioni i tweet che vengono setacciate in cerca di opportunità commerciali. Una strategia anticipata qualche settimana fa da Business Insider quando, in occasione del World Mobile Congress a Barcellona, Moody aveva acceso i riflettori proprio sul prezioso, quanto immenso, archivio di notizie custodito nelle cassaforti del social network.
“Twitter”, spiega il data strategist alla rivista britannica, “dà l’affascinante opportunità di capire le persone in un contesto inimmaginabile prima d’ora”.
Il primo passo in questa direzione è stato compiuto lo scorso aprile con l’acquisto di Gnip, una società di analisi, già partner di lungo corso dell’azienda e capitanata dallo stesso Moody.
Un affare da 132 milioni di dollari, che oggi consente a Twitter di monetizzare i dati in suo possesso in due modi: stipulando abbonamenti di lettura con compagnie del calibro di Oracle, Ibm e Salesforce.com ed un altro modo, anche studiosi e ricerche scientifiche possono ottenere vantaggi dalla collezione dei tweet, l’Università di Harvard, per esempio, li usa per tener traccia delle intossicazioni alimentari negli Stati Uniti, mentre, l’Università di Wollongong monitora costantemente la condizione delle zone devastate e dei possibili rifugi durante le alluvioni in Indonesia e nello stesso modo, sfruttando la geolocalizzazione, scannerizzando post e reazioni dei tifosi, la polizia potrebbe essere in grado di bloccare l’escalation di violenze negli stadi o in qualsiasi altra manifestazione sportiva e persino gli attacchi terroristici.
Moody si sbilancia con la parola “Chiarezza”, infatti il team non conserverà i messaggi scambiati dagli utenti in privato ma raccoglierà tutto ciò che viene postato sulla bacheca pubblica: inutile protestare.
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