Introduzione–>
Rilasciato nel lontano 2002, Splinter Cell è diventato da subito un cult dei giochi stealth sia per il suo gameplay, che riusciva a regalare alti momenti di suspance, che per l’intricata trama ideata dallo scrittore Tom Clancy.
Col passare del tempo, però, la saga ha iniziato a prendere una “brutta piega” tanto da arrivare all’ultimo e criticatissimo Conviction, nel quale erano state apportate una serie di modifiche radicali al gameplay (uccisioni spettacolari, stealth quasi assente e l’impossibilità di occultare i cadaveri nemici) che avevano snaturato l’originale concetto di questo gioco.
Le aspre critiche, per fortuna, sono servite ad Ubisoft che ha passato lo sviluppo del titolo ai suoi uffici di Toronto con l’obiettivo di riportare la serie alla sua luce iniziale. Dopo 3 anni di lavoro e tante modifiche, finalmente, siamo pronti a tornare accovacciati nei condotti di areazione e a parlarvi di Splinter Cell: Blacklist, uscito lo scorso 22 agosto.
Buona lettura!
Scheda Tecnica–>
Sviluppo | Ubisoft Toronto |
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Pubblicazione | Ubisoft |
Serie | Splinter Cell |
Data di pubblicazione | 22 agosto 2013 |
Genere | Stealth, Sparatutto in terza persona |
Tema | Fantapolitica |
Piattaforma | Xbox 360, Microsoft Windows, PlayStation 3, Wii U |
Motore grafico | LEAD Engine (Unreal Engine 2.5 modificato) |
Supporto | DVD, Blu-ray |
Fascia di età | 18 anni |
Periferiche di input | Sixaxis o DualShock 3, Joypad Xbox 360, Gamepad, tastiera, mouse |
Requisiti minimi
- OS: Windows XP (SP3) / Windows Vista (SP2) / Windows 7 (SP1) / Windows 8
- Processor: Intel Core 2 Duo E6400 / AMD Athlon 64 X2 5600+
- Memory: 2 GB
- Hard Drive: 25 GB free
- Video Card: DirectX 10 con 512 MB di RAM e Shader Model 4.0
Requisiti consigliati
- OS: Windows XP (SP3) / Windows Vista (SP2) / Windows 7 (SP1) / Windows 8
- Processor: Intel Core 2 Quad Q8400 / AMD Phenom II X4 940
- Memory: 4 GB
- Hard Drive: 25 GB free
- Video Card: Compatibile con DirectX 11
Il gioco utilizza l’Unreal Engine 2.5 (rinominato LEAD dal team di Ubisoft) ed è quindi alla portata di qualsiasi PC di fascia medio-alta attualmente in circolazione.
Blacklist è stato provato sia sulla mia test rig (Core i7 2600K @ 4.5GHz, 8GB di RAM, HD7970 e risoluzione 1920×1080) che su una meno recente (dotata di Core 2 Quad Q9300, 4GB di RAM, GTX570 e risoluzione 1440×900) e su entrambe il gioco girava fluidamente con dettagli Ultra.
Tra l’altro, nonostante il titolo faccia parte della serie di giochi “The Way It’s Meant To Be Played” di Nvidia, non abbiamo notato grandissime differenze in termini di prestazioni con la GPU AMD tranne che per il maggior supporto alle PhysX di Havoc e la presenza del Temporal AntiAliasing (TXAA).
Immagini del gioco–>
Di seguito alcuni screens direttamente dal gioco:
Trama–>
Splinter Cell: Blacklist è ambientato nell’ormai ben conosciuto universo fantapolitico ideato da Tom Clancy.
Gli eventi narrati si collocano temporaneamente pochi mesi dopo quelli di Conviction e nonostante sia possibile seguire il tutto senza aver giocato ai capitoli precedenti, è chiaro che i collegamenti a fatti e personaggi implichino che conosciate il corso della storia.
Una nuova minaccia incombe sugli Stati Uniti, quella degli Ingegneri, un gruppo di cellule terroristiche capitanate da un leader sconosciuto.
In seguito ad un assalto alla base militare di Guam il gruppo fa sapere al mondo quali sono le sue reali intenzioni: una serie di attacchi terroristici, mirati ai grandi centri economici americani, scanditi periodicamente dalla cosidetta Blacklist.
Gli States non possono stare a guardare e così viene allestito un gruppo antiterroristico supersegreto, Fourth Echelon (guidato dal nostro Sam Fisher), che dovrà indagare sulle operazioni e le identità degli Ingegneri per fermare il prima possibile questa nuova minaccia.
Riuscirà Sam nell’impresa? O il mondo si troverà sul baratro di una guerra?
Analisi del Gameplay–>Nonostante gli studi di Toronto abbiano voluto mantenere una certa continuità con la storia, il lavoro più grosso è stato fatto a livello di gameplay, al fine di ritornare “2 the roots”.
Ma partiamo per gradi: qual’è la prima cosa con il quale interagite in qualsiasi gioco? Il menu. In Splinter Cell: Blacklist, gli sviluppatori hanno avuto la geniale idea di porre fine a questo clichè e sostituirlo con qualcosa di più innovativo. Il tutto infatti è stato rimpiazzato dal Paladin, un enorme aereo che funge da base operativa per Fourth Echelon, dal quale sarà possibile avviare le missioni, ma anche accedere al multiplayer e alle opzioni. L’aereo sarà completamente esplorabile e potrete interagire con gli altri membri della squadra, chiamare vostra figlia via telefono o perfino fare una capatina in cabina di pilotaggio. Questa scelta mi sembra una sorta di “timbro Ubisoft”, poichè è quello che succede nei vari Assassin’s Creed quando si è fuori dall’Animus.
Ultima chicca, sarà possibile acquistare potenziamenti per il Paladin che vi forniranno ulteriori aiuti e vantaggi durante le missioni.
Ed è proprio delle missioni che parleremo. Esse si dividono in due tipi: campagna e secondarie, le prime sono appunto quelle che seguono la storyline e le indagini del team, mentre le seconde sono missioni minori che ci verranno proposte dai nostri collaboratori e che non hanno nessun collegamento importante con la “quest” principale, ma ci permetteranno comunque di testare e affinare le nostre abilità di combattimento. Ovviamente in entrambi i casi saremo ricompensati con soldi spendibili in upgrade sia per il Paladin che per il nostro equipaggiamento. Per quanto riguarda le missioni della campagna, la quale durata si attesta sulle dieci ore circa, è stato fatto un ottimo lavoro di level designing poichè gli approcci agli obiettivi sono numerosissimi e rispecchiano anche il nostro stile nell’affrontare le situazioni, lasciando quindi spazio a soluzioni completamente personali e variegate. Nel corso della storia avremo anche modo di prendere personalmente alcune scelte (come uccidere o risparmiare un cattivo) che aumenteranno ancora di più il senso di immersione nelle intricate indagini della squadra. Anche gli obiettivi sono più o meno vari, si passa dalle fasi di puro stealth, dove se si viene scoperti è game over, a fasi più action e improntate alla spettacolarità delle uccisioni.
Ubisoft Toronto ha quindi cercato un compromesso tra stealth e action, e lo dimostra anche il sistema di valutazione: a fine missione verremo infatti giudicati in base a tre profili (Fantasma, Pantera e Assalto) e ci verranno assegnati dei punti che si tramuteranno in soldi. Fantasma è puro stealth e sono i punti che ci verranno dati quando stordiremo i nemici o passeremo inosservati; Pantera è una via di mezzo, uccisioni letali ma senza dare nell’occhio; Assalto è il classico “ammazziamo tutti e chissenefrega dello stealth, GG!”. Ovviamente verrà premiata, con maggiori punteggi, una condotta meno sanguinosa volta appunto a stimolare l’approccio stealth e non action. Questo triplice stile di gioco si riscontra anche nell’equipaggiamento completamente personalizzabile di zio Sam: avremo infatti a disposizione una vasta scelta di armi, gadget, accessori e tute che permetteranno svariate combinazioni volte ad ottimizzare uno dei tre profili. Vi assicuro che c’è da divertirsi, non sarete mai stufi di aggiustare e ritoccare il vostro equip per giungere alla perfezione.
Purtroppo non tutto è rose e fiori, e anche in Blacklist ci sono alcune sbavature indesiderate. Prima di tutte l’IA, che in un gioco stealth dovrebbe essere il punto chiave, alcune volte si rivela imprecisa. Oddio, non sto dicendo che sia penosa, anzi, in alcuni frangenti è uno scoglio anche a difficoltà normale, ma parliamo di NPC che spesso si buggano a causa di porte o muri o di manovre di allerta non funzionanti (l’NPC grida, rimane immobile e nessuno corre a dargli una mano). Purtroppo questi piccoli errori non permettono la completa immersione nel mondo di gioco e rovinano l’atmosfera stealth che si è cercati di ricostruire.
Altro, per così dire, “difetto” è il motore grafico utilizzato per il gioco: Ubisoft possiede motori proprietari nettamente superiori all’Unreal Engine 2.5 (come l’AnvilNext di Assassin’s Creed 3) e invece gli studi di Toronto hanno optato per l’engine di Epic. Questa scelta però grava sulla qualità visiva con evidenti sbalzi di framerate nelle azioni concitate, texture non di altissima risoluzione, pochi effetti particellari e animazioni (soprattutto dei nemici) molte volte legnose. I volti dei protagonisti sono leggermente plasticosi ma veritieri, e si difendono bene grazie all’utilizzo del motion capture. I controlli in determinate situazioni non rispondono a dovere, esempio lampante è il tasto E per eseguire le azioni: se abbiamo una porta ed un altro oggetto posizionati vicino, molte volte si bugga eseguendo l’azione sbagliata e compromettendo la vostra copertura con conseguente game over.
Per quanto riguarda il comparto audio, alla colonna sonora praticamente inesistente si contrappone un’ottima caratterizzazione dei personaggi ed un doppiaggio all’altezza. Anche quello italiano finalmente non è di bassa qualità, anzi, notiamo con piacere il ritorno di Luca Ward, voce storica di Sam Fisher.
Considerazioni finali–>
Se Sam Fisher fosse una persona reale, sarebbe sicuramente orgoglioso del lavoro fatto da Ubisoft Toronto.
I ragazzi del team di sviluppo si sono impegnati a fondo al fine di riportare a galla il lato stealth del gameplay, che si pensava fosse ormai un relitto in fondo all’oceano dopo l’uscita di Conviction. Ho apprezzato tantissimo come abbiano cercato di “tenere contenti” tutti i giocatori, offrendo tre stili di gioco diversi tra di loro e tantissimi approcci agli obiettivi che ne allungano di molto la durata, contando anche le missioni secondarie e i vari gradi di difficoltà. Anche la storia intricata che c’è di base al gioco è coinvolgente, i colpi di scena non mancano e la libertà di scelta in alcuni frangenti è un elemento in più che giustifica dialoghi o sequenze non proprio esaltanti. Se non fosse per alcune pecche, come l’intelligenza artificiale non all’altezza e l’utilizzo di un engine tecnicamente datato, questo Splinter Cell sarebbe uno dei più belli dell’intera serie.
Tralasciando ciò, il gioco merita soprattutto per il ritorno degli elementi stealth ed è assolutamente un must per gli appassionati di zio Sam e dell’universo creato da Clancy.
Assegniamo quindi a Splinter Cell: Blacklist un giudizio di 9 stelle.
Un saluto dal vostro Skazza e dalla redazione di ReHWolution. A presto!
La recensione
Tom Clancy's Splinter Cell: Blacklist
Il ritorno allo stealth per Sam Fisher, protagonista della serie di videogiochi tratta dalla collana di romanzi di Tom Clancy.
Pro
- Campagna single player splendida e level design all'altezza
- Stealth is back!
- Possibilità di scegliere il proprio stile di gioco
- Personalizzazione completa del proprio equipaggiamento
- Buona caratterizzazione dei personaggi e doppiaggio italiano di alta qualità
Contro
- Intelligenza Artificiale non perfetta
- Scelta del motore grafico non proprio azzeccata
- Mappatura dei comandi buggata, che rende difficili gli approcci tattici
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