L’enorme velocità con la quale si sta evolvendo il mondo del videogioco crea una sensazione di sospensione nel tempo, un costante presente dove ai titoli più recenti si affiancano capolavori del passato da riscoprire tramite il retrogaming.
L’impressione che se ne ricava, in molti casi, è che tra questi due estremi non vi siano contatti, come se fossero collocati in due bolle ben distinte e isolate. Non si tratta ovviamente di una percezione fondata, anzi: a uno sguardo appena più approfondito appare evidente come il moderno videogaming sia debitore nei confronti di titoli risalenti, e come il retrogaming abbia valore soprattutto in relazione al confronto con il moderno videogaming.
Così, per esempio, giocare all’ultima release annuale di un FIFA assume un significato diverso considerando le evoluzioni che, dai primi esempi di simulatori calcistici, hanno portato allo stato attuale; parimenti, giocare un’avventura grafica punta e clicca degli anni ’80 è un’esperienza significativa grazie al confronto con i moderni prodotti di tale genere. Il mondo del videogioco, insomma, ha attraversato e continua ad attraversare importanti evoluzioni: serie storiche del videogioco, nel corso degli anni, sono rimaste al passo con i tempi grazie a una corretta interpretazione e a scelte evolutive indovinate.
Prendendo come esempio proprio FIFA, ma più in generale i simulatori calcistici, colpisce immediatamente che la direzione nella quale questi hanno scelto di investire è stata il realismo. Si tratta di un’evoluzione praticamente imposta, a ben pensarci, ma la cui inevitabilità nulla toglie alle tecnologie che si è deciso di sfruttare nella ricerca di un realismo sempre maggiore. Gli sprite bidimensionali e i primi modelli tridimensionali dei calciatori erano estremamente semplici, e ben poco spazio era lasciato al realismo: si potevano al massimo riprodurre elementi come la testa rasata o il colore della pelle. Man mano i modelli tridimensionali, seguendo lo sviluppo dei software, si sono perfezionati, arrivando poi all’utilizzo del motion capture: questo viene utilizzato tanto per riprodurre le fattezze dei più riconoscibili calciatori quanto, e soprattutto, per catturare i movimenti del corpo degli atleti, riproducendo dribbling distintivi e movenze peculiari.
Si può poi pensare al blackjack, protagonista online sia in importanti tornei che in confronti amichevoli: una situazione che è relativamente recente nella storia del blackjack come videogioco. In termini videoludici, infatti, il blackjack vanta una tradizione di tutto rispetto: le suite di carte sono state tra i primi videogiochi a contare grande diffusione per la loro semplicità, con il blackjack che vi era naturalmente incluso, e il successo di questi passatempi negli anni 2000 incluse il blackjack anche in titoli single player tematici da giocare contro l’AI. Era inevitabile quindi che l’evoluzione tecnologica si rivolgesse nella direzione di portare online il blackjack, facendolo approdare nell’offerta di piattaforme dedicate che ne prevedono anche diverse varianti: le potenzialità della rete e del multigiocatore sono state prontamente sfruttate proprio per mantenere il blackjack al passo con i tempi.
Evoluzioni che, naturalmente, possono essere anche di segno opposto: non elementi di nuova introduzione, ma elementi ai quali si rinuncia. Si può pensare a Tomb Raider: longeva serie videoludica avviata negli anni ’90, costituisce una pietra miliare dell’avventura dinamica. Questa, nei suoi primi titoli, era accompagnata da puzzle ambientali: leve da tirare, piattaforme da spostare, blocchi da posizionare correttamente per poterli scalare e così via. Si tratta di un aspetto che col passare dei titoli, e con il mutare dei gusti videoludici, è venuto meno: in questo caso l’evoluzione videoludica ha fatto sì che gli ultimi titoli fossero molto più votati all’esplorazione e all’azione piuttosto che alla risoluzione di puzzle ambientali, circoscritti a enigmi elementari e spesso opzionali. Sotto questa stessa luce può essere letta la scelta fatta per l’ultimo capitolo di Final Fantasy, iconica saga JRPG arrivata ormai al sedicesimo capitolo. Come da tradizione per i giochi di ruolo giapponesi, il combattimento è sempre stato a turni: per il capitolo di prossima uscita si è scelto di abbandonare questa storica caratteristica, abbracciando uno stile molto più volto all’azione.
Come ultimo esempio, infine, non si può che guardare a un immortale protagonista del videogioco: Tetris. Nato nell’Unione Sovietica del 1984, ha attraversato incolume vere e proprie epoche del videogaming grazie sia a un gameplay semplice ma allo stesso tempo intramontabile, sia grazie alla capacità di includere elementi moderni nella sua evoluzione. Per esempio, nel 2019 è uscito Tetris Royale, che ha unito Tetris a una delle mode videoludiche più travolgenti degli ultimi anni, la battle royale: a prescindere da qualsiasi valutazione, rimane un ottimo esempio di capacità di adattamento e interpretazione dei tempi.
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