Bentornati all’angolo del retrogaming di ReHWolution! Oggi faremo tornare alla luce uno dei giochi più belli che siano mai usciti per il Super Nintendo, ovvero Donkey Kong Country. Fisso da ormai 20 anni nella mia personale top 5 dei giochi preferiti, questo platform del 1994 è un capolavoro di tecnica, grafica e musica che regge tuttora il confronto con i più moderni giochi del suo genere.

Donkey Kong Country non ha una vera e propria storia, ma fornisce una plausibile spiegazione al viaggio dei protagonisti senza troppe pretese: I Kremlings (coccodrilli umanoidi) hanno rubato tutte le banane della famiglia Kong e lo scopo del giocatore è guidare Donkey e il suo piccolo amico Diddy alla riconquista del tesoro perduto. Semplice, no? Per poter quindi completare il loro viaggio la coppia di scimmie dovrà attraversare ben 33 livelli di gioco suddivisi in 6 regioni.

Ogni regione comprende 5 o 6 livelli, oltre al livello del boss e ai tre in cui compaiono gli alleati di Donkey che vi descriviamo subito. Il primo, e sicuramente anche il più famoso in quanto personaggio ricorrente nei successivi capitoli, è Cranky Kong, ovvero il nonno di Donkey. Cranky Kong è un acido vecchietto che vive all’interno di una capanna costruita sulla sommità di alcuni alberi e che passa le sue giornate dispensando consigli al nipote su come proseguire nella sua avventura, senza mai dimenticare di offenderlo ricordandogli di quanto lui alla sua età fosse molto più forte e veloce. Cranky è anche il padre di Donkey Kong Jr., protagonista dei vecchi cabinati con Super Mario.
Un altro alleato è Funky Kong, un vecchio amico di Donkey che grazie al suo barile-aereo vi consentirà di viaggiare tra le regioni per raggiungere livelli già completati in precedenza. L’ultimo dei tre livelli fissi in ogni mondo è quello in cui si trova Candy Kong, ovvero la fidanzata di Donkey, che ci permetterà di salvare la partita saltando all’interno del suo barile speciale.
Tutti gli altri livelli sono invece schemi di gioco con ambientazioni che spaziano dalla giungla alla barriera corallina, passando per grotte, miniere e fabbriche. In ogni livello ci sono le lettere K, O, N, e G da raccogliere per ottenere una vita bonus. Queste lettere non sono fondamentali per completare il gioco al 100% (anzi 101%), ma lo stesso non si può dire delle aree bonus che invece vanno visitate tutte almeno una volta. C’è sempre come minimo un’area bonus in ogni livello (tranne in quelli acquatici che non ne contengono affatto) per un massimo di cinque. Per sapere con certezza se sono state trovate tutte le aree bonus di ogni livello basterà guardare il nome del livello stesso una volta completato: se presenterà un “!” alla fine, ogni segreto al suo interno sarà stato scoperto.
Spesso è possibile trovare nei livelli degli “Animal Token” dorati raffiguranti Expresso lo struzzo, Enguarde il pescespada, Rambi il rinoceronte e Winky la rana, ovvero i compagni animali che è possibile cavalcare in alcuni livelli per eliminare più facilmente i nemici e raggiungere aree bonus altrimenti inaccessibili. Una volta collezionati 3 token dello stesso animale si verrà istantaneamente teletrasportati in una speciale area bonus (ogni volta sempre uguale) in cui si avrà un minuto per raccogliere quanti più mini-token possibili, per poi scambiarli con delle vite extra (1 vita ogni 100 mini-token raccolti).
Ognuna delle sei regioni ha un livello finale in cui si affronta un boss (tutti purtroppo molto semplici), senza contare però Captain K. Rool. Il coccodrillone infatti è il boss finale ed occupa da solo la settima regione, portando quindi il totale dei boss a 7. Nell’ordine troviamo: Very Gnawty, Master Necky (nella foto a sinistra), Queen B (nella foto a destra), Really Gnawty, Dumb Drum, Master Necky Sr e K. Rool.
Prima ho definito Donkey Kong Country come un capolavoro di tecnica, grafica e musica. Ora cercherò di spiegarvi perché, punto per punto:
- TECNICA: Il game play è semplice ed intuitivo, oltre ad essere invecchiato egregiamente. Quattro tasti per muoversi, un tasto per saltare, un tasto per rotolare (e correre se tenuto premuto) ed uno per cambiare personaggio giocabile. Inoltre Donkey Kong (ma non Diddy) può sbattere le mani in terra per rivelare caschi di banane nascosti. Tutto qui? Si, l’avevo detto che era semplice dopotutto… però è quello che basta se anche tutto il resto funziona alla grande.
- GRAFICA: Per essere un gioco del 1994, la Rareware riuscì a creare delle suggestive ambientazioni 3-D su una console che lavorava solo con immagini bidimensionali grazie ad una particolare tecnica grafica di pre-rendering. Il risultato è tuttora sbalorditivo!
- MUSICA: La colonna sonora di Donkey Kong Country è ciò che più ti resta nel cuore. Ogni canzone è adatta all’ambientazione del livello e contribuisce enormemente a far sentire il giocatore immerso nel mondo di gioco. Ma le parole non bastano… quindi vi farò ascoltare alcune delle tracce più belle accompagnandole ad immagini tratte dai livelli in cui è possibile ascoltarle per la prima volta (alcune le ho già inserite in precedenza evidenziando i nomi dei personaggi a cui sono collegate)!





In conclusione posso dire solo una cosa: se non ci avete mai giocato, fatevi questo regalo. E se invece lo avete amato anche solo un decimo di quanto l’ho amato io, spero che leggere queste poche righe vi abbia fatto sorridere. Anche per questa volta è tutto, Runehise e ReHWolution vi salutano e vi danno appuntamento alla prossima retro-recensione!
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