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ASRock X299 Killer SLI/ac

Ciro Sdino di Ciro Sdino
27 Ottobre 2017
in Schede Madri
0
Home Reviews Schede Madri
739
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ASRock e X299–>

Dopo aver testato le due punte di diamante della serie X299 di ASRock, oggi ci tuffiamo nei test di un prodotto decisamente più economico ma non per questo meno valido. Stiamo parlando, come lascia capire il titolo, della ASRock X299 Killer SLI/ac, modello che non ha molto da invidiare ai ben più costosi esponenti della lineup.

Dopotutto, ASRock, ha sempre saputo creare prodotti sia nella fascia più alta del mercato che nei settori mainstream, dove in realtà l’azienda è nata e ha accumulato la maggior esperienza.

Il risultato, è una scheda madre completa a tutto tondo, rinunciando sì a qualche orpello estetico e a qualche funzionalità extra, ma non sacrificando assolutamente affidabilità, prestazioni e possibilità di espandere il proprio sistema.

Senza ulteriori indugi, ecco la nostra review della X299 Killer SLI/ac, buona lettura!

Specifiche tecniche: ASRock X299 Killer SLI/ac–>

Di seguito le specifiche tecniche della scheda madre oggi recensita. Per ulteriori informazioni e per scaricare i driver più aggiornati, vi invitiamo ad andare sul sito ufficiale di ASRock:

La ASRock X299 Killer SLI/ac è una scheda madre di fascia media che offre, ovviamente, il supporto a tutte le CPU della serie LGA 2066 di Intel, partendo dai Kaby Lake-X delle CPU quad core fino alle edizioni a 18 core delle CPU Skylake-X. Abbinato al socket, troviamo 8 slot per DIMM DDR4 con frequenza fino a 4400 MHz e capacità massima di 128 GB, almeno con i moduli attualmente in commercio.

L’alimentazione viene gestita da una sezione a 11 fasi, composta da 10 Intersil ISL99227 ed una singola fase per Kaby Lake-X, che non dispone di FIVR dedicato come le CPU Skylake-X, con un massimo teorico di 600 A, più che sufficienti anche per un 7980XE overclockato, anche se spendendo così tanto per una CPU sarebbe meglio investire in una scheda madre più avanzata.

Sono presenti 4 slot PCIe, e se la scheda è popolata con una CPU da 44 linee, essi sono configurati in modalità 16x/4x/16x/8x, permettendo di installare sistemi a 3 schede video AMD o NVIDIA. Sono inoltre presenti 3 slot M.2, due dei quali accedono alla CPU (e quindi configurabili tramite VROC in RAID) ed uno al PCH, ognuno con 4 linee PCIe ciascuno.

Come da tradizione, l’implementazione dell’RGB è particolarmente subdola, cosa che oggi giorno è più che apprezzata, visto il “circo” che spesso si vede su alcune concorrenti.

La connettività è completa, e come dice il nome, è presente una scheda WiFi AC onboard, anche se la velocità massima si ferma a soli 433 Mbps, essendo l’antenna in configurazione 1×1.

Il pannello I/O presenta 4 porte USB 2.0, 4 porte USB 3.1 Gen1 Type-A, 1 porta USB 3.1 Gen2 Type-A ed 1 porta USB 3.1 Gen2 Type-C, insieme ad una scheda Gigabit Ethernet, una porta PS/2 combo e un tasto per un rapido ClrMOS, insieme ovviamente alle uscite audio classiche ed una S/PDIF.

X299: un’occhiata al microscopio–>

Prima di entrare nel dettaglio, è importante tornare indietro nel tempo e discutere X99. Quando fu rilasciato, la domanda era semplice: questo chipset ha più vite di un gatto? Perché con un’attenta analisi, X99 non era altro che X79 con il supporto a U.2, storage su PCIe e tanti altri piccoli dettagli. X99, però, non era al passo coi tempi visto che era legato al protocollo PCIe 2.0 e quindi si sforzava per incorporare svariate interfacce di next-gen per lo storage.

X299 è un po’ differente… prendendo in prestito uno o due “dettagli” dal chipset Z270 di Intel stessa e aggiungendo, infine, una sana dose di linee PCIe collegate alla CPU. Di fatto, guardando fisicamente il PCH, è davvero difficile distinguerlo dall’altro chipset utilizzato per le CPU decisamente meno costose della linea Kaby Lake.

C’è tanto da parlare sul fronte CPU (soprattutto sul fatto che su LGA2066 troviamo le stesse CPU che troviamo su LGA1151), quindi ci soffermeremo, stavolta, sulle capacità di X299. In soldoni, è una sorta di copincolla da Z270, che può essere una cosa positiva ma anche negativa. Da un latro, ci sono significativi upgrade rispetto al poco brillante X99, ma far passare X299 come chipset di fascia alta è un po’ fazioso. Mettiamola così: ribrandizzare Z270 come X299 (tranne qualche differenza di poco conto) e poi chiedere un price premium non farà guadagnare ad Intel alcun amico.

Indipendentemente da quanto questa piattaforma rispecchi Z270, essa rappresenta ancora un significativo upgrade rispetto a X99 visto che adesso – finalmente – c’è stato un movimento verso un’infrastruttura PCIe 3.0 piuttosto che 2.0 dell’anno passato. Sfortunatamente, non c’è ancora il supporto nativo a USB 3.1 o storage su NVMe ma le 24 linee PCIe che partono dal PCH sono più che abbastanza per fornire abbastanza bandwidth ai controller richiesti per funzionalità I/O di alto livello.

Ci sono inoltre 8 porte SATA III native e 10 porte USB 3.0 che dovrebbero fornire abbastanza banda passante per le periferiche connesse e più soluzioni di storage base. Sfortunatamente, nessuna di queste interfaccie è particolarmente votata al futuro, il che lascia capire che questo PCH sia una sorta di transizione tra X99 e qualsiasi altro chipset Intel stia progettando. Forse è per questo che sembra un rebrand di Z270.

Così come con Z270, Intel utilizza la connessione proprietaria DMI 3.0 per collegare PCH e CPU. Quest’interfaccia a 4 linee PCIe consente di avere una connessione doppia rispetto al DMI 2.0 che caratterizzava X99, il che è una buona notizia considerando che ci si aspetta che questa nuova piattaforma tenga il passo con storage high bandwidth. Comunque, ci domandiamo se sia sufficiente ad installare più drive NVMe.

Qualsiasi processore della lineup Skylake-X installato in una scheda madre X299 porta con sé capacità addizionali, ma prima di addentrarci nel discorso, parliamo del layout generale degli slot grafici e del supporto alle memorie. Nella fascia alta, c’è al momento una singola CPU con 44 linee PCIe (il 7900X, in attesa che 7920X, 7940X, 7960X e 7980XE vengano rilasciati) che possono essere configurate in due layout differenti: o due GPU 16x 16x o il potenziale di tenere le schede in 3-way con connessioni 16x 16x 8x. Ciò lascia 4 linee addizionali per connessioni successive come un setup RAID di SSD NVMe direttamente connessi alla CPU tramite la tecnologia VROC(Virtual Raid on CPU) di Intel che è in dirittura di arrivo. Queste CPU supportano memorie quad channel.

I processori da 28 linee PCIe come l’i7 7820X e l’i7 7800X subiscono una differente implementazione a causa della loro singolare allocazione PCIe. Quando due schede grafiche sono installate, le linee PCIe switchano a 16x 8x mentre setup a 3 schede grafiche non sono supportati senza un bridge PCIe che alcune delle schede madri di fascia alta potrebbero avere. Anch’essi supportano memorie in quad channel, come gli i9 precedentemente menzionati.

Infine, c’è Kaby Lake-X (che abbiamo utilizzato per questa recensione) con le sue 16 linee PCIe che si comportano esattamente come su Z270. Con una GPU singola installata, la scheda presenta una connessione 16x mentre il secondo slot viene disattivato completamente. Una volta inserita una seconda scheda, uno switch interno divide le linee in un layout 8x 8x. Il supporto alle memorie per questi processori è quantomeno singolare, con le sole configurazioni dual channel ad essere supportate. Ciò significa che la CPU avrà accesso solo agli slot a destra del socket, mentre i 4 a sinistra vengono disattivati.

Galleria fotografica: ASRock X299 Killer SLI/ac–>

Ecco una serie di immagini che ritraggono la ASRock X299 Killer SLI/ac:

Configurazione di sistema e metodologia di test–>

La configurazione utilizzata per i test è la seguente:

CPU  Intel Core i5 7640X Kaby Lake-X
Heatsink  Noctua NH-U12S
Mainboard  ASRock X299 Killer SLI/ac
RAM  G.Skill TridentZ 3600 MHz C15 16 GB
VGA  Sapphire Radeon RX560 Pulse 4 GB OC
Sound Card  –
HDD/SSD  Patriot Hellfire 240 GB M.2 NVMe SSD
PSU  Seasonic Prime Gold 850 W
Case  Streacom BC1 Open Benchtable
Monitor  Acer CB280HK 4K Display
Keyboard  Razer Blackwidow Chroma V2
Mouse  Razer Naga Hex V2
OS  Windows 10 Pro x64 Fall Creators Update

Benchmark sintetici:

  • SuperPI 1.5 mod XS 1M e 32M
  • WPrime 1.55 32M e 1024M
  • Cinebench R11.5
  • Cinebench R15
  • AIDA64 Photoworxx
  • AIDA64 ZLib
  • AIDA64 AES
  • AIDA64 Hash
  • AIDA64 VP8
  • AIDA64 SinJulia

Benchmark grafici:

  • Ashes of the Singularity, preset Crazy, 1080p, benchmark CPU Focused (DX12)
  • 3DMark Fire Strike (DX11)
  • 3DMark Time Spy (DX12)

Benchmark sintetici: AIDA64–>

AIDA64 è uno strumento di analisi, diagnostica e benchmarking per sistemi Windows (e più recentemente, Android), che dispone di una vastissima suite di benchmark e che è diventato, nel tempo, un software di riferimento tra utenti e professionisti per il moitoraggio e il confronto di tutto l’hardware all’interno del proprio PC.

CPU Photoworxx

Questo benchmark esegue diverse operazioni comuni utilizzate durante il fotoritocco. Per la precisione, esegue un numero di operazioni di modifica su un’immagine RGB molto larga.

Questo benchmark stressa le unità SIMD della CPU e il sottosistema delle RAM. CPU Photoworks usa laddove presenti le librerie di istruzioni x87, MMX, MMX+, 3DNow!, 3DNow!+, SSE, SSE2, SSE3, SSE4.1, SSE4A, AVX, AVX2 e XOP e trae beneficio di NUMA, HyperThreading, sistemi multiprocessore e multicore.

CPU ZLib Benchmark

Questo benchmark integer misura le prestazioni combinate di CPU e memorie tramite la libreria di compressione open source ZLib. Il test CPU ZLib utilizza solo le istruzioni base x86 ma ciononostante è un buon indicatore delle prestazioni generali del sistema.

CPU AES Benchmark

Questo benchmark misura le prestazioni della CPU utilizzando la crittografia dati AES (Advanced Encryption Standard). In crittografia, AES è uno standard di crittaggio a chiave simmetrica, ed è utilizzato in svarati strumenti di compressione come 7-zip, WinRAR, WinZIP e anche in soluzioni di encrypting come BitLocker (Windows), FileVault (Mac OSX) e TrueCrypt (open source). Il test AES Benchmark usa le appropriate istruzioni x86, MMX e SSE 4.1, ed è accelerato a livello hardware su processori abilitati tramite il set di istruzioni AES-NI. Questo test rileva e sfrutta HyperThreading, sistemi multiprocessore e multicore.

CPU Hash Benchmark

Questo benchmark misura le prestazioni CPU utilizzando l’algoritmo di hashing SHA1 definito nella FIPSPS 180-3. Il codice dietro questo benchmark è compilato in Assembly, e più importante, utilizza librerie di istruzioni MMX, MMX+, SSE, SSE2, SSSE3 e AVX, con prestazioni superiori su processori che supportano tali instruction sets.e on supporting processors.

FPU VP8 / SinJulia Benchmarks

Il benchmark di AIDA FPU VP8 misura le prestazioni di compressione video utilizzando il codec di Google VP8 (utilizzato per i file WebM) aggiornato alla versione 0.9.5 e stressa l’FPU (Floating Point Unit) della CPU. Il test codifica fotogrammi video dalla risoluzione di 1280×720 in 1 pass ad un bitrate di 8 Mbps con impostazioni di qualità massima. Il contenuto dei fotogrammi viene poi generato dal modulo FPU Julia. Il codice che gestisce questo benchmark utilizza librerie MMX, SSE2 e SSSE3. SinJulia, invece, misura le prestazioni in floating point a precisione estesa (conosciuta anche come 80-bit) tramite il calcolo di un singolo fotogrammi di un frattale “Julia” modificato. Il codice di questo benchmark è scritto in Assembly, e utilizza istruzioni trigonometriche ed esponenziali x87.

Benchmark sintetici 2D: SuperPI e WPrime–>

SuperPI

Un metodo tradizionale per verificare le prestazioni del proprio PC è utilizzare SuperPI mod 1.5 XS: il programma si occupa di calcolare dalle 16k ai 32M di cifre dopo la virgola del π, con una scalabilità clock per clock davvero sorprendente per un programma creato nel 1995. Il programma calcola l’efficienza single-threaded piuttosto che quella multithreaded:

WPrime

Insieme al calcolo delle cifre dopo la virgola del π, un altro metodo valido per verificare le performance del proprio PC è utilizzare WPrime, da noi usato nella versione 1.55 (la stessa valida per i benchmark di HWBot), che consente di trovare dai 32M ai 1024M di numeri primi. Il programma scala enormemente in presenza di CPU multi-core, rappresentando un valido benchmark per il calcolo dell’efficienza multithreaded:

Benchmark sintetici: Cinebench R11.5 e Cinebench R15–>

Cinebench R11.5 e R15

Come da tradizione (e in questo caso particolare, utilizzarli è obbligatorio, come vedrete), fanno capolino tra i benchmark con cui testiamo le prestazioni di un sistema anche le ultime due release di Cinebench, rispettivamente la R11.5 e la R15. Entrambi i test utilizzano un approccio simile di testing: i benchmark utilizzano svariati algoritmi per stressare tutti i core disponibili per renderizzare una scena 3D fotorealistica nel minor tempo possibile. In particolare, con il benchmark nella versione R15, la scena del test contiene approssimativamente 2000 oggetti contenenti più di 300’000 poligoni totali, e usa riflessi sia definiti che sfocati, ombre e luci a zona, shaders procedurali, antialiasing e tanto altro ancora. Questo benchmark può effettuare misurazioni fino ad un massimo di 64 threads, con il risultato che viene fornito in punti (Points): ovviamente, più punti totalizzate, più potente sarà il vostro sistema:

Benchmark 3D: 3DMark, Ashes of the Singularity–>

3DMark Fire Strike e Time Spy

In concomitanza con il lancio di Windows 8, Futuremark ha lanciato il nuovo 3DMark, chiamato appunto 3DMark, senza alcun numero riconoscitivo, a segnare la forte integrazione che ha con qualsiasi sistema, da Android a Windows a iOS a OSX, dando per la prima volta la possibilità di paragonare le prestazioni su smartphone e PC fisso in maniera schematizzata e professionale. Il benchmark dispone di svariati test, di cui utilizziamo i più intensivi per mettere alla prova le schede video.

Tra questi, il più impegnativo è il Fire Strike, che spinge la tessellazione a livelli davvero elevati, e che “vanta” due versioni ancora più spinte: Extreme (con scene pre-renderizzate a 2560×1440) ed Ultra (scene pre-renderizzate a 3840×2160, ovvero 4K). Purtroppo, a nostra disposizione

Recentemente, invece, è stato introdotto il benchmark Time Spy, che testa le prestazioni delle GPU sfruttando le nuove API Microsoft DirectX 12, con scene pre-renderizzate a 2560×1440:

Ashes of the Singularity

Ashes of the Singularity è quello che Stardock (la software house creatrice del gioco) definisce come un gioco strategico di warfare planetario, e con le sue mappe enormi e le migliaia di unità a schermo durante i combattimenti full-scale, non si può far altro che dare ragione all’azienda.

Ciò che viene spesso associato ad Ashes è l’incredibile onere che applica ai sistemi grafici (e non solo, il gioco è famelico di core e GHz), tramite l’utilizzo di DirectX 11 e 12. Il preset Crazy è in grado di mettere in ginocchio qualsiasi GPU in commercio già alla risoluzione Full HD. Il gioco si avvale del supporto alle tecnologie AMD, prendendo spunto dal motore grafico Nitrous utilizzato in uno dei primi benchmark per Mantle, Star Swarm:

Considerazioni finali–>

[conclusione]

[titolo]Design, qualità costruttiva e software[/titolo]

Con un design simile alle schede di fascia superiore, e una sezione di alimentazione leggermente meno “portentosa”, la X299 Killer SLI/ac è una mainboard dall’elevata qualità costruttiva, come da tradizione dell’azienda e come ci si aspetterebbe da un prodotto dal costo di circa 250€. I dissipatori per PCH e VRM sono adeguati al lavoro che devono svolgere e, durante i nostri test, non ci sono stati surriscaldamenti, anche se ad essere completamente onesti, l’i5 7640X non rappresenta una situazione “difficile” da gestire da una sezione di alimentazione capace di erogare ben 600A, o 800W circa.

Il software stavolta, a differenza delle altre schede madri, ha funzionato senza problemi, e la causa sembra essere il CSM: se disattivato, il software presenta problemi. Ciò risulta essere un problema, perché disattivare il CSM permette di utilizzare le più recenti tecnologie di Fast Boot e Secure Boot di Windows 10.

[voto=”9″]

[/conclusione]

[conclusione]

[titolo]Performance e overclock[/titolo]

Dal punto di vista delle performance, la Killer SLI/ac è davvero un piccolo mostriciattolo, brillando in efficienza anche quando paragonata a modelli più costosi dell’azienda. Avendo una CPU “in prestito”, non ci siamo spinti in alcun tipo di overclock per mancanza di tempo, ma a giudicare dai risultati trovati in giro per la rete, e a giudicare dalla sezione di alimentazione ben corposa da 10 ISL99227, non possiamo che aspettarci grandi potenzialità, grazie anche alla A-Suite con cui gestire sia le frequenze che i voltaggi, oltre ovviamente a monitorare le temperature.

[voto=”10″]

[/conclusione]

[conclusione]

[titolo]Compatibilità e connettività[/titolo]

La connettività di questa scheda è immensa, con 8 porte SATA 3, fino a 18 porte USB, 3 slot Ultra M.2 da 32 Gbps ciascuno, Wifi 802.11 AC (sebbene a soli 433 Mbps), una scheda Gigabit Ethernet LAN, e ovviamente supporto a configurazioni multi scheda, memorie DDR4 fino a 128 GB e tutte le CPU basate su socket LGA2066 finora lanciate.

[voto=”9″]

[/conclusione]

[conclusione]

[titolo]Prezzo[/titolo]

Il prezzo della scheda madre è di circa 240 € su Amazon (clicca QUI per acquistarla tramite il nostro referral), un prezzo più che adeguato considerando che si tratta di una scheda madre bilanciata e dall’ottimo design, con un’interpretazione abbastanza subdola dell’illuminazione RGB e linee geometriche che seguono una sorta di coerenza con il resto della lineup di ASRock.

Come al solito, vi invitiamo ad acquistare presso i rivenditori ufficiali ASRock, in quanto pur presentando un prezzo superiore ai VAT Player (coloro che evadono l’iva tramite meccanismi al limite della legalità), forniscono supporto post-vendita/RMA, cosa che suddetti rivenditori non ufficiali non garantiscono.

[voto=”10″]

[/conclusione]

La ASRock X299 Killer SLI/ac è una mainboard dal design che segue quello della lineup dell’azienda, con RGB implementato in modo “subdolo”, dissipatori proporzionati ed un’elevata efficienza, soprattutto se paragonata a modelli ben più costosi. Per questo motivo, la scheda si guadagna una doppietta: il nostro Hardware Platinum Award insieme al Best Price per l’elevato rapporto qualità/prezzo:

Hardware 5 Platinum

Per oggi è tutto, ringraziamo ASRock per il sample oggi recensito.

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La recensione

ASRock X299 Killer SLI/ac

9.5 Punteggio

La X299 Killer SLI/ac è una mainboard di fascia media dal design "stealth", performance ottime ed un rapporto qualità/prezzo elevato.

Pro

  • Rapporto prezzo-prestazioni elevato
  • Performance di alto livello nonostante sia una scheda di fascia 'media'
  • Design molto più tranquillo di modelli competitor

Contro

  • WiFi AC a soli 433 Mbps

Riassunto della recensione

  • Design, qualità costruttiva e software 0
  • Performance e overclock 0
  • Compatibilità e connettività 0
  • Prezzo 0

ASRock X299 Killer SLI/ac Prezzi

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Ciro Sdino

Direttore responsabile di ReHWolution, con la passione per qualsiasi cosa funzioni con un processore fin dal lontano 1995, anno in cui "misteriosamente" la sua CPU avviò un processo di fusione nucleare nel case. Da allora, con impegno e imparzialità analizza hardware e software di ogni tipo, con un occhio di riguardo per l'overclock.

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