Di seguito, parleremo delle specifiche tecniche della ASUS ROG Maximus XI Extreme. Per ulteriori informazioni e per scaricare i driver più aggiornati, vi invitiamo ad andare sul sito ufficiale di ASUS:
La MXIE (come chiamerò la Maximus XI Extreme d’ora in poi, per brevità) è una scheda madre basata su chipset Z390 con socket LGA1151v2, con supporto a tutte le CPU di 8° e 9° generazione di Intel.
Accanto al socket, troviamo i tipici 4 slot DIMM per memorie DDR4, con supporto a frequenze fino a 4400 MHz e una capienza massima di 128 GB, portando quindi il supporto ai nuovi moduli DC (Dual Capacity) da 32 GB l’uno. Tali kit sono venduti da G.Skill e Zadak, e presentano un PCB con doppie file di chip di memoria, in modo da portare la capienza massima, appunto, a 32 GB per modulo. Recentemente, però, sono stati lanciati sul mercato moduli a singola fila sempre da 32 GB, quindi ci aspettiamo un update del BIOS per il supporto a tali kit.
Sul fronte della connettività, la MXIE ha un parco connessioni davvero ampio, tra cui spiccano 6 porte USB 3.0, 4 porte USB 3.1 di cui una Type C, una porta HDMI e, sul fronte network, due connettori RJ45 e due connettori per antenne completano il quadro.
Lato “wired”, le connessioni di rete della MXIE sono gestite rispettivamente da un chip Intel i219v 1Gbps ed un chip Aquantia AQC111C da 5 Gbps: qui il primo punto negativo di questa scheda madre. Considerando il prezzo elevatissimo (per una Z390, sia chiaro), avrei preferito vedere un chip da 10 Gbps, ovvero un Aquantia AQC107, dal prezzo davvero molto vicino al controller da 5Gbps.
Lato “wireless”: troviamo la connessione Bluetooth 5.0 e quella WiFi 802.11ac a 1733 Mbps gestita da un Intel AC9560, che garantisce una connessione 2T2R con la banda a 160 MHz.
Sul pannello I/O (il cui shield è preinstallato) completano infine la dotazione le classiche entrate/uscite audio, che quando il sistema è acceso si illuminano secondo il loro colore, gestite dall’ormai sempreverde Realtek ALC1220 in salsa SupremeFX, con una circuiteria di amplificazione decisamente superiore a tutti i concorrenti.
Il lato storage, nonostante il numero di linee PCIe sia limitato per via della piattaforma utilizzata, è davvero molto ampio, con 6 porte SATA III e ben 4 slot M.2, due tramite classici connettori sulla scheda madre e altrettanti presenti sul DIMM.2, aggeggio fantastico di ASUS che permette di montare due SSD ad alta velocità su un modulo ausiliario simile ad uno stick RAM. Ovviamente, popolando tutti e 4 gli slot M.2, alcune porte SATA si disattiveranno e gli slot PCIe (tranne il primo) vedranno ridursi il numero di linee PCIe assegnate, ma se volete storage velocissimo, è il prezzo da pagare.
Niente DEBUG LED monitor. No, ASUS fa le cose in grandissima ed include, al pari delle schede madri su chipset X299 e X399, un piccolo schermo OLED che permette di visualizzare in tempo reale il POST code, le temperature, i voltaggi, le frequenze o, se vorrete, un’animazione personalizzata o a scelta tra quelle preinstallate. Ah, e scherzavo. C’è anche il DEBUG LED monitor.
Passiamo alle chicche per gli overclockers: sono presenti due tasti (accensione e reset) on board, insieme a punti di lettura voltaggio che consentono, tramite un multimetro, di tenere sotto controllo le tensioni operative: cosa utilissima se non potete installare programmi sul vostro sistema, specie in overclock sotto LN2 o LHe2, dove meno programmi significa maggior efficienza e quindi score più alti. Sono inoltre presenti tasti per LN2 Mode e MemOK! che rispettivamente aumentano i range dei voltaggi e resettano le impostazioni delle RAM a valori “a prova di boot”, comodi se non volete perdere il resto dei settings nel BIOS soltanto per un overclock delle memorie sbagliato.
Tantissimi fan headers inoltre trovano posto sulla scheda madre, tutti raggruppati per migliorare il relativo cable management: cosa utilissima, perché è davvero fastidioso vedere cavi penzolanti in un PC con una scheda madre così cost- bella.
La sezione di alimentazione è gestita da un controller proprietario ASP1405I (un International Rectifier IR35201 rebranded), che regola 10+2 International Rectifier IR3555M, in configurazione Twin Phase.
In pratica, invece dei soliti doubler che suddividono il carico di lavoro tra due fasi, qui ci troviamo di fronte ad un sistema più semplice, dove per ogni “linea” di gestione del controller (8 in totale), ci sono il doppio degli elementi: due Power Stages, due chokes, due condensatori.
Ciò significa che non avremo accesso ad un load balancing basato sulle temperature, ma soltanto sull’effettivo carico applicato. Sebbene la MXIE si sia dimostrata più che valida in overclock estremo (come potete vedere su HWBot), è comunque un sistema più economico rispetto anche alla Maximus XI Apex, che è dotata di 16 fasi di alimentazione ed una gestione dell’overclock decisamente migliore. E costa anche di meno.
Ecco alcune immagini della sezione di alimentazione:
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