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ASRock X299 Taichi LGA2066 Mainboard

Ciro Sdino di Ciro Sdino
11 Agosto 2017
in Schede Madri
0
Home Reviews Schede Madri
928
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ASRock e X299–>

Eccoci finalmente con la prima recensione X299, con la ASRock X299 Taichi sul nostro banco di prova.

Si sa, ASRock è sempre “on the edge” per quanto riguarda i suoi prodotti, con soluzioni interessanti e ben posizionate sul mercato, in modo da garantire all’utente finale qualcosa per ogni fascia di prezzo. Ovviamente, con X299, parlare di schede madri economiche è un po’ un controsenso, visto che di per sé la piattaforma presenta costi abbastanza elevati.

Ciò nonostante, se non con il prezzo, l’azienda si è sempre distinta per il numero di features dei suoi prodotti: il valore effettivo, insomma.

Senza ulteriori indugi, quindi, vi presentiamo la recensione di una delle schede di punta dell’azienda Taiwanese, la ASRock X299 Taichi. Buona lettura!

Specifiche tecniche: ASRock X299 Taichi–>

Di seguito le specifiche tecniche della scheda madre oggi recensita. Per ulteriori informazioni e per scaricare i driver più aggiornati, vi invitiamo ad andare sul sito ufficiale di ASRock:

La ASRock X299 Taichi, come lascia intendere il nome, è basata sul chipset X299 (che analizzeremo in dettaglio nella prossima pagina), PCH che è alla base della piattaforma con supporto alle CPU Intel Core X-Series, che includono un i5-7640X (utilizzato nella review odierna), gli i7 7740X (4C8T), 7800X (6C12T), 7820X (8C16T) e gli i9 7900X (10C/20T), 7920X (12C24T), 7940X (14C/28T), 7960X (16C32T) e 7980XE (18C/36T).

Visto che ogni serie di CPU (77xx, 78xx i7 e 7xxx i9) hanno un diverso numero di PCIe, vi rimandiamo al manuale della scheda madre per capire quali slot e quali soluzioni di storage sono utilizzabili con ogni CPU, ma, ipotizzando l’utilizzo di una CPU i9 dotata di 44 linee PCIe, avremo accesso a 3 slot PCIe 16x meccanici e 3 slot Ultra M.2 da 32 Gbps, con la connettività composta da svariate porte SATA, USB, due porte Gigabit Intel, WiFi AC e le features addizionali che consistono in illuminazione RGB sotto al dissipatore PCH, chip audio Realtek ALC1220 con SNR di 113 dB(A), un BCLK Engine che consente di avere un range più ampio ed un tuning più “fine” per le regolazioni del Base Clock e la funzione BIOS Flashback, già presente su soluzioni concorrenti da alcuni anni, che consente l’aggiornamento o la “riparazione” del BIOS nel caso qualcosa andasse storto, senza il bisogno di installare nient’altro che l’alimentatore, annullando quindi la necessità di utilizzare CPU e RAM per aggiornare il BIOS.

Ciò torna particolarmente utile quando vengono rilasciate nuove generazioni di processori, dove il supporto è garantito solo tramite aggiornamento BIOS.

La ASRock X299 Taichi, ovviamente, supporta fino a 128 GB di DDR4 con frequenza massima di ben 4400 MHz, anche se la vostra esperienza potrebbe variare a seconda della CPU e delle memorie utilizzate, in quanto bisogna fare affidamento alla “Silicon Lottery”.

Alla fortuna, insomma.

Il nuovo design della X299 Taichi, rispetto alla X99 Taichi, è più elegante, si sposa meglio con configurazioni che non presentano hardware bianco e ovviamente si avvale di alcuni “upgrade”, come ad esempio il socket nickel-plated (che aiuta contro le interferenze elettromagnetiche, garantendo segnali elettrici più puliti), o il numero superiore di slot PCIe, o la connettività estesa, o anche solo il supporto all’illuminazione RGB tramite i LED onboard e gli header per strisce RGB, situati in posizioni strategiche che permettono un cable management ottimale.

Un gran bel passo in avanti, e la caratterizzazione “Taichi” è stata marcata ulteriormente, grazie al dissipatore PCH a forma di ingranaggio.

X299: un’occhiata al microscopio–>

Prima di entrare nel dettaglio, è importante tornare indietro nel tempo e discutere X99. Quando fu rilasciato, la domanda era semplice: questo chipset ha più vite di un gatto? Perché con un’attenta analisi, X99 non era altro che X79 con il supporto a U.2, storage su PCIe e tanti altri piccoli dettagli. X99, però, non era al passo coi tempi visto che era legato al protocollo PCIe 2.0 e quindi si sforzava per incorporare svariate interfacce di next-gen per lo storage.

X299 è un po’ differente… prendendo in prestito uno o due “dettagli” dal chipset Z270 di Intel stessa e aggiungendo, infine, una sana dose di linee PCIe collegate alla CPU. Di fatto, guardando fisicamente il PCH, è davvero difficile distinguerlo dall’altro chipset utilizzato per le CPU decisamente meno costose della linea Kaby Lake.

C’è tanto da parlare sul fronte CPU (soprattutto sul fatto che su LGA2066 troviamo le stesse CPU che troviamo su LGA1151), quindi ci soffermeremo, stavolta, sulle capacità di X299. In soldoni, è una sorta di copincolla da Z270, che può essere una cosa positiva ma anche negativa. Da un latro, ci sono significativi upgrade rispetto al poco brillante X99, ma far passare X299 come chipset di fascia alta è un po’ fazioso. Mettiamola così: ribrandizzare Z270 come X299 (tranne qualche differenza di poco conto) e poi chiedere un price premium non farà guadagnare ad Intel alcun amico.

Indipendentemente da quanto questa piattaforma rispecchi Z270, essa rappresenta ancora un significativo upgrade rispetto a X99 visto che adesso – finalmente – c’è stato un movimento verso un’infrastruttura PCIe 3.0 piuttosto che 2.0 dell’anno passato. Sfortunatamente, non c’è ancora il supporto nativo a USB 3.1 o storage su NVMe ma le 24 linee PCIe che partono dal PCH sono più che abbastanza per fornire abbastanza bandwidth ai controller richiesti per funzionalità I/O di alto livello.

Ci sono inoltre 8 porte SATA III native e 10 porte USB 3.0 che dovrebbero fornire abbastanza banda passante per le periferiche connesse e più soluzioni di storage base. Sfortunatamente, nessuna di queste interfaccie è particolarmente votata al futuro, il che lascia capire che questo PCH sia una sorta di transizione tra X99 e qualsiasi altro chipset Intel stia progettando. Forse è per questo che sembra un rebrand di Z270.

Così come con Z270, Intel utilizza la connessione proprietaria DMI 3.0 per collegare PCH e CPU. Quest’interfaccia a 4 linee PCIe consente di avere una connessione doppia rispetto al DMI 2.0 che caratterizzava X99, il che è una buona notizia considerando che ci si aspetta che questa nuova piattaforma tenga il passo con storage high bandwidth. Comunque, ci domandiamo se sia sufficiente ad installare più drive NVMe.

Qualsiasi processore della lineup Skylake-X installato in una scheda madre X299 porta con sé capacità addizionali, ma prima di addentrarci nel discorso, parliamo del layout generale degli slot grafici e del supporto alle memorie. Nella fascia alta, c’è al momento una singola CPU con 44 linee PCIe (il 7900X, in attesa che 7920X, 7940X, 7960X e 7980XE vengano rilasciati) che possono essere configurate in due layout differenti: o due GPU 16x 16x o il potenziale di tenere le schede in 3-way con connessioni 16x 16x 8x. Ciò lascia 4 linee addizionali per connessioni successive come un setup RAID di SSD NVMe direttamente connessi alla CPU tramite la tecnologia VROC(Virtual Raid on CPU) di Intel che è in dirittura di arrivo. Queste CPU supportano memorie quad channel.

I processori da 28 linee PCIe come l’i7 7820X e l’i7 7800X subiscono una differente implementazione a causa della loro singolare allocazione PCIe. Quando due schede grafiche sono installate, le linee PCIe switchano a 16x 8x mentre setup a 3 schede grafiche non sono supportati senza un bridge PCIe che alcune delle schede madri di fascia alta potrebbero avere. Anch’essi supportano memorie in quad channel, come gli i9 precedentemente menzionati.

Infine, c’è Kaby Lake-X (che abbiamo utilizzato per questa recensione) con le sue 16 linee PCIe che si comportano esattamente come su Z270. Con una GPU singola installata, la scheda presenta una connessione 16x mentre il secondo slot viene disattivato completamente. Una volta inserita una seconda scheda, uno switch interno divide le linee in un layout 8x 8x. Il supporto alle memorie per questi processori è quantomeno singolare, con le sole configurazioni dual channel ad essere supportate. Ciò significa che la CPU avrà accesso solo agli slot a destra del socket, mentre i 4 a sinistra vengono disattivati.

Galleria fotografica: ASRock X299 Taichi–>

Ecco una serie di immagini che ritraggono la ASRock X299 Taichi:

Nuovo stile per la linea Taichi, che abbandona il bianco in favore del grigio.
Sul retro della confezione, tutte le features specifiche della mainboard, tra cui 3 slot Ultra M.2, un BCLK Engine che permette di spingere ulteriormente le CPU in overclock, illuminazione RGB e tanto altro.
Il bundle, come sempre completo, include svariati bridge SLI, manuali, DVD con drivers, cavi SATA, antenne per il WiFi e, come da tradizione per i più recenti modelli dell’azienda, una cartolina con la grafica Taichi.
La X299 Taichi in tutto il suo splendore. Il nuovo schema cromatico è molto più “stealth” e raffinato rispetto al precedente bianco e nero.
La generosa sezione di alimentazione a 12+1 fasi (il +1 è per le CPU Kaby Lake-X che non sono dotate di FIVR, a differenza di quelle Skylake-X).
In dettaglio i 3 slot Ultra M.2: fate riferimento al manuale per vedere quale popolare con ogni CPU, vista la differenza in disponibilità delle linee PCIe.
La sezione audio Purity Sound 4, equipaggiata con un chip Realtek ALC1220.
L’I/O panel presenta numerose porte USB, quasi tutte 3.1 Gen1 o Gen2, con, purtroppo, una sola porta USB Type-C senza supporto a Thunderbolt 3.
Il connettore di alimentazione EPS a 8 pin, anche in questo caso, per ASRock, posizionato molto più vicino alle fasi di alimentazione, a differenza della concorrenza.
Tolto il dissipatore VRM, vediamo i 13 MOSFET (IR3575), capaci di 60A ciascuno per un totale di 720A (visto che una delle fasi è dedicata alla gestione dell’alimentazione VCCSA delle CPU Kaby Lake-X.
Sul retro dei VRM troviamo i doublers con cui è possibile gestire 12 fasi come se fossero 6, semplificando i collegamenti con il controller.
Il controller Intersil ISL69138 che gestisce le fasi di alimentazione: questo controller ha un rating che consente di gestire 6+1 fasi, in linea con quanto installato sulla scheda.

Configurazione di sistema e metodologia di test–>

La configurazione utilizzata per i test è la seguente:

CPU  Intel Core i5 7640X Kaby Lake-X
Heatsink  Noctua NH-U12S
Mainboard  ASRock X299 Taichi
RAM  G.Skill TridentZ 3600 MHz C15 16 GB
VGA  ASUS Radeon 280X Matrix Platinum
Sound Card  –
HDD/SSD  Samsung 960 EVO 250 GB M.2 SSD
PSU  Seasonic Prime Gold 850 W
Case  Streacom BC1 Open Benchtable
Monitor  Acer CB280HK 4K Display
Keyboard  HyperX Alloy FPS
Mouse  Razer Naga Hex V2
OS  Windows 10 Pro x64 Creators Update

Benchmark sintetici:

  • SuperPI 1.5 mod XS 1M e 32M
  • WPrime 1.55 32M e 1024M
  • Cinebench R11.5
  • Cinebench R15
  • AIDA64 Photoworxx
  • AIDA64 ZLib
  • AIDA64 AES
  • AIDA64 Hash
  • AIDA64 VP8
  • AIDA64 SinJulia

Benchmark grafici:

  • Ashes of the Singularity, preset Crazy, 1080p, benchmark CPU Focused (DX12)
  • 3DMark Fire Strike (DX11)
  • 3DMark Time Spy (DX12)

Benchmark sintetici: AIDA64–>

AIDA64 è uno strumento di analisi, diagnostica e benchmarking per sistemi Windows (e più recentemente, Android), che dispone di una vastissima suite di benchmark e che è diventato, nel tempo, un software di riferimento tra utenti e professionisti per il moitoraggio e il confronto di tutto l’hardware all’interno del proprio PC.

CPU Photoworxx

Questo benchmark esegue diverse operazioni comuni utilizzate durante il fotoritocco. Per la precisione, esegue un numero di operazioni di modifica su un’immagine RGB molto larga.

Questo benchmark stressa le unità SIMD della CPU e il sottosistema delle RAM. CPU Photoworks usa laddove presenti le librerie di istruzioni x87, MMX, MMX+, 3DNow!, 3DNow!+, SSE, SSE2, SSE3, SSE4.1, SSE4A, AVX, AVX2 e XOP e trae beneficio di NUMA, HyperThreading, sistemi multiprocessore e multicore.

CPU ZLib Benchmark

Questo benchmark integer misura le prestazioni combinate di CPU e memorie tramite la libreria di compressione open source ZLib. Il test CPU ZLib utilizza solo le istruzioni base x86 ma ciononostante è un buon indicatore delle prestazioni generali del sistema.

CPU AES Benchmark

Questo benchmark misura le prestazioni della CPU utilizzando la crittografia dati AES (Advanced Encryption Standard). In crittografia, AES è uno standard di crittaggio a chiave simmetrica, ed è utilizzato in svarati strumenti di compressione come 7-zip, WinRAR, WinZIP e anche in soluzioni di encrypting come BitLocker (Windows), FileVault (Mac OSX) e TrueCrypt (open source). Il test AES Benchmark usa le appropriate istruzioni x86, MMX e SSE 4.1, ed è accelerato a livello hardware su processori abilitati tramite il set di istruzioni AES-NI. Questo test rileva e sfrutta HyperThreading, sistemi multiprocessore e multicore.

CPU Hash Benchmark

Questo benchmark misura le prestazioni CPU utilizzando l’algoritmo di hashing SHA1 definito nella FIPSPS 180-3. Il codice dietro questo benchmark è compilato in Assembly, e più importante, utilizza librerie di istruzioni MMX, MMX+, SSE, SSE2, SSSE3 e AVX, con prestazioni superiori su processori che supportano tali instruction sets.e on supporting processors.

FPU VP8 / SinJulia Benchmarks

Il benchmark di AIDA FPU VP8 misura le prestazioni di compressione video utilizzando il codec di Google VP8 (utilizzato per i file WebM) aggiornato alla versione 0.9.5 e stressa l’FPU (Floating Point Unit) della CPU. Il test codifica fotogrammi video dalla risoluzione di 1280×720 in 1 pass ad un bitrate di 8 Mbps con impostazioni di qualità massima. Il contenuto dei fotogrammi viene poi generato dal modulo FPU Julia. Il codice che gestisce questo benchmark utilizza librerie MMX, SSE2 e SSSE3. SinJulia, invece, misura le prestazioni in floating point a precisione estesa (conosciuta anche come 80-bit) tramite il calcolo di un singolo fotogrammi di un frattale “Julia” modificato. Il codice di questo benchmark è scritto in Assembly, e utilizza istruzioni trigonometriche ed esponenziali x87.

Benchmark sintetici 2D: SuperPI e WPrime–>

SuperPI

Un metodo tradizionale per verificare le prestazioni del proprio PC è utilizzare SuperPI mod 1.5 XS: il programma si occupa di calcolare dalle 16k ai 32M di cifre dopo la virgola del π, con una scalabilità clock per clock davvero sorprendente per un programma creato nel 1995. Il programma calcola l’efficienza single-threaded piuttosto che quella multithreaded:

WPrime

Insieme al calcolo delle cifre dopo la virgola del π, un altro metodo valido per verificare le performance del proprio PC è utilizzare WPrime, da noi usato nella versione 1.55 (la stessa valida per i benchmark di HWBot), che consente di trovare dai 32M ai 1024M di numeri primi. Il programma scala enormemente in presenza di CPU multi-core, rappresentando un valido benchmark per il calcolo dell’efficienza multithreaded:

Benchmark sintetici: Cinebench R11.5 e Cinebench R15–>

Cinebench R11.5 e R15

Come da tradizione (e in questo caso particolare, utilizzarli è obbligatorio, come vedrete), fanno capolino tra i benchmark con cui testiamo le prestazioni di un sistema anche le ultime due release di Cinebench, rispettivamente la R11.5 e la R15. Entrambi i test utilizzano un approccio simile di testing: i benchmark utilizzano svariati algoritmi per stressare tutti i core disponibili per renderizzare una scena 3D fotorealistica nel minor tempo possibile. In particolare, con il benchmark nella versione R15, la scena del test contiene approssimativamente 2000 oggetti contenenti più di 300’000 poligoni totali, e usa riflessi sia definiti che sfocati, ombre e luci a zona, shaders procedurali, antialiasing e tanto altro ancora. Questo benchmark può effettuare misurazioni fino ad un massimo di 64 threads, con il risultato che viene fornito in punti (Points): ovviamente, più punti totalizzate, più potente sarà il vostro sistema:

Benchmark 3D: 3DMark, Ashes of the Singularity–>

3DMark Fire Strike e Time Spy

In concomitanza con il lancio di Windows 8, Futuremark ha lanciato il nuovo 3DMark, chiamato appunto 3DMark, senza alcun numero riconoscitivo, a segnare la forte integrazione che ha con qualsiasi sistema, da Android a Windows a iOS a OSX, dando per la prima volta la possibilità di paragonare le prestazioni su smartphone e PC fisso in maniera schematizzata e professionale. Il benchmark dispone di svariati test, di cui utilizziamo i più intensivi per mettere alla prova le schede video.

Tra questi, il più impegnativo è il Fire Strike, che spinge la tessellazione a livelli davvero elevati, e che “vanta” due versioni ancora più spinte: Extreme (con scene pre-renderizzate a 2560×1440) ed Ultra (scene pre-renderizzate a 3840×2160, ovvero 4K). Purtroppo, a nostra disposizione

Recentemente, invece, è stato introdotto il benchmark Time Spy, che testa le prestazioni delle GPU sfruttando le nuove API Microsoft DirectX 12, con scene pre-renderizzate a 2560×1440:

Ashes of the Singularity

Ashes of the Singularity è quello che Stardock (la software house creatrice del gioco) definisce come un gioco strategico di warfare planetario, e con le sue mappe enormi e le migliaia di unità a schermo durante i combattimenti full-scale, non si può far altro che dare ragione all’azienda.

Ciò che viene spesso associato ad Ashes è l’incredibile onere che applica ai sistemi grafici (e non solo, il gioco è famelico di core e GHz), tramite l’utilizzo di DirectX 11 e 12. Il preset Crazy è in grado di mettere in ginocchio qualsiasi GPU in commercio già alla risoluzione Full HD. Il gioco si avvale del supporto alle tecnologie AMD, prendendo spunto dal motore grafico Nitrous utilizzato in uno dei primi benchmark per Mantle, Star Swarm:

Considerazioni finali–>

[conclusione]

[titolo]Design, qualità costruttiva e software[/titolo]

Ci troviamo di fronte ad una scheda madre, comunque, di fascia medio-alta, ed è lecito aspettarsi materiali di alta qualità e un layout ottimizzato anche per configurazioni particolarmente popolate. In questo caso, la ASRock X299 Taichi è impeccabile, con una sezione d’alimentazione a 12+1 fasi capaci di erogare fino a 720 A (più che sufficienti anche sotto LN2, anche se la scheda non è fatta per il freddo estremo), un layout migliore della X99 Taichi sotto molti aspetti (anche per il solo schema cromatico) e ovviamente un design che, stavolta, richiama maggiormente al concetto di “ingranaggi” con cui ASRock, timidamente, ha decorato nell’ultimo anno le proprie schede madri. Tornando alla sezione di alimentazione, nonostante i nostri test siano stati effettuati “solo” con un i5-7640X, con un TDP di 112W, il dissipatore delle fasi è sempre rimasto pochi gradi sopra la temperatura ambiente (e con una t.amb di ben 35 °C, e senza ventole che spostano aria su di esso, è un risultato degno di nota), andando a smentire i risultati evidenziati da Roman “Der8auer” Hartung in uno dei suoi video dove accusava svariate motherboard X299 di avere un sistema di dissipazione per le fasi scadente, citando anche la Taichi, senza però averla testata.

Non appena avremo una CPU più “esosa” in termini di corrente, ritorneremo sui test su X299 per smentire o confermare definitivamente tali risultati.

Altro fattore leggermente negativo è la presenza di un controller WiFi AC single antenna 1×1, il che limita i benefici dell’utilizzo di un WiFi di ultima generazione a causa della velocità di soli 433 Mbps. ASRock, aggiorna le tue antenne, visto che sono anni che utilizzi lo stesso modulo.

Completata l’analisi dell’hardware, passiamo al software: non pochi sono stati i problemi con A-Tuning, il programma responsabile della gestione di alcuni parametri della scheda, come la gestione personalizzata delle ventole o dell’overclock in Windows. Visto che è in lavorazione una nuova versione del software e che tutto ciò che è fattibile nel software è al 100% replicabile nel BIOS, non vogliamo considerarlo un punto negativo importante, ma è comunque una macchia sul “curriculum” della scheda.

[voto=”8″]

[/conclusione]

[conclusione]

[titolo]Performance e overclock[/titolo]

Ribadendo l’utilizzo di un “modesto” i5-7640X, le prestazioni sono comunque di ottimo livello, quando confrontate con soluzioni concorrenti analizzate da altri media: la Taichi si comporta egregiamente e le fasi di alimentazione non battono ciglio nemmeno per un istante. Purtroppo, non conoscendo bene la CPU (ed essendoci stata data in prestito) non abbiamo potuto effettuare test in overclock, ma ancora una volta HWBot ci viene in contro, e troviamo uno score effettuato con XTU, forse il benchmark più impegnativo di sempre, con un 7820X raffreddato a liquido a 4600 MHz, il quale sicuramente assorbe più corrente di un 7640X forse anche sotto azoto, proprio ad indicare la qualità della sezione VRM della scheda e le capacità in overclock.

La gestione delle RAM è ottima e la scheda ha bootato al primo tentativo il nostro “kit da guerra”, un set dual channel di TridentZ da 3600 MHz e latenze di 15-15-15-35.

[voto=”10″]

[/conclusione]

[conclusione]

[titolo]Compatibilità e connettività[/titolo]

La connettività di questa scheda è immensa, con 10 porte SATA 3, fino a 16 porte USB, 3 slot Ultra M.2 da 32 Gbps ciascuno, Wifi 802.11 AC (sebbene a soli 433 Mbps), dual Gigabit Ethernet LAN e ovviamente supporto a configurazioni multi scheda, memorie DDR4 fino a 128 GB e tutte le CPU basate su socket LGA2066 finora lanciate.

[voto=”10″]

[/conclusione]

[conclusione]

[titolo]Prezzo[/titolo]

Il prezzo della scheda madre è di circa 310€ su ePrice (clicca QUI per acquistarla), un duro prezzo da pagare per una scheda che, però, ha una connettività pressoché completa e la capacità di tirare qualsiasi componente si installi. La scheda, poi, è quasi una fotocopia identica della più costosa e soltanto poco più accessoriata Fatal1ty X299 Professional Gaming i9 (che speriamo di recensire presto), rappresentando una validissima alternativa qualora non abbiate bisogno di features “extra” come una scheda di rete 10 Gigabit o tasti on-board per l’accensione del sistema.

Come al solito, vi invitiamo ad acquistare presso i rivenditori ufficiali ASRock, in quanto pur presentando un prezzo superiore ai VAT Player (coloro che evadono l’iva tramite meccanismi al limite della legalità), forniscono supporto post-vendita/RMA, cosa che suddetti rivenditori non ufficiali non garantiscono.

[voto=”8″]

[/conclusione]

La ASRock X299 Taichi è una scheda madre completa, con un design unico nel suo genere e con tanta potenzialità per le nuove CPU Intel. Alcuni piccoli difetti come un prezzo leggermente elevato, un software ancora acerbo (anche se la piattaforma in generale è ancora poco matura, visto che è uscita da soli due mesi) e il WiFi 1×1 portano inevitabilmente il voto finale su un livello inferiore, ma la scheda si aggiudica comunque il nostro Hardware Platinum Award:

Per oggi è tutto, ringraziamo ASRock per il sample oggi recensito.

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La recensione

ASRock X299 Taichi LGA2066 Mainboard

9 Punteggio

La ASRock X299 Taichi è una scheda madre completa, con un design unico nel suo genere e con tanta potenzialità per le nuove CPU Intel.

Pro

  • Sezione di alimentazione cazzuta
  • Prestazioni elevate
  • Design unico nel suo genere e caratterizzazione Taichi più forte delle precedenti generazioni

Contro

  • ...ma il WiFi è soltanto 1x1
  • Prezzo elevato
  • Software da migliorare

Riassunto della recensione

  • Design, qualità costruttiva e software 0
  • Performance e overclock 0
  • Compatibilità e connettività 0
  • Prezzo 0

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Ciro Sdino

Ciro Sdino

Direttore responsabile di ReHWolution, con la passione per qualsiasi cosa funzioni con un processore fin dal lontano 1995, anno in cui "misteriosamente" la sua CPU avviò un processo di fusione nucleare nel case. Da allora, con impegno e imparzialità analizza hardware e software di ogni tipo, con un occhio di riguardo per l'overclock.

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