Gaming
Nelle scorse settimane ho messo sotto torchio il Deathadder V3 Pro in giochi come League of Legends e Rust, per citarne un paio. Vista l’assenza di un gran numero di tasti configurabili, non ho ritenuto giusto mettere il Deathadder V3 Pro con giochi MMO o che richiedono l’esecuzione di più comandi tramite click del mouse.
League of Legends – Riot Games
La stagione 2024 (la numero quattordici) di LoL ha stravolto l’andamento del gioco in maniera sostanziale: le leggende AP sono diventate veri e propri glass cannon capaci di disintegrare chiunque si pari sul loro cammino, per fare un esempio. Anche la mappa di gioco viene rivisitata, così come i buff di Baron Nashor, Red Buff e Blue Buff. Insomma, tanti cambiamenti che non spetta a me discutere, visto che la maggior parte delle partite a cui dedico il mio tempo sono in ARAM (All Random, All Mid) o in URF (Ultra Rapid Fire).
Dopo un paio di giorni di utilizzo, mi sono adattato con successo alla forma del Deathadder V3 Pro, quest’ultima radicalmente diversa da quella del Viper Ultimate Cyberpunk 2077 Edition, il precedente mouse che utilizzavo giornalmente, che a differenza del Deathadder presenta una forma ambidestra e dimensioni leggermente superiori.
Il Deathadder V3 Pro, con la forma adatta ai destrorsi, risulta davvero comodo anche durante sessioni di gioco particolarmente prolungate, e questa è la prima differenza principale che si nota con il Viper di Razer stessa, che invece risultava particolarmente scomodo dopo un paio d’ore senza break. Oltretutto, la differenza in peso, nonostante sia di soli 11 grammi, è davvero considerevole specie a causa della distribuzione del peso ben più bilanciata: mentre il Viper presenta un baricentro posizionato nella parte anteriore del mouse, più o meno nel punto dove i pulsanti destro e sinistro si uniscono al corpo principale, nel Deathadder il baricentro è più basso e situato esattamente al centro del mouse, risultando più bilanciato nei movimenti e per questo motivo più comodo e maneggevole.
Rust – Facepunch Studios
Un altro titolo con cui condivido la gran parte della sera e della notte è Rust, il titolo survival di Facepunch che ha visto il suo lancio nell’ormai lontanissimo Dicembre del 2013 (con la versione 1.0 lanciata nel 2018) che ha ricevuto un enorme influsso di giocatori grazie ad eventi in collaborazione con grandi streamers (Shroud, xQc, Pokimane per citarne alcuni) e veterani del gioco (Welyn, Blooprint, Stevie, o Ser Winter, quest’ultimo oggetto di tante discussioni) sui server di OfflineTV, un gruppo di creators con base a Los Angeles.
Senza tralasciare il processo iniziale del gameplay di Rust, che consiste nella raccolta di risorse per costruire una base, il “late game”, ovvero le fasi avanzate di gioco, consiste quasi esclusivamente di PvP (players vs players) con raid, scontri armati e saccheggi vari delle basi avversarie, il tutto con un sistema di feedback delle armi particolarmente complicato, con ogni pistola, fucile, shotgun e sniper provvisti di un diverso rinculo a seconda degli attachments installati, del tipo di munizione utilizzato e della postura mentre si spara.
Durante queste settimane, il Deathadder V3 Pro si è rivelato, come già detto in precedenza, un mouse incredibilmente comodo durante sessioni di gioco molto prolungate (prerogativa di un titolo survival come Rust), non risultando mai fastidioso da impugnare anche dopo diverse ore di PvP e in ogni situazione in cui mi sia trovato. Gli switch ottici del click destro e sinistro presentano latenze pressoché inesistenti tra il click e l’invio del segnale, ed il sistema di collegamento wireless HyperSpeed adottato da Razer è perfettamente paragonabile ad un qualsiasi collegamento cablato sia per affidabilità del segnale che per latenze.
Produttività e daily use
Nell’utilizzo quotidiano, così come riscontrato in scenari gaming, il Razer Deathadder V3 Pro si comporta davvero molto bene, con una forma ergonomica per destrorsi che ne consente un utilizzo preciso e prolungato senza problemi.
Che sia browsing generico o un utilizzo più orientato alla produttività come con Adobe Photoshop CC 2024, il Deathadder V3 Pro non ha avuto la minima difficoltà a risultare comodo, questione alquanto scontata visto che il mouse è pensato per situazioni di gioco ben più frenetiche di qualche click. La precisione, tuttavia, non è scontata in un mouse con un sensore da ben 30000 DPI, ma il fatto che il Deathadder V3 Pro utilizzi un sensore di tipo ottico permette di evitare qualsiasi problema causato dalla tipica accelerazione hardware tipica di mouse equipaggiati con un sensore di tipo laser. C’è anche da dire che dei 30000 DPI, personalmente, ne utilizzo soltanto 1200, quindi è difficile analizzare la precisione del mouse a DPI più elevati, ma difficilmente utilizzerete risoluzioni tanto elevate, anche con schermi multipli 4K e giochi che richiedono parecchio scrolling.
I due tasti laterali possono essere personalizzati a piacimento tramite Synapse, ma essendo soltanto due è difficile giustificare l’utilizzo di questo mouse con macro particolarmente convolute o con programmi che richiedono un elevato quantitativo di scorciatoie.
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