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AMD Ryzen Threadripper: l’HEDT secondo AMD

Ciro Sdino di Ciro Sdino
17 Ottobre 2017
in Processori
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Home Reviews Processori
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2. Scatola e installazione unici

  • 1. Threadripper: introduzione
  • 2. Scatola e installazione unici
  • 3. Dentro Threadripper: tutto duplicato
  • 4. NUMA e UMA: come Threadripper accede alle RAM
  • 5. X399: un tuffo nella nuova piattaforma
  • 6. Configurazione di sistema e metodologia di test
  • 7. Benchmark sintetici: AIDA64
  • 8. Benchmark sintetici 2D: SuperPI e WPrime
  • 9. Benchmark rendering: Cinebench, Luxmark, Blender
  • 10. Benchmark 3D: 3DMark, Ashes of the Singularity
  • 11. Considerazioni finali

Ci sono specifiche e benchmark a volontà da discutere, ma Threadripper porta con sé anche una certa esperienza, ogni aspetto della quale fa capire che ci troviamo di fronte ad un prodotto premium. A differenza del noioso-quanto-la-morte approccio di Intel alle loro confezioni, la scatola di Threadripper sembra essere pensata da un sapiente del marketing incrociato con un perfezionista del design industriale. L’approccio è infatti davvero brillante e dimostra che AMD sta facendo di tutto per accaparrarsi quella fetta di utenti enthusiast che vorranno poi fare un “unboxing” di queste cose sui social media.

C’è una finestra trasparente nel cuore della scatola dove potete già vedere il processore. Entrare effettivamente all’interno richiede la rotazione di una manopola stile airlock sul retro, questo però soltanto dopo aver estratto la parte in plastica acrilica dall’involucro protettivo in spugna. A questo punto ci si aspetta un’entrata in grande stile come Darth Vader accompagnato dalla Marcia Imperiale.

La manopola in realtà è parte di un portaCPU alquanto elaborato che ha il Ryzen Threadripper alloggiato al suo interno. Ma il processo di unboxing non finisce qui visto che il prossimo passo è rimuovere il meccanismo a molla metallico che preme sul tray plastico “incastrato” nel box plastico. Sì, ok, sembra più complicato di quanto sia davvero in realtà, ma di sicuro sembra un sistema più elaborato (e raffinato) di quello offerto dalla concorrenza, che di fatto è una scatola di cartone con un blister di plastica al suo interno.

La CPU non solo è gigante (anche vs le CPU Intel HEDT, note per essere abbastanza grandi), ma è preinstallato in un tray plastico secondario arancione (AMD) che aggiunge un tocco di colore in più. Tra l’altro, esso non è puramente estetico; il bracket in plastica, infatti, gioca un ruolo chiave durante il processo d’installazione ed è fortemente consigliato di non rimuoverlo.

Sotto al processore c’è un manuale d’installazione (che, vista l’esperienza unica che rappresenta l’installazione di Threadripper, vi consigliamo di consultare) insieme a due accessori importanti. C’è un giraviti dinamometrico (che smette di girare raggiunta una forza d’installazione di 1.5 Nm per non stringere troppo il socket) che viene utilizzato per le tre viti del socket CPU.

Insieme ad esso, troviamo un bracket di adattamento per i noti dissipatori AIO basati sul design Asetek (in pratica, tutti quelli con la coldplate rotonda, incluso ad esempio l’NZXT Kraken X52 da noi recensito nelle scorse settimane). Per avere una lista completa dei dissipatori compatibili andate QUI. Il bracket di ritenzione potrebbe diventare addirittura un motivo d’acquisto in quanto per via del calore generato dal processore e la dimensione del relativo IHS, la maggior parte di dissipatori ad aria e AIO sono semplicemente incompatibili. Questo bracket permette di avere una compatibilità immediata con quasi 30 dissipatori AIO attualmente in commercio. Per i dissipatori ad aria, alcune soluzioni, tra cui quelle Noctua che analizzeremo nei prossimi giorni, sono state lanciate.

Per via della sua dimensione gargantuesca (oh, quanto mi piace questa parola), Threadripper non è certamente facile da gestire, così AMD ha creato un fac-simile della soluzione utilizzata da HP, il cosiddetto Smart Socket, che permette di facilitare l’installazione e renderla molto più sicura anche per chi non abbia molta esperienza col montaggio di PC.

Il passo successivo è abbassare la CPU insieme al bracket di ritenzione e spingere giù le due alette blu finché non cliccano in posizione.

Il punto finale è semplicemente riutilizzare il giraviti Torx in dotazione per stringere la piastra di ritenzione del socket, seguendo l’ordine 1-2-3 inciso sulla piastra stessa.

Sebbene questo processo di installazione possa sembrare un po’ complicato e non sia certamente a prova di utonto (alcuni inetti hanno già postato guide su come rimuovere il caddy arancione), va apprezzato l’approccio di AMD. Installare processori di grandi dimensioni può portare a problemi finora mai riscontrati e questa procedura dettagliata dovrebbe risolvere gli inconvenienti.

Per guardare il nostro live unboxing, cliccate qui:

https://www.youtube.com/watch?v=MQ__bJgSJ2k

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2. Scatola e installazione unici

  • 1. Threadripper: introduzione
  • 2. Scatola e installazione unici
  • 3. Dentro Threadripper: tutto duplicato
  • 4. NUMA e UMA: come Threadripper accede alle RAM
  • 5. X399: un tuffo nella nuova piattaforma
  • 6. Configurazione di sistema e metodologia di test
  • 7. Benchmark sintetici: AIDA64
  • 8. Benchmark sintetici 2D: SuperPI e WPrime
  • 9. Benchmark rendering: Cinebench, Luxmark, Blender
  • 10. Benchmark 3D: 3DMark, Ashes of the Singularity
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Ciro Sdino

Ciro Sdino

Direttore responsabile di ReHWolution, con la passione per qualsiasi cosa funzioni con un processore fin dal lontano 1995, anno in cui "misteriosamente" la sua CPU avviò un processo di fusione nucleare nel case. Da allora, con impegno e imparzialità analizza hardware e software di ogni tipo, con un occhio di riguardo per l'overclock.

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