Cinque.
Cinque gli anni che sono serviti ad AMD per rimettersi in sesto sul fronte delle CPU (sul fronte GPU, ahimé, ci vuole ancora un po’ prima di dare seria competizione alle schede di punta di NVIDIA).
Cinque sono anche le piattaforme che vedranno il lancio quest’anno, in ordine: Kaby Lake (Z270), Ryzen (X370), Skylake-X (X299), Coffee Lake (Z370, vedrà il lancio in questi giorni) e Ryzen Threadripper (X399). Per noi enthusiast non è certo un anno di calma piatta, e nelle settimane scorse abbiamo già avuto modo di testare Ryzen 5, Ryzen 7 e (seppur con la CPU più modesta) X299, ma finalmente è giunta l’ora di lasciarsi alle spalle le soluzioni che mettono il prezzo prima delle prestazioni, presentandovi la nostra review della piattaforma Threadripper e X399.
Con essa, AMD spera di ricatturare almeno una parte del mercato chiave della fascia alta, uno spazio dove l’azienda non è stata capace di competere fin dalla microarchitettura K8 (gli Athlon 64 che hanno fatto mangiare parecchia polvere ai Pentium 4). Per quelli che tengono il conto, sì, si parla di più di un decennio fa, ma durante questo periodo di tempo AMD non si è certo adagiata sugli allori. La situazione, in realtà, non potrebbe essere più diversa. Ci sono state promettenti (almeno sulla carta) architetture come Phenom e Bulldozer, ma le loro prestazioni reali non sono riuscite nel tempo a rispecchiare quanto promesso.
Dopo i successi delle CPU recentemente introdotte e basate sull’architettura Zen, tutti gli occhi sono puntati su Threadripper visto che i suoi “fratelli minori” hanno già provato il loro valore. Però, andare testa a testa contro Intel nella fascia entry level e media è una cosa, mettere piede nel monopolio Intel dei sistemi di fascia alta è invece tutta un’altra cosa. Ricordate, Intel proprio recentemente ha annunciato una lineup del tutto nuova con le CPU Skylake-X e Kaby Lake-X.
Sebbene in alcune liste di supporto CPU dei produttori di schede madri sia comparsa, oltre ai tre soliti noti annunciati da AMD durante il Computex 1950X, 1920X e 1900X, un’ulteriore CPU denominata 1920 (non X, quindi), con 12 Core e 24 Threads e frequenze inferiori rispetto al 1920X (e sospettiamo anche un TDP inferiore ed un XFR minore), ma visto che al momento non abbiamo alcun’informazione ufficiale su tale processore, non lo includiamo nella tabella informativa. Provvederemo ad aggiornarla una volta lanciata ufficialmente sul mercato.
La prima batteria (e sicuramente non l’ultima) di AMD nel fuoco della guerra HEDT consiste di tre CPU: il 1950X e il 1920X – entrambi già disponibili – e il 1900X che verrà rilasciato il 31 Agosto. Ci aspettiamo che questa lineup venga estesa sia a salire che a scendere per meglio adattarsi alla ben più vasta offerta di Intel, che al momento (ignorando Kaby Lake-X) spazia da 6 fino a ben 18 core su piattaforma HEDT X299.
In cima alla lista, troviamo il Ryzen Threadripper 1950X, che ha un prezzo considerevole di $999 e si allinea perfettamente (a livello di prezzo, almeno) con l’Intel Core i9-7900X. Sotto il punto di vista delle performance, AMD potrebbe avere un significativo margine visto che, così come con Ryzen nei confronti di Kaby Lake, l’azienda vuole capitalizzare sulla superiorità numerica di core e thread. Laddove la punta di diamante attuale di Intel sia provvista di 10 core e 20 threads, il 1950X porta le cose su livelli osceni grazie ai sui 16 core e 32 threads ad una frequenza base di 3.4 GHz e un Boost clock per 4 core di 4.0 GHz, o anche più alto tramite l’Extended Frequency Range (XFR) di AMD.
Facendo un piccolo passo indietro, ci troviamo di fronte il Ryzen Threadripper 1920X, che è un altro processore relativamente costoso con i suoi $799, ma che si infila perfettamente in una fascia di prezzo dove Intel non ha un’alternativa particolarmente valida. L’i9-7900X costa 200$ in più e l’i7 7820X, con i suoi 8 core e 16 thread, sembra orrendamente sottopotenziato se paragonato al Threadripper “medio” a 12 core e 24 threads. Secondo AMD, sperano di mettere il 1920X, in realtà, contro il 7900X, e se questo dovesse rivelarsi essere vero, allora Intel avrebbe una gran brutta gatta da pelare per rispondere ai colpi dell’avversaria.
Il Ryzen Threadripper 1900X, invece, non ha ancora avuto una chiara dichiarazione delle specifiche, ma quello che si sa su di esso è abbastanza promettente. Con 8 core e 16 thread, esso rappresenta il punto d’ingresso nella nuova piattaforma TR4/X399 di AMD. Il prezzo di $549 in realtà fa ben sperare sia come un leggero upgrade rispetto alla linea Ryzen 7 sia come competitor di alcune CPU chiave di Intel. In soldoni, il prezzo del 1900X atterra proprio tra l’7 7820X – anch’esso 8 core 16 threads – da 599$ e l’i7 7800X che però costa di meno ed ha “soli” 6 core e 12 threads. Questa battaglia sarà particolarmente interessante.
Ci sono ovviamente fattori in comune su tutta la linea HEDT di AMD, alcuni dei quali sono principalmente trasposizioni di altri prodotti basati su Zen. Sebbene analizzeremo tutto questo fino al voltastomaco nelle prossime pagine, acnhe se Threadripper gestisce l’allocazione di memorie quad channel in un modo davvero diverso, le limitazioni di frequenza rimangono identiche a quelle di Ryzen 3, 5 e 7. Ciò significa che memorie a 2400 MHz rappresentano la compatibilità ottimale (tra l’altro, tale frequenza è anche la specifica reference della piattaforma), mentre 2666 MHz e 3200 MHz sono considerate frequenze “da overclock”. Qualsiasi cosa sopra 2666 MHz sarà una sfida per i kit ad alta densità da 64 GB, e probabilmente impossibili se tutti e 8 gli slot sono occupati.
Threadripper è inoltre un ottimo esempio di come ogni cosa bella abbia un risvolto negativo quando si tratta del modo in cui core fisici impattano sul consumo di corrente totale. Sebbene il rapporto performance-per-watt di AMD sia estremamente buono, infilare 16 core e relative connessioni I/O in un singolo package spingono il TDP a ben 180 W.
Così come con gli altri processori Ryzen, le frequenze di Threadripper non si fermano alle prime specifiche. Entrambe le CPU hanno frequenze identiche, se non per un “vantaggio” di 100 MHz per il base clock del 1920X. Comunque, è quel che succede dietro quel numero e nell’utilizzo quotidiano quello che conta veramente. I numeri della tabella poco più sopra infatti rispecchiano ovviamente una situazione ideale, e tutto dipenderà dalla modalità di raffreddamento, dai voltaggi e dalle temperature in gioco. Questo fenomeno è normale secondo AMD visto che le specifiche sono più che altro linee guida che il processore cerca di seguire piuttosto che un comandamento inciso nella pietra che dice “Il tuo processore raggiungerà queste frequenze”. Inoltre, ricordate che esse possono fluttuare ad incrementi di 25 MHz con il Precision Boost a gestire tali incrementi massimizzando le prestazioni in ogni istante.
L’ultimo fattore che differenzia la piattaforma AMD da quella Intel è l’allocazione delle linee PCIe. A differenza di quest’ultima, AMD ha deciso di non tagliare nemmeno un po’ della bandwidth di connessione dei propri chip, così ognuno dei processori Threadripper ha un totale di 60 linee PCIe 3.0 più 4 che permettono la comunicazione tra CPU e chipset. Paragonatelo e mettetelo in contrasto con gli esanimi i7 7800X e 7820X con 28 linee e l’i9 7900X con le sue 44 linee e potete capire il motivo per cui AMD sia convinta di vincere alla grande. Ciò è anche il motivo per cui AMD giustificatamente ha posizionato il 1900X ad un prezzo superiore al Ryzen 7 1800X, sebbene $50 per 40 linee PCIe in più, due memory channel in più e una selezione dei die migliore non sembrano poi così tanti.
Ecco quindi Threadripper in poche parole. Ora, sicuramente vorrete saltare ai benchmark, ma vi consiglio di dare un’occhiata anche alle altre pagine della recensione: ci sono alcune informazioni chiave sull’architettura, sulle modalità di collegamento alla memoria, sulla procedura d’installazione e sul chipset X399.