«Non vogliamo contrastare Google»: è chiarissimo Renato Soru, patron di Tiscali, nel presentare il neonato motore di ricerca Istella.
La sottolineatura è importante: non appena appare un nuovo motore di ricerca, il confronto con il gigante del web scatta automatico e, generalmente, è impietoso.
Inoltre, Soru ha forse in mente il disastroso debutto di Volunia, dietro al quale s’erano accumulate tante attese poi trasformatesi in altrettante delusioni.
Per poter evitare il confronto, però, Istella, progetto su cui Tiscali ha investito per 15 anni, non può semplicemente affermare di non volersi mettere in competizione con Google: deve anche offrire qualcosa di diverso.
Ecco quindi che il motore di ricerca nato all’interno di Tiscali si presenta come uno strumento per fare ricerca all’interno di contenuti di qualità, per scandagliare il «web nascosto» (parole di Soru) e per accedere alla cultura, ovviamente con un occhio di riguardo a quella italiana.
«Istella permette di cercare nel grande archivio del “Sapere Comune” costruito attraverso i contributi degli utenti» si legge nella presentazione; e, per “sapere comune”, si intendono amatori, autori, ricercatori, studiosi, professori, appassionati della materia, tecnici, circoli culturali e, in generale, tutto ciò che produce materiale “di qualità”.
A ciò si aggiungono poi gli archivi come quelli delle enciclopedie (come la famosa Treccani), gli archivi storici dei quotidiani e delle riviste nazionali, gli archivi RAI, quelli delle associazioni, quelli del Touring Club e via dicendo.
Inoltre, gli utenti potranno«condividere i propri archivi personali»(testi, immagini, audio, video) che a loro volta saranno indicizzati; si potranno “seguire” gli altri utenti (un po’ come su Twitter) e utilizzare una bacheca digitale personale.
Al momento, Istella indicizza 3 milioni di siti e 3 miliardi di pagine web, pari nel complesso a 180 Tbyte di dati, ma l’archivio è ovviamente in continua espansione.
Il motore di ricerca sarà anche una realtà di business che, secondo Renato Soru, potrà arrivare a fatturare 2,5 miliardi di euro l’anno grazie alla vendita di spazi pubblicitari e delle parole chiave.
A differenza di Google, però, Istella non crea profili degli utenti cercando di mostrare loro ciò che più si avvicina ai loro interessi: da questo punto di vista è volutamente più “neutrale”, lasciando all’utente la possibilità di scegliere da sé i risultati che gli interessano, e più attento alla privacy.
Infine, per Istella, Tiscali ha già stretto una partnership con Nokia al fine di fornire le mappe; il motore non offrirà solo la cartografia, ma anche «un archivio di immagini storiche che consenta di effettuare dei raffronti per comprendere il cambiamento delle nostre città nel corso del tempo».
Ecco a voi un video riguardante la presentazione del motore di ricerca Istella il 21 marzo 2013:
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