Ma rispetto ad X370, quali sono le novità di questa nuova serie di CPU e chipset?
Molto poco, in realtà: la differenza cruciale tra Ryzen e Ryzen 2 (ovvero tra Zen e Zen+) è la riduzione del processo produttivo, il cosiddetto die shrink, passando da 14 a 12 nm. Differenza, questa, che più che sull’efficienza in termini di consumi veri e propri, si traduce in una maggiore capacità di overclock per i nuovi chip. Molte delle schede madri AM4, poi, hanno rivisto un cambiamento delle fasi di alimentazioni a salire, dato che i processori Ryzen 2 tendono ad overclockare più in alto, assorbendo quindi più Watt.
Con questa nuova serie di processori, inoltre, viene introdotto XFR2 insieme a Precision Boost 2, che come nella scorsa generazione si occupano di gestire le frequenze boost del processore durante importanti fasi di load:
Stavolta, invece di boostare un singolo core, tutti i core vedono un aumento importante delle frequenze, complice il fatto che grazie al pp più piccolo è possibile mantenere gli stessi consumi della scorsa generazione ma con prestazioni superiori. Cambia, invece, il modo in cui funziona l’XFR (ora XFR2), che, se la CPU è sotto i 60 °C, aumenta ancora di più la frequenza di funzionamento, indipendentemente dal carico applicato ai core/thread, permettendo quindi prestazioni ancora superiori e premiando chi utilizza un sistema di raffreddamento più performante (e costoso).
Mi domando come mai non si sia unificato l’XFR al PB, visto che principalmente fanno le stesse cose, solo in misura diversa.
Forse non ci sarà più XFR3 con Zen 2? Ci toccherà aspettare, per saperlo.
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