Introduzione: Creative Labs–>
Alcuni mesi fa, vi abbiamo parlato di uno speaker Bluetooth, il Creative iRoar, caratterizzato da prestazioni e features, e purtroppo anche prezzo, di fascia altissima. Creative, però, è nota per proporre anche soluzioni più compatte ma comunque molto potenti, e ciò che recensiremo oggi è forse l’incontro di questi due mondi tanto diversi.
Abbiamo infatti visto sulle nostre pagine speaker piccoli, grandi, potenti, scarsi, ma difficilmente abbiamo trovato un prodotto come l’iRoar Go che andremo ad analizzare oggi, con un tale rapporto tra qualità audio (e potenza) e costo.
Ecco quindi che metteremo sotto torchio il Creative iRoar Go, uno speaker Bluetooth caratterizzato da tantissime qualità, un mare di features e carattere da vendere. Buona lettura!
Specifiche tecniche: Creative iRoar Go Bluetooth Speaker–>
Di seguito le specifiche tecniche del Creative iRoar Go Bluetooth Speaker, per ulteriori informazioni visitate il sito del produttore (Creative):
Facendo parte della famiglia Roar (di cui abbiamo recensito il Roar 2 alcuni mesi fa, QUI la recensione, e più recentemente l’iRoar), l’iRoar Go mantiene il formato “mattone”, con dimensioni, rispetto al fratello maggiore, stavolta decisamente più compatte. Solo perché è più piccolo, però, non significa che all’interno ci siano componenti di qualità inferiore: semplicemente, avremo driver più piccoli ma la stessa identica elettronica (o quasi).
Anche stavolta ci troviamo di fronte ad una configurazione a 3 driver attivi e 2 passivi, ma senza processore Axx1 (a differenza dell’iRoar), cosa che in realtà non penalizza per niente le prestazioni, e anzi, riduce drasticamente le latenze di riproduzione proprio perché il segnale viene trasmesso direttamente ai driver e non elaborato da un DSP.
Invece dei tasti capacitive abbiamo una “striscia” in gomma che include tutti i tasti principali: On/Off, Volume down, Volume Up, Bluetooth Pairing/risposta chiamata e il tasto Source. Proprio riguardo alle “source”, ovvero le fonti da cui è possibile riprodurre musica, abbiamo la possibilità, oltre ovviamente a collegare via Bluetooth il nostro Smartphone (e a proposito, l’iRoar Go dispone di un’area NFC per effettuare il pairing istantaneamente, se il vostro dispositivo lo supporta), di utilizzare un cavo jack 3.5 tramite porta aux, di utilizzare una pendrive o una microSD (fino a 32 GB tramite SDHC) per leggere i vostri file MP3, WMA o FLAC senza la necessità di usare uno smartphone, anche grazie ai tasti presenti sul retro per il controllo delle tracce.
Proprio in corrispondenza del set di controlli per le canzoni, avremo un LED “Equalizer” e il tasto “Roar”: il primo consente di cambiare l’impronta sonora da “Flat” a quello che imposterete nell’app Sound Blaster Connect per iOS e Android (di default, lo speaker ha la funzione SuperWide come equalizzatore), mentre il tasto Roar consente di avere volumi spinti senza alcuna distorsione.
Anche in questo caso, all’interno, troviamo un sistema bi-amplificato, con le casse destre e sinistre gestite da un amp stereo, e il subwoofer gestito da un amp autonomo, per avere maggiore stabilità di suono e, in generale, prestazioni più elevate.
Particolarità dell’iRoar Go è la possibilità di orientarlo in due modi: orizzontale e verticale; a seconda dell’orientamento, infatti, si avrà una “sound signature” differente, con un suono più avvolgente quando posto in orizzontale, ed uno più ricco di bassi quando posto verticalmente, rendendo comunque i comandi più vicini e facili da utilizzare.
Per concludere il set di specifiche, troviamo una certificazione IPX6 (resistente agli schizzi d’acqua da qualsiasi angolazione) che ci consentirà di utilizzarlo all’aperto, anche mentre piove, e in doccia per tenerci compagnia mentre ci liberiamo dalla stanchezza di una giornata intera; e infine, una batteria da ben 5200 mAh che, oltre ad alimentare lo speaker, consente di utilizzarlo come una vera e propria Powerbank.
Sfortunatamente, anche stavolta ci troviamo di fronte ad un caricabatterie proprietario (un “classico” alimentatore da 15V), non consentendo la ricarica tramite USB, ma che è compatibile anche con l’iRoar “grande.
App Android e impressioni di utilizzo–>
Di seguito trovate una serie di screenshot dell’app Sound Blaster Connect, con cui è possibile gestire tutti i parametri dell’iRoar Go. Gli screenshot sono abbastanza chiari e non richiedono spiegazioni; badate bene che l’app è disponibile in Italiano, ma utilizzando la lingua Inglese sul mio Note8 ovviamente l’app si adatta alla lingua di sistema:
Impressioni di utilizzo
Da quando ho effettuato la subscription a Monstercat, famosa etichetta di tracce pubblicate su YouTube, l’EDM ha preso il sopravvento nella vita di tutti i giorni, e ovviamente ciò si è riversato anche nelle review che faccio. Di seguito, infatti, potete vedere un video che mostra le differenze nella “sound signature” rispetto all’iRoar con tre tracce proprio di Monstercat:
In termini di volume, non ci sono grosse differenze tra i due speakers, nonostante la differenza sostanziale in dimensioni (e costo). Riguardo alla qualità audio, più che un vincitore e un perdente, ci troviamo di fronte a due contendenti dalla sound signature differente, con l’iRoar Go che predilige i vocals e i suoni di frequenza medio-alta e l’iRoar che invece ha dei bassi più potenti.
Musica
Il set di tracce con cui fare una sorta di “benchmark” invece rimane invariato: Spit out the bone (MetallicA), Ocean (John Butler) e Shadowtask (PYLOT) sono la scelta che mi permette di giudicare qualsiasi range di frequenze, genere o stile musicale.
Con la prima canzone (Spit out the bone – MetallicA), l’iRoar Go è stato fenomenale, complice il fatto che tale traccia è “bass-rich”: la traccia, oltre ad essere velocissima, presenta svariati assoli, tra cui uno con basso in distorsione, tutti veloci e che spaziano dalle note più basse della tastiera della chitarra fino a quelle più alte della prima corda. I bassi sono un po’ carenti, ma le frequenze medie e alte (quindi chitarre e voce) risaltano in pieno grazie ai 5 drivers bi-amplificati.
Rallentando enormemente i toni, passiamo alla seconda traccia (Ocean – John Butler), che è caratterizzata da volumi e dinamiche decisamente più “contenute” rispetto alla precedente. In questo brano, John Butler suona in studio Ocean, riregistrandola a 14 anni dal lancio di John Butler, primo album dell’omonimo trio. La sua chitarra a 11 corde ha un suono pazzesco, e sebbene non ci siano tantissimi bassi (dove però l’iRoar Go avrebbe sofferto), la riproduzione è cristallina.
Utilizzando la funzione SuperWide nell’equalizer, l’iRoar Go riesce ad esprimere ancora meglio ciò che Butler ha composto e suonato, e in alternativa potrete personalizzare la vostra esperienza, sempre tramite l’equalizzatore nell’app, in modo da esaltare o attenuare queste o quelle frequenze.
Concludiamo con una traccia ancora veloce, come la prima, ma di genere totalmente diverso (Shadowtask – PYLOT), ovvero il Synthwave. Traendo spunto dal fenomeno Synth che ha invaso e pervaso gli anni ’80, con questa traccia PYLOT conclude il suo EP (omonimo, Shadowtask) pubblicato sotto Monstercat, etichetta discografica canadese famosa per le sue release nel mondo EDM. I sintetizzatori, i bassi “prepotenti” e le voci con flanger e miriadi di effetti si vedono leggermente “castrare” dalle dimensioni compatte dell’iRoar Go, anche se in quanto a volume si arriva a livelli davvero elevati, quasi al pari del fratello maggiore. Non c’è, comunque, alcuna distorsione anche a volumi alti, quindi al di là del profilo un po’ “flat” sul fronte dei bassi, la qualità è comunque eccezionale.
Film
Come forse già saprete, con ogni dispositivo audio effettuiamo test anche con film (rigorosamente in Blu-Ray o su Netflix in 4K) per capire come si comportano con una vasta gamma di situazioni: si passa dai dialoghi alle colonne sonore alle sparatorie agli inseguimenti. Lo scenario ideale per coprire tutte le frequenze e capire le vere potenzialità dello speaker o delle cuffie di turno.
Ho deciso di dare ascolto alla colossale colonna sonora di Interstellar, capolavoro di Nolan nominato agli oscar per Best Original Score (miglior colonna sonora), Best Sound Mixing (miglior mix audio), Best Sound Editing (miglior montaggio audio) e Best Production Design (miglior direzione artistica), oltre ad aver vinto, sempre lo stesso anno (2015) l’Oscar per Best Visual Effects (migliori VFX).
Già solo la nomination come Best Original Score dovrebbe far capire di che colossale (sì, userò tantissimo questa parola per descrivere Interstellar e ciò che lo caratterizza) soundtrack stiamo parlando:
https://www.youtube.com/playlist?list=PLPS5GX2Oe-9tboGnfvsn_HZWlr2og93wr
Questo film, pilastro della cinematografia moderna, ha una soundtrack di 24 tracce, tutte simili e diverse tra loro, con organi, pianoforti, archi, corde, fiati, ottoni che armonizzano in velocità (come ad esempio in No Time For Caution, che fa riferimento alla famosa scena dell’attracco in rotazione) o in quiete (come la strappalacrime S.T.A.Y.), e l’iRoar Go, nonostante una leggera carenza dei bassi, come già accennato, riesce a rendere giustizia alla firma di Hans Zimmer (Il Gladiatore, Il Re Leone, la trilogia del Cavaliere Oscuro, Inception) che da sempre riesce a centrare il bersaglio quando si tratta di comunicare un messaggio tramite musica.
L’iRoar Go in questo contesto, grazie soprattutto alla funzione SuperWide, riesce a riprodurre tutto lo spettro audio, esaltando gli strumenti più striduli e non mortificando la componente ricca di bassi dei contrabbassi e dell’organo. Attenti però al volume: al 100% potreste infastidire i vicini.
Ovviamente i dialoghi sono cristallini e mai “ovattati”, grazie alla preminenza che questo speaker dà ai treble.
Considerazioni finali–>
[conclusione][titolo]Resa sonora e features[/titolo]
Anche in questo caso, ci troviamo di fronte ad una resa sonora al top di gamma, e diciamo pure che il fatto che l’iRoar Go costi la metà dell’iRoar gli consente di passare a pieni voti il nostro giudizio sulla qualità audio, nonostante ci sia un po’ di carenza nel settore “bass”, cosa più che naturale visto che, essendo più piccolo, i driver sono più piccoli e di conseguenza meno propensi a riprodurre frequenze basse.
Il doppio amplificatore (uno per il subwoofer e uno per i driver stereo) fa un lavoro eccellente nel gestire il suono, e le funzioni dell’equalizzatore permettono di cambiare radicalmente la sound signature dello speaker; eccellente la possibilità di utilizzare microSD (fino a 32 GB) e pendrive USB per leggere l’audio direttamente da tali unità di storage, la possibilità di utilizzare lo speaker come powerbank da 5200 mAh e l’impermeabilità quasi totale (IPX6 infatti garantisce la protezione contro gli schizzi, ma non significa che potrete usarlo SOTT’ACQUA; significa, invece, che potrete usarlo all’aperto e sotto la doccia.
Non smetteremo mai di tessere le lodi dell’NFC in ogni dispositivo in cui lo troviamo (come l’iRoar Go), infine.
[voto=”10″][/conclusione]
[conclusione][titolo]Ergonomia[/titolo]
Le dimensioni più compatte dell’iRoar Go (rispetto all’iRoar) gli consentono di essere trasportato senza difficoltà in uno zaino o una valigia (magari in viaggio) senza per forza di cose ingombrare troppo spazio o pesare troppo. Mentre l’iRoar vedeva come ambiente prediletto una living room, o ambienti dove l’intrattenimento è il soggetto principale, l’iRoar Go ha uno spirito più “sportivo”, consentendo di adempiere sì alle funzioni di speaker “casalingo”, ma riuscendo anche nell’intento di portare in giro tale qualità sonora. L’autonomia, dichiarata di 12 ore, è spiccicata a quanto dichiarato dall’azienda, mantenendo comunque volumi consistenti per tutta la durata della batteria; la carica di essa, tra l’altro, viene indicata dal tasto di accensione: verde fino al 30%, arancione sotto al 30%, invitandovi a ricaricarlo quanto prima.
[voto=”10″][/conclusione]
[conclusione][titolo]Prezzo[/titolo]
Laddove l’iRoar vedeva un price tag alle stelle (ben 350-400€), l’iRoar Go è di gran lunga più accessibile, circa 170 €, allineandosi alle proposte di fascia medio-alta di brand concorrenti e risultando più che adeguato vista la qualità costruttiva e sonora dello speaker. Potete acquistare lo speaker sullo store ufficiale di Creative o tramite il nostro referral Amazon.
Vi invitiamo sempre ad acquistare presso i rivenditori ufficiali Creative, in quanto pur presentando un prezzo superiore ai VAT Player (coloro che evadono l’IVA tramite meccanismi al limite della legalità), forniscono supporto post-vendita/RMA, cosa che suddetti rivenditori non ufficiali non garantiscono.
[voto=”9″][/conclusione]
È difficile sorprendermi, soprattutto quando si tratta di prodotti collegati al mondo dell’audiofilia, ma il Creative iRoar Go ha saputo dimostrare di avere potenza e carattere da vendere, in uno chassis compatto, una solida qualità costruttiva ed un prezzo molto più accessibile rispetto all’iRoar “classico”. Per questo, diamo ad esso il nostro Hardware Diamond Award:
Ringraziamo Creative e Star2Com per averci inviato il sample.
Per oggi è tutto, seguiteci sui nostri social network:
Un saluto dal vostro Ciro, alla prossima!
La recensione
Creative iRoar Go Bluetooth Speaker
Uno speaker Bluetooth dall'elevata potenza, dalla qualità costruttiva solidissima, certificato IPX6 e con la possibilità di modificare l'impronta audio? L'iRoar Go è questo. E molto altro.
Pro
- Qualità costruttiva solidissima
- Sound signature modificabile tramite app per smartphone
- Volumi elevati
- Vasta scelta di 'sources' da utilizzare
Contro
- Bassi un po' carenti, anche se in misura minima
Creative iRoar Go Bluetooth Speaker Prezzi
Raccogliamo informazioni da vari negozi per indicare il prezzo migliore
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