Con l’avvento dell’iPhone 6s, se ne sono sentite di cotte e di crude sull’hardware del nuovo dispositivo, e se da una parte c’è del giusto nel criticare che un device nel 2015 monti ancora un dual core, ci sono anche delle motivazioni a favore di questa scelta: vediamo di analizzare insieme la questione. E tenete conto che, chi scrive, non è esattamente un fan di Apple.
Il “nuovo” processore che va a sostituire l’A8 dell’iPhone 6 è l’A9, sempre un dual core che, sebbene ancora non testato su benchmark, è stato rilasciato da Apple con grande scalpore: si parla, secondo la mela, di una rivoluzione prestazionale con un aumento del 70% lato CPU e del 90% per quanto concerne la potenza grafica della parte GPU, quasi il doppio rispetto ad A8, sinchè benchmark non ci separi. Come siano riusciti ancora non è chiaro, ma su questo fa luce un pochino il malloppo di nuovi documenti trapelati dalla TENAA (il corrispettivo cinese della FCC americana) che possono aiutarci a fare un po’ di chiarezza. Qui vediamo che il processore è stato portato a 1,8GHz, probabilmente aiutato da un processo produttivo più evoluto e che rimane un dual core, non un tri-core come nell’A8X montato sui tablet Apple di ultima generazione.
Il problema credo nasca fondamentalmente nel vedere che i dispositivi di altro genere stiano procedendo verso 8 core (e 10 core, se vediamo gli ultimi Qualcomm), non pensando però che i sistemi Apple abbiano, softweristicamente parlando, una gestione completamente diversa. infatti iOS si basa in larga parte sulla componente grafica del processore per il rendering degli elementi dell’interfaccia grafica. È anche per questo che Apple spinge soprattutto sulla potenza della GPU, ottenendo nei benchmark risultati non troppo distanti dai top gamma 4 e 8 core di Qualcomm e Mediatek. E come non bastasse, apple lavora molto sulla potenza del singolo core, ottenendo risultati single-thread davvero eccezionali.

Inoltre è da considerare che mentre su Android abbiamo un vero multitasking, iOS non riesce ad eseguire più di un’applicazione contemporaneamente e non sono molte le applicazioni su mobile che supportano efficacemente il multi-core. Questo significa che un processore con un numero inferiore di core ma più potenza sul singolo thread, potrebbe rivelarsi più efficace e addirittura performante su app non sviluppate appositamente; emerge così che coem al solito, Apple A9 sia sviluppato sulle esigenze degli iPhone, e che non è proprio geniale cercare di misurarlo con gli altri processori ARM, poichè ci ritroviamo in un sistema diverso con esigenze differenti.
Tuttavia, bisognerà attendere i nuovi dispositivi per vedere se Apple abbia segnato anche stavolta. Anche se, le lamentele sul fatto che un iPhone 6 con A8 (e tutto il bene che gli si voglia) non riesca a gestire efficacemente info provenienti da Apple Watch i iOS, permangono.
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