Sembra che fin dal lancio di AMD Ryzen e la seguente introduzione di Threadripper, Intel sia full throttle, alla carica più totale. Sebbene alcuni abbiano accusato il team Blu di adagiarsi sugli allori mentre la competizione se ne usciva con un’architettura che di fatto rimetteva tutto in gioco, le cose sono cambiate in modo molto rapido. Nel grande schema delle piattaforme HEDT (High End DeskTop, sistemi desktop di fascia alta), i processori Skylake-X sono stati quasi subito affrontati dai processori Threadripper 19xx, soprattutto grazie alle varianti (più costose) HCC, ovvero a più di 10 core, prestazionalmente superiori ad AMD in molti campi, soprattutto clock-per-clock, dall’altro lato Ryzen 3, 5 e 7 hanno fatto piazza pulita delle piattaforme mainstream, oscurando Kaby Lake in molte fasce di prezzo, grazie a potenza di calcolo e prezzo impareggiabili.
Ed è proprio qui che Coffee Lake entra in scena, andando a ribadire alcuni dei dubbi scaturiti anche nella nostra review di Ryzen. Sebbene la nuova architettura di AMD ovviamente fosse incredibilmente competitiva nei confronti di Skylake e Kaby Lake (che è essenzialmente un affinamento della generazione precedente), Intel era in procinto di lanciare proprio Coffee Lake, causando non poca trepidazione per i nuovi prodotti del team Blu.
Piccola nota a margine: c’è stato anche Kaby Lake-X come piattaforma “mainstream” ma è più che ignorabile per i tanti motivi analizzati nella review dedicata.
Mettiamo in chiaro le cose: Coffee Lake non è la risposta a Ryzen, ma, piuttosto, un naturale proseguimento delle strategie di Intel per il 2017 e oltre. Ricordate, le roadmap e le architetture impiegano anni di ricerca e sviluppo prima di essere prodotte, e quasi sicuramente l’intenzione di lanciare processori a più di 4 core era già cosa nota prima che AMD tornasse alla ribalta con le sue nuove CPU. Ciò significa che Intel ha dovuto fare affidamento sull’adattabilità delle frequenze data dalle varie revisioni architetturali per assicurarsi di rimanere al primo posto…e così è stato.
L’azienda ha infatti combinato più core, frequenze superiori e maggior efficienza in una singola generazione, scomodando il già abbondantemente rodato processo produttivo a 14 nm.
Prima di addentrarci ulteriormente nel discorso, però, va descritto più in dettaglio il processo a 14 nm visto che si è dimostrato essere una responsabilità che un vantaggio per Intel. Lanciato nel 2014 con Broadwell, il processo tri-gate 3D a 14 nm era rivoluzionari, visto che permetteva alle CPU di integrare più transistor in un’area particolarmente ridotta (grazie al fatto che i transistor si sviluppavano in altezza, e non planarmente).
Da allora, Intel è ovviamente evoluta, prima con Skylake (14 nm), poi con Kaby Lake (14nm+) e infine Coffee Lake (14nm++), e grazie a ciò, la compagnia di Santa Clara è stata capace di migliorare nel tempo le frequenze operative (e adesso il numero di core) rimanendo però confinata nel TDP ridotto <95W, includendo poi altre ottimizzazioni insieme a tutto questo.
Tutto ciò porta ad una lineup piuttosto interessante, capeggiata dal Core i7 8700K. Questa CPU a 6 core e 12 thread potrebbe sembrare inadatta a competere con le CPU a 8 core e 16 thread di AMD (R7 1700 e 1700X), ma questi sono i processori che AMD ha puntato come obiettivi. Infatti, il prezzo dell’8700K non solo si infila (almeno al momento del lancio) tra i due, ma tale processore opera a frequenze (Base e Boost) significativamente superiori mantenendo un TDP simile. Aggiungete a tutto questo la nuova tecnologia Smart Cache introdotta con Kaby Lake-X e ciò potrebbe rappresentare la formula vincente.
L’i7 8700 è un’altra interessante aggiunta alla lineup Coffee Lake, che richiama tutto coloro che non hanno intenzione di effettuare overclock o i cosiddetti system integrator che cercano di massimizzare il rapporto prezzo/prestazioni al massimo. Esso ha le stesse identiche specifiche dell’8700K ma opera a frequenze leggermente inferiori, costa di meno e consuma di meno, con lo svantaggio, però, di non essere overclockabile, prerogativa delle CPU K.
Spostandoci ancora un po’ più in basso, troviamo il Core i5 8600K, forse quello più bilanciato per prezzo e prestazioni. Dovete sapere che, a differenza del Core i5 di precedente generazione, questo piccolo mostro dispone di sei core fisici senza HT, moltiplicatore sbloccato ed un prezzo competitivo. Ciò lo rende un avversario formidabile per la CPU di AMD Ryzen 5 1600X, e ancora una volta i clock maggiori e la cosiddetta Smart Cache potrebbero essere la chiave di volta.
Ora, a mio avviso, credo ci sia il prodotto posizionato nel modo più interessante ed intrigante, e possibilmente il miglior candidato a infastidire AMD col suo rapporto prezzo/prestazioni. L’i5 8400 è una CPU 6 core/6 thread, identico in specifiche all’8600K se non per le frequenze operative. Il Base Clock infatti è di soli 2.8 GHz ma in termini più realistici, la CPU mantiene una frequenza di almeno 3.1 GHz anche sotto carichi di una certa importanza. Quindi, a conti fatti, tale CPU potrebbe vedersela con il Ryzen 5 1500X, a seconda di come si comporta rispetto il suo avversario, che è overclockabile e ha l’Hyper Threading, a differenza della SKU di Intel che, come da tradizione, è bloccata, a fronte di un risparmio non indifferente rispetto al “gemello” 8600K.
Ad un prezzo davvero ravvicinato a quello dell’i5 8400, c’è il quad core sbloccato di Intel, l’i3 8350K. Non disporrà della tecnologia Turbo Boost, ma come ci ha insegnato la serie di generazioni precedenti, le CPU i3 hanno storicamente offerto un incredibile rapporto qualità/prezzo in gaming. Questo con tutta probabilità non sarà differente ma il prezzo così vicino alla controparte 6 core più vicina ha un prezzo davvero simile, e potrebbe rappresentare un acquisto più intelligente, nonostante le capacità di overclock dell’8350K.
Infine, troviamo una CPU quad core con moltiplicatore bloccato, l’i3 8100, che ci mostra nella tabella come il moltiplicatore sbloccato e soli 400 MHz di differenza portino ad un prezzo dell’8350K superiore del 50% circa.
Con questi processori inquadrati, possiamo notare come ci sia ancora parecchio spazio per il lancio di altre CPU nella lineup di Coffee Lake. C’è anche la preoccupazione che tale piattaforma sfoci nel territorio di Kaby Lake-X. Con il chipset X299 che supporta anche opzioni “low cost” (tra cui l’i5 7640X e l’i7 7740X, dal prezzo incredibilmente vicino all’8700K e all’8600K, entrambe soluzioni di fatto superiori), come c’è da regolarsi nell’acquisto di una CPU quando le opzioni sono così vicine?
Insomma, questa recensione tende anche a chiarire tali dubbi, avendo testato in precedenza alcune delle CPU con cui questa piattaforma va a sovrapporsi.