Dopo la notizia rilasciata nei giorni scorsi da Terry Myerson in merito all’aggiornamento gratuito a Windows 10 anche agli utenti che utilizzano una copia pirata di una precedente versione del sistema operativo, nella giornata di ieri, il colosso di Redmond attraverso una nota chiarisce un ulteriore aspetto della vicenda, in modo che tutti avessero le idee ben chiare:
Con Windows 10, anche i PC con software non originale possono essere in grado di effettuare l’upgrade a Windows 10, l’upgrade non cambierà lo stato della licenza. La copia non originale di Windows non è pubblicata da Microsoft. Non è correttamente concessa in licenza o supportata da Microsoft o da un partner di fiducia
Se un dispositivo è stato considerato non originale o con licenza irregolare prima dell’upgrade, il dispositivo continuerà ad essere considerato non originale o con licenza irregolare anche dopo l’upgrade. Secondo gli esperti, l’uso di software piratato, comprese le copie non originali di Windows, presenta un più elevato rischio di malware, frodi (furti di identità, dei dati della carta di credito, etc), esposizione pubblica delle informazioni personali e un più elevato rischio di prestazioni scarse o di feature non correttamente funzionanti.
Non ci sarà alcun indulto per i pirati del software; la software house in poche parole non blocca la possibilità di aggiornamento, ma non ha alcuna intenzione di regalare licenze a coloro che non hanno acquistato il software. La sostanza del provvedimento, quindi, non muta: le copie pirata resteranno tali anche dopo aver ricevuto l’aggiornamento gratuito a Windows 10 con tutti gli effetti che ne derivano.
Naturalmente, resta al suo posto il discorso dell’aggiornamento gratuito per chi invece possiede la copia originale.
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