Ecco il PCB della Sound Blaster AE-7:

Il PCB è molto simile a quello della AE-5, ma la principale differenza è il DAC, che passa da un ESS Sabre 9016 ad un ESS Sabre 9018, con una maggiore pulizia del segnale. La sezione Xamp di biamplificatori per le cuffie dispone di 4 condensatori Mouser WIMA 1000/63 (i parallelepipedi rossi) e di 4 MOSFET Farnell BD139 e BD140, e questa accoppiata permette di aumentare il volume in uscita per gli headset collegati. Subito accanto, un relè HongFa HFD31/5, che si occupa fisicamente di switchare tra uscita cuffie ed uscita casse.
Ovviamente il DSP (Digital Signal Processor) è il Sound Blaster Core3D, che dal 2011 si occupa di svolgere il ruolo di cuore sulle schede audio Creative.
Nella parte in alto, troviamo dei piccolissimi LED bianchi che illuminano la scritta laterale e la parte superiore del PCB della scheda. Questi LED sono molto più piccoli di quelli della AE-5 (non dovendo essere RGB), emettendo anche moooolta meno interferenza elettromagnetica.
Musica
Incomincio col dire che ho effettuato tutti i test audio con le Creative Aurvana Trio ricevute dall’azienda alcuni mesi fa. ndr: tutti i test sono stati effettuati alla massima qualità impostabile da Sound Blaster Command, in modalità diretta, senza effetti, equalizzazione o preset, per approfittare della massima resa sonora.
Cominciamo col classico trio di canzoni che utilizziamo nelle review: Spit out the bone dei Metallica, Ocean di John Butler nella versione Studio del 2012, e Shadowtask, di Pylot, dall’omonimo EP pubblicato su Monstercat.
Cominciando con i membri dei Big Four, ovvero i Metallica, il brano è una cavalcata di potenza e caos, con chitarre in gallop e batteria che usa tantissimo la grancassa e il timpano nell’introduzione, per poi cominciare con intrecci tra le due chitarre, il basso potente di Rob Trujillo e la batteria di Ulrich di cui non viene trascurato nessun componente; la voce di Hetfield è graffiata come non mai, “pesante” nel timbro, e la AE-7 riesce a dare la giusta importanza a tutti i membri della band, che sia l’assolo di chitarra, di basso o il silenzio totale, disturbato solo dal doppio pedale di Lars Ulrich al drumset. Scelgo sempre questo brano non solo perché i MetallicA sono il mio gruppo preferito, ma anche perché ci sono molte sezioni della canzone davvero affollate, dove è difficile distinguere ogni singolo strumento se la catena file>scheda audio>cuffie (o casse) presenta un anello debole.
Nessun problema in questo caso.
Ora tocca ad Ocean di John Butler, frontman dell’omonimo John Butler Trio, un brano strumentale su chitarra acustica dai suoni pulitissimi e cristallini. L’abilità di JB nel suonare quasi tutte le corde in ogni momento fa sì che, anche in questo caso, ci sia “folla” di suoni, ma molto meno caotici rispetto alla situazione dei MetallicA.
Con la Creative Sound Blaster AE-7, sono riuscito ad apprezzare ancora di più questo brano rispetto alla AE-5, figuriamoci quindi rispetto a soluzioni integrate su schede madri, di gran lunga di qualità inferiore. Ogni colpo sulla cassa della chitarra a 12 11 corde non copre le corde dalla tonalità più bassa, ed è quasi possibile sentire ogni nota in ogni accordo. Ascoltando il file in MP3 V0, e non in FLAC come nelle altre due canzoni, non posso che dire di essere sorpreso per come la scheda audio riesca a non rendere evidenti i tagli di frequenza e la compressione che viene fatta quando si converte una traccia in questo formato.
Quando intorno al minuto 5:00 la canzone cambia ritmo, e JB inizia a colpire corde singole insieme a quelle responsabili degli arpeggi, si può sentire ogni singola corda risuonare, e credo che sia una cosa davvero eccezionale. Il volume si può spingere a livelli altissimi senza distorcere nessun range di frequenza.
Concludendo con il brano di PYLOT, Shadowtask, che è anche il nome dell’EP da cui è tratto, cambiamo totalmente registro, passando dalla musica su chitarre vere a quelle riprodotte in digitale.
Questo brano, che da alcune settimane è anche l’intro dei nostri video su YouTube, presenta suoni provenienti direttamente dagli anni ’80, con una chitarra elettrica distorta e synth a profusione, insieme ai kick su drum machine. Un vero e proprio brano EDM, con una traccia vocale con un effetto flanger e tanti altri effetti. Shadowtask è veloce per quasi tutta la durata del brano, tranne un momento che potremmo definire un vero e proprio breakdown, per poi ricominciare con tutta la potenza elettronica; la AE-7 riesce a rendere perfettamente i toni medi (che permettono ai suoni di essere chiaramente distinguibili), e la pulizia con cui viene riprodotta la canzone è davvero incredibile. Forse in questo caso la differenza con la Sound BlasterX AE-5 non si sente tantissimo, ma è comunque presente maggiore clarity.
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