Dal 1° dicembre 2018 è entrato in vigore la delibera riguardante il modem libero per tutti i nuovi utenti. Ma a giudicare da quanto si evince sui siti ufficiali degli operatori, non c’è stato (ancora) un totale allineamento; anzi, alcuni si sono proprio “dimenticati” della delibera 348/18/CONS dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM).
Tra gli operatori che si sono adeguati alla nuova legge c’è TIM la quale ha organizzato una pagina dedicata per fornire agli utenti tutti i parametri necessari per connettersi alla rete; un metodo alternativo può essere anche il classico servizio di assistenza tecnica dell’operatore in linea fissa 187 scegliendo l’opzione 2 opzione.
La compagnia telefonica inoltre aggiunge i dettagli più salienti della delibera: “In ottemperanza alla delibera AGCOM n. 348/18/CONS sul tema della libertà di scelta del terminale, a partire dall’1 dicembre 2018 i clienti TIM possono scegliere il prodotto (ad esempio modem) che preferiscono per connettersi ad Internet e fruire dei servizi voce TIM. Da questa data è possibile collegarsi alla Rete mediante la Fibra, l’XDSL e l’ADSL, utilizzando le apparecchiature terminali di propria scelta.”
Facendo una ricerca più approfondita nel portale dell’operatore, si possono identificare i documenti di trasparenza tariffaria; risulta quindi evidente che TIM abbia iniziato a proporre offerte equivalenti e senza modem incluso, ma che, allo stesso tempo, non abbia fatto nulla affinché gli utenti potessero notarle. Chiunque arrivi sul sito ufficiale non sarà in grado di trovare info utili, ma soltanto le classiche offerte con modem incluso.

TIM infatti preferisce mettere in evidenza le offerte con il suo modem o router. A livello legale, però, TIM è l’unica che, già oggi, ha rispettato gli obblighi della delibera AGCOM.
Ma non è la sola compagnia a “adeguarsi” alla nuova delibera; Fastweb ad esempio ha stilato una pagina informativa riguardante i “modem alternativi”, specificando tutti i parametri di rete “per una corretta configurazione della connessione ad Internet su rete Adsl, Vsdl e Fibra“.
L’operatore italiano sottolinea anche gli oneri che non gli spettano più, come la manutenzione dell’apparecchio nel caso di guasti del dispositivo, che ovviamente sarà a carico del cliente nel caso in cui scelga un modem o un router di terze parti.
Viene inoltre spiegando che “nel caso in cui il cliente scelga di utilizzare un modem di sua proprietà non potrà usufruire di servizi“, ad esempio l’assistenza tecnica da operatore dedicato, gli interventi sulle configurazioni sull’apparato back up e ripristino configurazioni e l’abilitazione ai servizi aggiuntivi specializzati Fastweb previsti dall’offerta, “quali ad esempio il WOW FI o il servizio di video-sorveglianza”.
Wind, a differenza delle due precedenti citate compagnie, non ha ancora espresso il suo “pensiero in merito alla delibera del “modem libero”; sul portale Infostrada infatti non si trovano né i parametri di rete per la configurazione di apparecchi terzi né alcuna informativa che dia all’utente i dettagli dei suoi nuovi diritti. Addirittura non c’è alcun indizio sulle offerte privi di modem, evidenziandone solamente quelle col modem incluso che invece è obbligatorio e a pagamento.
Solamente un’offerta viene specificata con “Modem Incluso”, la Absolute che vale solamente per ADSL e FTTC (Fiber-to-the-Cabinet). Il nulla cosmico invece per i parametri e metodi per sulla tecnolgia FTTH. Ed è comunque singolare che un cliente già attivo debba cercare i parametri tra le note di una nuova offerta, che certamente non sottoscriverà.
Anche Tiscali sembra non esprimersi sulla vicenda. Nella pagina dedicata agli adempimenti agli obblighi di AGCOM, infatti, l’operatore non fa alcun riferimento alla delibera 348/18/CONS e non ci sono nuove offerte equivalenti senza il modem, anche se a dire il vero Tiscali offriva già offerte con modem fornito gratuitamente.
Inoltre Tiscali già permetteva di impostare un modem di terze parti per le linee ADSL. I parametri per quest’ultimi sono disponibili sul sito ufficiale; inoltre Tiscali propone una pagina dedicata ai modem “certificati”.
Infine, Vodafone; la compagnia leader nel settore mobile fa riferimento alla delibera di AGCCOM specificando nella sezione “Informa” del suo sito ufficiale che “Vodafone sta provvedendo ad adeguare la propria infrastruttura di rete al fine di consentire l’accesso ad Internet con modem scelti dal cliente e compatibili con la rete di Vodafone. Non appena completate le attività Vodafone provvederà a darne adeguata informativa in tale sezione e comunque ad inizio 2019. Qualora il cliente volesse migrare verso altro operatore, Vodafone non ti addebiterà alcun costo in caso di mancata restituzione della Vodafone Station.”
Al momento quindi si tratta di un aggiornamento a metà: tutte le informazioni chiare arriveranno in ritardo, “a inizio 2019”, ma già ora chi recederà dal contratto potrà tenersi la Vodafone Station senza dover pagare nulla alla società.
Insomma, tirando le somme, nonostante la regola sia entrata ufficialmente da tre giorni, l’adeguamento non sembra essere universale. TIM è sulla strada giusta, Fastweb e Tiscali così così; Vodafone prende tempo, Wind la peggiore. La cosa ancora più assurda è che le offerte che fino ad ieri comprendevano il modem proprietario non corrispondo affatto ad una uguale ma senza modem.
Aggiornamento 04/12/2018
Tim ha reso pubblica un’ulteriore guida universale per configurare e connettersi con un modem/router diverso da quello proposto dalla compagnia: https://m.tim.it/assistenza/supporto-tecnico-e-configurazione/modem-tim/modem-router-generico
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