ASRock e Z370–>
Giungiamo forse all’ultima review di una scheda madre Intel prima delle ferie, con la ASRock Z370 Taichi, una delle schede più performanti della gamma di mainboards per CPU di ottava generazione Intel.
La serie Taichi dell’azienda ha subito, negli anni, svariati cambiamenti nel look, con il primo membro di tale serie, l’X99 Taichi, totalmente diverso dagli ultimi due, ovvero questa scheda madre, la Z370 Taichi, e una scheda madre che vi mostreremo nei prossimi giorni, ovvero la X470 Taichi, dedicata ovviamente alle CPU AMD Ryzen.
Soffermandoci, come già anticipato, sulla scheda dedicata al chipset Z370, la recensione di oggi metterà sotto la nostra lente d’ingrandimento questa mainboard, inquadrandola nel giusto segmento di mercato e valutandone le potenzialità.
Ecco la nostra review della Z370 Taichi: buona lettura!
Specifiche tecniche: ASRock Z370 Taichi–>
Di seguito le specifiche tecniche della scheda madre oggi recensita. Per ulteriori informazioni e per scaricare i driver più aggiornati, vi invitiamo ad andare sul sito ufficiale di ASRock:
La Z370 Taichi è una mainboard ATX le cui specifiche sono abbastanza ovvie: socket LGA1151 “v2” (ovvero con il solo supporto alle CPU Coffee Lake), 4 slot DDR4 con frequenza massima supportata di 4333 MHz, 12 fasi di alimentazione digitali e tutto ciò che si può aspettare da una mainboard di fascia medio-alta.
Ovviamente, la quantità massima di RAM è 64 GB con moduli da 16 GB, ma spingendo sulla capacità sacrificheremo la velocità massima raggiungibile dalle memorie.
Basandosi su CPU con sole 20 linee PCIe, gli slot PCI-Express sono impostati in modo da permettere SLI o CrossfireX a una, due o tre vie, tenendo comunque conto che in quest’ultimo caso, le linee saranno splittate secondo una configurazione 8/4/4.
Sul retro della scheda madre, nel pannello I/O, troviamo una discreta varietà di connessioni, con 6 porte USB 3.1 (4 Gen1, 1 Gen2 Type-A e 1 Gen2 Type-C), due porte Gigabit Ethernet su chip Intel (i211 e i219), una porta combo PS/2, le classiche uscite video HDMI/DVI/VGA e le classiche uscite audio, inclusa una porta SPDIF ottica, insieme ovviamente al WiFi, basato su chipset AC3168 con velocità di 433 Mbps e Bluetooth 4.2 integrato.
Troviamo 3 slot M.2, ognuno collegato elettricamente con 4 linee PCIe, e 8 porte SATA III, sul fronte dello storage.
La Z370 Taichi supporta sì Thunderbolt 3, ma non è presente una porta; è presente però un header con cui gestire un eventuale add-on card Thunderbolt 3.
Dal punto di vista dell’alimentazione, è importante evidenziare l’enorme balzo in avanti rispetto alla Z270 Taichi: intanto, le fasi passano a ben 12 FDPC5030 (in configurazione 5 duplicate + 2) rispetto alle precedenti 10 CSD87350 (4 duplicate + 2), portando il massimo carico di corrente a ben 250 A invece di 200 A, adeguandosi ovviamente al fatto che adesso le CPU hanno 2 core in più.
Dal punto di vista del design, i colori si scuriscono rispetto alla Z270 Taichi, ma il layout e le periferiche onboard rimangono bene o male le stesse, se non nella presenza di un header USB 3.1 Gen2 sulla nuova scheda, assente nella precedente generazione.
Z370: quanto c’è di nuovo?–>
Mettiamo le cose in chiaro fin da subito: i processori Coffee Lake richiederà l’acquisto di una nuova scheda madre. E nemmeno i processori di precedente generazione Kaby Lake sono avan-compatibili con tali schede. Dovreste essere shockati, preoccupati o incazzati? Alcune persone attraverseranno tutti questi “sentimenti” perché dal punto di vista delle features lato chipset, non c’è assolutamente nulla degno di nota che distingua Z370 dai suoi predecessori. Tutti i miglioramenti sono apportati solo da un sistema di power delivery migliorato ed il supporto a memorie dalla frequenza maggiore.
Se invece togliamo le emozioni dall’equazione, potrebbero esserci dei motivi più che validi per passare a Z370, almeno secondo Intel. Ci sono alcuni requisiti molto specifici nelle piste per le memorie affinché lavorino correttamente e consistentemente a 2666 MHz. Tali miglioramenti dovrebbero rendere questa piattiaforma, inoltre, un distruggi-record quando si tratta di frequenze di memoria, visto che essi miglioreranno automaticamente la stabilità sopra i 3600 MHz. Anche la sezione di gestione della corrente ha visto un miglioramento, ma in maniera incrementale, più che ovvio per supportare memorie più veloci ed un maggior numero di core (6 contro i 4 di Kaby Lake e precedenti).
Non dobbiamo inoltre dimenticare che coloro che aggiorneranno all’ottava generazione di processori Intel non saranno quelli che han comprato Kaby Lake con Z270 o Skylake con Z170, quanto piuttosto saranno coloro che hanno ancora sistemi basati su Sandy Bridge, Ivy Bridge o addirittura Broadwell, che finalmente troveranno un motivo più serio per passare ad un nuovo sistema, grazie ai due core in più (rispetto al solito incremento prestazionale dovuto ad una combinazione di miglior processo produttivo e frequenze operative maggiori). Non c’è più bisogno, infatti, di puntare sistemi HEDT per avere così tanti core (rimanendo su Intel, visto che AMD ha processori a 6 core già partendo da 200€, ndr). Inoltre, tale upgrade garantisce l’accesso a features quali M.2, USB Type C 3.1 Gen2, Thunderbolt, NVMe e memorie DDR 4.
La prima cosa da capire riguardo a Z370 è che Intel ha cercato di tirare acqua al suo mulino nel materiale marketing e stampa. Invece di elencare il numero di linee PCIe 3.0 che partono dalla CPU (sempre e comunque 16), ora indicano un numero ingannevole definito “linee PCIe 3.0 della piattaforma”, combinando le 16 della CPU e le 24 del chipset per un totale di 40.
Un po’ come con Z270 ci sono 24 linee PCIe, di cui 4 sono dedicate esclusivamente per una connessione NVMe e 4 per il chipset (lasciando la CPU sempre con 16 linee). Nessuna di queste linee può essere in realtà utilizzata per schede grafiche o di espansione, e spesso quelle stesse 16 linee vengono sacrificate per controller Thunderbolt, USB 3.1 Gen2 o trasformate in interconnessioni SATA o USB ulteriori. Onestamente, non ci sono differenze di nessun tipo tra Z270 e Z370, e spetta ai produttori di schede madri fornire layout migliorati, miglior gestione delle linee e più features per rendere “appetibili” i propri prodotti rispetto alla generazione precedente.
Spostandoci ai processori stessi, come detto in apertura, non ci sono cambiamenti di alcuna sorta visto che l’architettura è la stessa utilizzata sia da Kaby Lake che Skylake, con però un numero maggiore di core. Inoltre, a differenza dei processori Ryzen che includono 4 linee in più per storage ad alta velocità e 4 porte USB 3.1 Gen1 (conosciute comunemente come 3.0, ndr) direttamente sul die (il famoso SOC), Intel ha solo le classiche 16 linee separabili in due interfaccie 8x. Questo è quanto.
Galleria fotografica: ASRock Z370 Taichi–>
Ecco una serie di immagini che ritraggono la ASRock Z370 Taichi:
Configurazione di sistema e metodologia di test–>
La configurazione utilizzata per i test è la seguente:
Sistema Z370 | Review | Fornito da | Dove acquistare | |
CPU | Intel Core i7 8700k | LINK | ReHWolution | Amazon |
Cooling | Noctua NH-U12S | LINK | Noctua | Amazon |
Mainboard | ASRock Z370 Taichi | LINK | ASRock | Amazon |
RAM | G.Skill TridentZ RGB 16 GB 3600 MHz | – | ReHWolution | Amazon |
VGA | Sapphire Radeon RX 580 Nitro+ OC 8 GB | LINK | Sapphire | Amazon |
Soundcard | – | – | – | – |
Storage | Patriot Hellfire 240 GB M.2 SSD | LINK | Patriot | Amazon |
PSU | Seasonic PRIME Gold 850W | LINK | Seasonic | Amazon |
Case | Streacom OpenBenchTable BC-1 | – | Streacom | Amazon |
Monitor | LG 27UD59-W 4K IPS Display | – | ReHWolution | Amazon |
Keyboard | Cooler Master MasterKeys Pro L GTX Edition | LINK | Cooler Master | Amazon |
Mouse | Razer Lancehead Wireless | LINK | Razer | Amazon |
OS | Windows 10 Pro x64 April 2018 | – | ReHWolution | Amazon |
Benchmark sintetici:
- SuperPI 1.5 mod XS 1M e 32M
- WPrime 1.55 32M e 1024M
- Cinebench R11.5
- Cinebench R15
- AIDA64 Photoworxx
- AIDA64 ZLib
- AIDA64 AES
- AIDA64 Hash
- AIDA64 VP8
- AIDA64 SinJulia
Benchmark grafici:
- Ashes of the Singularity, preset Crazy, 1080p, benchmark CPU Focused (DX12)
- 3DMark Fire Strike (DX11)
- 3DMark Time Spy (DX12)
ndr Di recente Ashes of the Singularity è stato “accorpato” ad Ashes of the Singularity Escalation, e da allora abbiamo notato punteggi più elevati nei CPU test, probabilmente perché è stato cambiato qualcosa in termini di codice/ottimizzazione.
Benchmark sintetici: AIDA64–>
AIDA64 è uno strumento di analisi, diagnostica e benchmarking per sistemi Windows (e più recentemente, Android), che dispone di una vastissima suite di benchmark e che è diventato, nel tempo, un software di riferimento tra utenti e professionisti per il moitoraggio e il confronto di tutto l’hardware all’interno del proprio PC.
CPU Photoworxx
Questo benchmark esegue diverse operazioni comuni utilizzate durante il fotoritocco. Per la precisione, esegue un numero di operazioni di modifica su un’immagine RGB molto larga.
Questo benchmark stressa le unità SIMD della CPU e il sottosistema delle RAM. CPU Photoworks usa laddove presenti le librerie di istruzioni x87, MMX, MMX+, 3DNow!, 3DNow!+, SSE, SSE2, SSE3, SSE4.1, SSE4A, AVX, AVX2 e XOP e trae beneficio di NUMA, HyperThreading, sistemi multiprocessore e multicore.
CPU ZLib Benchmark
Questo benchmark integer misura le prestazioni combinate di CPU e memorie tramite la libreria di compressione open source ZLib. Il test CPU ZLib utilizza solo le istruzioni base x86 ma ciononostante è un buon indicatore delle prestazioni generali del sistema.
CPU AES Benchmark
Questo benchmark misura le prestazioni della CPU utilizzando la crittografia dati AES (Advanced Encryption Standard). In crittografia, AES è uno standard di crittaggio a chiave simmetrica, ed è utilizzato in svarati strumenti di compressione come 7-zip, WinRAR, WinZIP e anche in soluzioni di encrypting come BitLocker (Windows), FileVault (Mac OSX) e TrueCrypt (open source). Il test AES Benchmark usa le appropriate istruzioni x86, MMX e SSE 4.1, ed è accelerato a livello hardware su processori abilitati tramite il set di istruzioni AES-NI. Questo test rileva e sfrutta HyperThreading, sistemi multiprocessore e multicore.
CPU Hash Benchmark
Questo benchmark misura le prestazioni CPU utilizzando l’algoritmo di hashing SHA1 definito nella FIPSPS 180-3. Il codice dietro questo benchmark è compilato in Assembly, e più importante, utilizza librerie di istruzioni MMX, MMX+, SSE, SSE2, SSSE3 e AVX, con prestazioni superiori su processori che supportano tali instruction sets.e on supporting processors.
FPU VP8 / SinJulia Benchmarks
Il benchmark di AIDA FPU VP8 misura le prestazioni di compressione video utilizzando il codec di Google VP8 (utilizzato per i file WebM) aggiornato alla versione 0.9.5 e stressa l’FPU (Floating Point Unit) della CPU. Il test codifica fotogrammi video dalla risoluzione di 1280×720 in 1 pass ad un bitrate di 8 Mbps con impostazioni di qualità massima. Il contenuto dei fotogrammi viene poi generato dal modulo FPU Julia. Il codice che gestisce questo benchmark utilizza librerie MMX, SSE2 e SSSE3. SinJulia, invece, misura le prestazioni in floating point a precisione estesa (conosciuta anche come 80-bit) tramite il calcolo di un singolo fotogrammi di un frattale “Julia” modificato. Il codice di questo benchmark è scritto in Assembly, e utilizza istruzioni trigonometriche ed esponenziali x87.
Benchmark sintetici 2D: SuperPI e WPrime–>
SuperPI
Un metodo tradizionale per verificare le prestazioni del proprio PC è utilizzare SuperPI mod 1.5 XS: il programma si occupa di calcolare dalle 16k ai 32M di cifre dopo la virgola del π, con una scalabilità clock per clock davvero sorprendente per un programma creato nel 1995. Il programma calcola l’efficienza single-threaded piuttosto che quella multithreaded:
WPrime
Insieme al calcolo delle cifre dopo la virgola del π, un altro metodo valido per verificare le performance del proprio PC è utilizzare WPrime, da noi usato nella versione 1.55 (la stessa valida per i benchmark di HWBot), che consente di trovare dai 32M ai 1024M di numeri primi. Il programma scala enormemente in presenza di CPU multi-core, rappresentando un valido benchmark per il calcolo dell’efficienza multithreaded:
Benchmark sintetici: Cinebench R11.5 e Cinebench R15–>
Cinebench R11.5 e R15
Come da tradizione (e in questo caso particolare, utilizzarli è obbligatorio, come vedrete), fanno capolino tra i benchmark con cui testiamo le prestazioni di un sistema anche le ultime due release di Cinebench, rispettivamente la R11.5 e la R15. Entrambi i test utilizzano un approccio simile di testing: i benchmark utilizzano svariati algoritmi per stressare tutti i core disponibili per renderizzare una scena 3D fotorealistica nel minor tempo possibile. In particolare, con il benchmark nella versione R15, la scena del test contiene approssimativamente 2000 oggetti contenenti più di 300’000 poligoni totali, e usa riflessi sia definiti che sfocati, ombre e luci a zona, shaders procedurali, antialiasing e tanto altro ancora. Questo benchmark può effettuare misurazioni fino ad un massimo di 64 threads, con il risultato che viene fornito in punti (Points): ovviamente, più punti totalizzate, più potente sarà il vostro sistema:
Benchmark 3D: 3DMark, Ashes of the Singularity–>
3DMark Fire Strike e Time Spy
In concomitanza con il lancio di Windows 8, Futuremark ha lanciato il nuovo 3DMark, chiamato appunto 3DMark, senza alcun numero riconoscitivo, a segnare la forte integrazione che ha con qualsiasi sistema, da Android a Windows a iOS a OSX, dando per la prima volta la possibilità di paragonare le prestazioni su smartphone e PC fisso in maniera schematizzata e professionale. Il benchmark dispone di svariati test, di cui utilizziamo i più intensivi per mettere alla prova le schede video.
Tra questi, il più impegnativo è il Fire Strike, che spinge la tessellazione a livelli davvero elevati, e che “vanta” due versioni ancora più spinte: Extreme (con scene pre-renderizzate a 2560×1440) ed Ultra (scene pre-renderizzate a 3840×2160, ovvero 4K). Purtroppo, a nostra disposizione
Recentemente, invece, è stato introdotto il benchmark Time Spy, che testa le prestazioni delle GPU sfruttando le nuove API Microsoft DirectX 12, con scene pre-renderizzate a 2560×1440:
Ashes of the Singularity: Escalation
Ashes of the Singularity è quello che Stardock (la software house creatrice del gioco) definisce come un gioco strategico di warfare planetario, e con le sue mappe enormi e le migliaia di unità a schermo durante i combattimenti full-scale, non si può far altro che dare ragione all’azienda.
Ciò che viene spesso associato ad Ashes è l’incredibile onere che applica ai sistemi grafici (e non solo, il gioco è famelico di core e GHz), tramite l’utilizzo di DirectX 11 e 12. Il preset Crazy è in grado di mettere in ginocchio qualsiasi GPU in commercio già alla risoluzione Full HD. Il gioco si avvale del supporto alle tecnologie AMD, prendendo spunto dal motore grafico Nitrous utilizzato in uno dei primi benchmark per Mantle, Star Swarm:
Considerazioni finali–>
[conclusione]
[titolo]Design, qualità costruttiva e software[/titolo]
Il design della Z370 Taichi vede un layout simile a quello della precedente Z270, con tutta una serie di piccoli aggiornamenti per adeguarla alle nuove CPU ed un header USB Type-C, un grande assente dalla precedente generazione. Le fasi di alimentazione salgono in numero (e leggermente in qualità), passando a 12 MOSFet targati Fairchild, capaci di erogare in totale 250 Ampere, più che sufficienti per tirare il vostro 8700k nuovo fiammante alla frequenza desiderata.
Troviamo una cover nella parte sinistra della mainboard che va a coprire il pannello I/O e tutta la sezione audio, anche se essendo in plastica non provvede nessun tipo di schermatura o miglioramento delle temperature.
Poco male, ci sono i LED RGB.
La qualità costruttiva è sempre eccellente, come da standard di ASRock, mentre il software ha raggiunto un ottimo livello di stabilità e di features, al pari di brand concorrenti, se non superiore.
[voto=”10″]
[/conclusione]
[conclusione]
[titolo]Performance e overclock[/titolo]
La scheda madre si comporta davvero bene con il nostro Intel Core i7 8700K, sia a default che in OC, nonostante la CPU non sia deliddata e mantenga lo status originale “out of the box”. Le fasi, numerose ed efficienti, non si sono mai “infuocate” nemmeno portando la CPU a 5 GHz, il che mostra la cura nel design della scheda madre ed un adeguato design dei dissipatori per tenerle a bada.
Il BIOS è abbastanza maturo, anche se ci sono i presupposti per migliorarlo ulteriormente, sulla falsariga dei nuovi BIOS che abbiamo visto su schede X470 da parte dell’azienda (e che vedrete recensite nei prossimi giorni).
Le prestazioni sono in linea con le altre schede madri Z370 testate finora, come è giusto che sia, non presentando cali di efficienza o problemi in nessuno dei test effettuati.
Per via delle temperature elevatissime di questi giorni (35 °C +), non abbiamo potuto effettuare test in overclock realistici, ma appena la situazione si normalizzerà, aggiorneremo la recensione con i risultati in OC, possibilmente a più di 5 GHz.
[voto=”10″]
[/conclusione]
[conclusione]
[titolo]Compatibilità e connettività[/titolo]
Sul fronte della connettività, la scheda presenta 6 porte USB 3.1 (2 delle quali Gen2, 1 Type-C), 8 porte SATA III, 3 slot M.2 4x, due header USB 3.1 Gen1 e un header USB 3.1 Gen2, insieme a due schede di rete Gigabit Ethernet mossa da chipset Intel e una porta combo PS/2, con tutte le uscite audio e video tipiche di questo chipset.
Lamentiamo la presenza, in totale, di poche porte USB: avremmo preferito che un header fosse stato convertito in due ulteriori porte USB visto che la maggior parte dei case non dispone di 4 porte USB 3.1 Gen1 (che richiederebbero, nel caso, 2 connettori sulla scheda madre).
La scheda infine dispone anche di WiFi a 433 Mbps e Bluetooth 4.2, non facendosi mancare nulla nemmeno dal punto di vista Wireless.
[voto=”8″]
[/conclusione]
[conclusione]
[titolo]Prezzo[/titolo]
Il prezzo della Z370 Taichi, come accennato durante la review, si attesta intorno ai 200 € presso Amazon. Portando un paio di novità importanti (tra cui spiccano VRM più corposi e un header USB 3.1 Gen2), ci sembra impressionante il fatto che la Z370 Taichi mantenga il prezzo della generazione precedente, fornendo però un prodotto migliore e dal design più facilmente adattabile a qualsiasi configurazione.
Come al solito, vi invitiamo ad acquistare presso i rivenditori ufficiali ASRock, in quanto pur presentando un prezzo superiore ai VAT Player (coloro che evadono l’iva tramite meccanismi al limite della legalità), forniscono supporto post-vendita/RMA, cosa che suddetti rivenditori non ufficiali non garantiscono.
[voto=”9″]
[/conclusione]
La Z370 Taichi di ASRock è una scheda madre di fascia medio-alta a cui non manca nulla: VRM potenti, tante features e persino il WiFi. Se vogliamo trovare un difetto, sta nel fatto che il design non è cambiato molto rispetto alle generazioni precedenti, e sole 6 porte USB sul retro potrebbero stare strette a qualcuno di voi (a noi, di sicuro). Comunque sia, diamo alla Z370 Taichi il nostro Hardware Platinum Award, in attesa di una nuova versione di questa scheda madre (possibilmente la Z390 Taichi ad Ottobre) con tutti i miglioramenti da noi suggeriti:
I sample oggi recensiti ci sono stati inviati da ASRock Europe (che ringraziamo insieme a Peter), e ovviamente non abbiamo ricevuto alcun compenso per la stesura di quest’articolo.
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La recensione
ASRock Z370 Taichi
La Z370 Taichi di ASRock è una scheda madre di fascia medio-alta a cui non manca nulla: VRM potenti, tante features e persino il WiFi.
Pro
- Colori che meglio si adattano a qualsiasi sistema rispetto alla generazione precedente
- Sezione VRM migliorata rispetto al modello Z270
- Presente header USB Type C, assente sulla generazione precedente
Contro
- Poche porte USB sul pannello posteriore I O
ASRock Z370 Taichi Prezzi
Raccogliamo informazioni da vari negozi per indicare il prezzo migliore
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